Oggi, il padre di Domenico, il Sig. Giuseppe, sta cercando di fare emergere la sua realtà dei fatti con non poche difficoltà e ci racconta tutta la storia che sta “ammazzando” suo figlio al quale ora sono stati prospettati solo pochi giorni da vivere.
Il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato mette a piena disposizione del Sig. Giuseppe gli avvocati dell’associazione e tutti i propri esperti affinché venga fatta luce su questa inaccettabile storia e tuona: “Il diritto alla salute è un diritto inalienabile dell’uomo e non è possibile tollerare o far finta di nulla davanti alla continua superficialità di alcune figure professionali. Non si può giocare con la vita delle persone”.
«Il Dott. Felice Carsillo, specialista in ortopedia e traumatologia ha visitato mio figlio prima presso lo studio privato, i primi giorni di maggio, e poi presso la Casa di Cura Nuova ITOR in via di Pietralata, 162 – Roma. Il responso è stato Frattura del piatto tibiale con edema», «Ti sarai fatto male giocando a calcetto e non te ne sei neanche accorto!».
Dopo la visita di maggio, Domenico è tornato a casa, a Caserta con una prescrizione di 40 giorni di riposo ed un tutore, ma nell’arco di qualche settimana la sua gamba è peggiorata e dopo che al Cardarelli di Napoli i medici hanno consigliato un ricovero per accertamenti, il Sig. Giuseppe ha preferito tornare a Roma dall'ortopedico che lo aveva già visitato. «Alla clinica Nuova Itor mio figlio è stato sottoposto prima a un prelievo del liquido e poi a un intervento di svuotamento. Ricordo benissimo che l’ortopedico a fine operazione, rassicurandomi, mi ha detto “ho tolto una massa grande quanto un mandarino”. Quello che oggi chiedo con forza è il motivo per il quale, una volta iniziato l’intervento e aperta la gamba, il dottore, che si è certamente reso conto del fatto che non si trattava affatto di una frattura, abbia richiuso e portato avanti la propria tesi. Perché non dire che la diagnosi era sbagliata e che quindi avrebbe dovuto procedere in modo diverso?» Per il Sig. Giuseppe «Il Dott. Carsillo non ha solo effettuato la diagnosi errata nonostante avesse avuto vari campanelli d’allarme che avrebbero dovuto indirizzarlo verso l’ipotesi di un tumore, ma non ha mai corretto la propria diagnosi facendoci perdere giorni preziosi per intervenire contro il tumore. Mi tormentano diverse domande: essendo questa una struttura accreditata, che lavora con interventi e rimborsi, perché intervenire subito senza fare ulteriori accertamenti? Quanto ha reso al medico questo taglio? Quanti interventi inutili e dannosi per i pazienti vengono fatti per accedere ai rimborsi?».
Da quell’intervento Domenico non si è mai ripreso. E’ stato, dice Giuseppe, «l’errore più grande: è andato a toccare le cellule di un tumore primario scatenandone l’aggressività».
«Dopo due settimane, alla rimozione dei punti, Domenico è collassato mentre l’ortopedico cercava di convincermi: “avrà avuto paura per i punti tolti lo porti a casa e lo faccia riposare”. Si è liberato del pacco, perché è proprio così che è stato trattato Domenico, come un pacco. Ed io lo avrei portato a casa in quelle condizioni se non avessi incontrato il medico di guardia che mi ha detto che mio figlio aveva 120 battiti al minuto e bisognava portarlo urgentemente in Pronto Soccorso» .
Giuseppe ha portato Domenico all’Umberto I dove medici che lui definisce “angeli” gli comunicano la reale e tragica diagnosi: osteosarcoma metastatico. Il ragazzo è stato trasferito nel polo oncologico degli Ifo e la notte tra il 25 e il 26 giugno ha subito l’amputazione della gamba. Per Giuseppe «È tutta colpa di quel maledetto intervento alla Nuova Itor che ha generato una emorragia e un’infezione che non si arrestavano». Dopo la denuncia al Nas di Roma è scattato il sequestro delle cartelle cliniche e sono in corso indagini preliminari da parte della Procura.
Maritato - AssoTutela continua e conclude denunciando al Sindaco Marino ed al Presidente della Regione Lazio Zingaretti che “E’ inammissibile che la sanità sia disseminata di errori gravi dietro ai quali c’è l’ombra del lucro. Diagnosi sbagliate, interventi inutili e costosi in termini economici per il SSN e in termini umani perché spesso causa di gravi complicazioni per i pazienti. Noi, come associazione, denunciamo ogni giorno migliaia di irregolarità presenti ai danni dei cittadini rimettendo le dovute sentenze agli organi competenti. E siamo convinti che solo denunciando senza stancarsi potremo distruggere le mafie che regolano determinati meccanismi. L’omertà uccide l’uomo. Ci rifiutiamo di unirci al silenzio di molti giornalisti che stanno tenendo nascosta la notizia. Questo presunto errore oggi lo sta pagando Domenico, ma può capitare a chiunque di essere vittima di superficialità fatali per la propria vita o per la vita dei propri cari”.