“La storia si ripete. Dopo le oscure vicende del San Giovanni, con pazienti infettati per una operazione di cataratta, questa volta tocca allo Spallanzani, anzi all’équipe operatoria del San Camillo che opera da anni nell’ospedale sulla Portuense”. Lo denuncia il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, che illustra la vicenda occorsa a 11 pazienti che hanno subito il trapianto del rene, di cui 3 deceduti e si pone numerosi interrogativi. “Riteniamo che la situazione destabilizzante in cui vive la sanità regionale abbia il suo peso in tali vicende: tagli alle prestazioni, riduzioni di risorse, precariato, esternalizzazione di alcuni servizi, poca perizia delle società in outsourcing che non vengono puntualmente retribuite per i propri servizi – continua il presidente – contribuiscono sicuramente al diffondersi di pratiche non proprio ortodosse per la buona tenuta degli ambienti ospedalieri”. Maritato poi si sofferma su una vicenda che, pur non riguardando direttamente l’assistenza, pone in evidenza l’impiego delle risorse in sanità. “Vorrei sapere se risponde a verità – si chiede il presidente – che la confinante Azienda San Camillo Forlanini versa annualmente all’Irccs Spallanzani (dipendente dal ministero della Salute) un canone di 650 mila euro l’anno per l’affitto dei locali del centro trapianti mentre il confinante Forlanini, di proprietà regionale e parte della stessa Azienda del San Camillo, in cui il centro trapianti non ha trovato spazi, è mezzo vuoto e si sta lasciando colpevolmente morire per abbandono”.