“Niente di nuovo sotto il sole: le attese in pronto soccorso sono insostenibili. In particolare è la provincia a soffrirne, qui addirittura i codici gialli, persone non in fin di vita ma comunque in condizioni di criticità, attendono fino a dieci ore e questo non è possibile”. Lo sostiene il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, commentando gli ultimi dati di una indagine, diffusi dalla Uil. “La cosa che stupisce di più – commenta il presidente – è l’atteggiamento della Regione Lazio. Invece di rassicurare, programmare piani per migliorare la rete di emergenza, si affretta, in una nota diffusa martedì pomeriggio, a specificare che i dati sono relativi al 2012. Veramente una beffa. Come se oggi la situazione fosse diversa, come se la politica degli annunci fosse servita a cambiare le condizioni dei poveri pazienti stipati ore ed ore nelle sale attesa. Presidente Zingaretti – incalza Maritato – non si preoccupi di fare una cattiva figura e pensi piuttosto a quella che è la vera emergenza sanitaria. Ė noto a tutti, e lo dimostra una analisi svolta dalla Società dei medici di emergenza (Simeu), che la permanenza in pronto soccorso aumenta il rischio di mortalità. La situazione del Lazio quindi, è un vero attentato alla salute. Non ci si venga a dire che i tagli di posti letto non c’entrano nulla. Vogliamo sapere, ad esempio, che cosa ha compensato tutti i tagli di un grande ospedale come il San Camillo – tra il 2008 e il 2010 – che ha visto scendere i ricoveri annuali da 70 a 40 mila, specie nei reparti di medicina, atti ad accogliere in particolare gli anziani, che adesso rischiano di morire su una barella del pronto soccorso”.