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Domenica, 12 Maggio 2024

Siria, Ong: sospetto attacco chimico Ghuta

A partire da domani, per cinque ore al giorno, dalle 9 alle 14, saranno osservate delle "pause umanitarie" per consentire ai civili di abbandonare la zona di Ghuta est, sotto il fuoco delle forze di Damasco: lo ha annunciato il ministro della Difesa russo Serghiei Shoigu, citato dall'agenzia Ria Novosti, precisando che la decisione è stata presa su ordine di Putin.

Intanto la scorsa settimana è rimbalzata sul web la notizia – da fonti non ufficiali – che la Russia ha schierato in Siria presso la base aerea di Khmeimim i nuovi caccia di quinta generazione dalle caratteristiche stealth Sukhoi Su-57.

La testimonianza video è stata divulgata su Facebook dal gruppo “Syrian Military Capabilities” poi ripresa dal media russo RT-Russia – strettamente legato a Putin – ed in seguito rilanciata dalle agenzie stampa internazionali.

Fonti ufficiali israeliane hanno confermato la presenza di 4 Su-57 attraverso la ricognizione satellitare ed anche il presidente del comitato per l’Industria Militare del parlamento di Mosca, Vladimir Gutenov, ha dovuto ammettere che la presenza dei caccia è un deterrente “per le aviazioni degli Stati vicini, che periodicamente entrano non invitati nello spazio aereo siriano”.

­Ai margini della Siria sono infatti presenti numerosi e diversi sistemi radar occidentali: oltre a quelli collegati all’Iron Dome israeliano – il sistema multistrato di difesa aerea e antimissile di Tel Aviv – è presente, sempre in Israele e anche in Turchia, il radar AN/TPY-2 da scoperta aerea, lo stesso che fa parte del sistema THAAD che tanto infastidisce la Cina essendo dispiegato in Corea del Sud. 

Inoltre non bisogna dimenticare che sempre nel sud della Turchia sono presenti i sistemi franco-italiani SAMP/T ed i “Patriot”: una batteria del sistema italiano è stata inviata da Roma ed è dislocata a Kahramanmaras mentre una batteria di “Patriot” spagnoli è nei dintorni di Adana, località entrambe vicine al confine siriano, nel quadro degli aiuti Nato alla difesa dello spazio aereo turco post abbattimento del Su-24 russo avvenuto a novembre del 2015.

­Nel quadro dello sviluppo di un velivolo stealth risulta infatti fondamentale testare le sue capacità con radar che lavorano su frequenze e lunghezze d’onda diverse rispetto a quelli “casalinghi”, pertanto storicamente è sempre successo – sin dai tempi del F-117 – che macchine di tal tipo venissero dispiegate in gran segreto in ambienti possibilmente “ostili”. E’ ragionevole quindi supporre che i 4 velivoli visti in Siria siano “imbottiti” di strumentazioni elettroniche sia per registrare l’attività radar occidentale sia per determinare con efficacia le reali capacità stealth della nuova creazione del bureau Sukhoi.

­Il Su-57 è l’ultimo ritrovato della tecnologia aeronautica russa. Dotato di capacità stealth – sebbene non così spinte come nei suoi rivali occidentali F-22 ed F-35 quindi più simile al Chengdu J-20 cinese –recentemente e stato ordinato nel numero di 12 esemplari di presepie dal governo russo dopo aver concluso la prima lunga serie di test che hanno condotto all’adozione della motorizzazione definitiva come già abbiamo avuto modo di evidenziare.

Da più parti ci si è chiesta la motivazione di questa mossa del Cremlino, effettuata un po’ in sordina rispetto alle potenti campagne pubblicitarie che hanno caratterizzato il dispiegamento dei nuovi sistemi d’arma russi che si sono visti in azione durante la campagna siriana (ad es. il missile Kalibr, il sistema S-400 e non ultima la portaerei Kuznetsov).

­La motivazione ufficiale di Mosca, data da Gutenov, sembra essere meramente propagandistica: 4 caccia ancora non certificati IOC (Initial Operational Capability) di certo non rappresentano un deterrente contro una possibile intrusione nello spazio aereo siriano, anche in considerazione del dispiegamento aeronautico molto più efficace all’uopo già presente in Siria: i Su-35, sebbene di generazione 4++ , rappresentano uno strumento di deterrenza quanto mai efficace da questo punto di vista.

Le forze speciali della polizia e della gendarmeria turca sono entrate stamani nell'enclave curda di Afrin, nel nord-ovest della Siria, sotto attacco di Ankara da oltre un mese. Il loro compito principale, secondo i media locali, sarà quello di contrastare possibili infiltrazioni di miliziani curdi dell'Ypg nei villaggi già passati sotto il controllo turco e di partecipare all'assedio del centro urbano di Afrin. Con le forze speciali, saranno schierati da oggi nell'area anche circa 600 membri curdi e arabi della 'Brigata dei falchi curdi' dell'Esercito siriano libero.

Intanto l'Osservatorio nazionale siriano avanza anche il sospetto che i governativi siriani abbiano lanciato un attacco chimico con cloro su Al-Shifuniyah, nella Ghuta orientale. "Diversi civili hanno avuto sintomi di soffocamento, un bimbo è morto", afferma l'Ong, precisando di non avere ancora informazioni dettagliate sull'episodio e sulla natura delle armi usate nel raid.

Le notizie sull'uso di armi chimiche a Ghuta est da parte delle truppe di Assad sono "una provocazione" mirata a sabotare la tregua: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov.

La Ghuta orientale non può più aspettare e la risoluzione del Consiglio di Sicurezza sulla Siria deve essere attuata "immediatamente". Lo ha dichiarato oggi a Ginevra il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.

Almeno 25 civili, di cui 7 bambini, sono stati uccisi in un raid compiuto da aerei della Coalizione internazionale a guida Usa contro una sacca di territorio ancora controllato dall'Isis nell'est della Siria. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). Gli attacchi sono stati effettuati sul villaggio di Al Shaafah, a nord dell'ex bastione dello Stato islamico di Abu Kamal, verso il confine con l'Iraq.


 

 

 

 

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