La Casa Bianca, al termine del colloquio tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e quello russo, Vladimir Putin, ha diramato una nota in cui rende conto dei temi affrontati dai due leader, ribadendo che gli Usa sono intenzionati a proseguire nello sforzo diplomatico, ma comunque pronti "ad altri scenari".
"Il presidente Biden", si spiega nella, "ha ribadito che un'invasione della Russia in Ucraina produrrebbe una grande sofferenza umana e minerebbe lo standing della Russia. Il presidente Biden è stato chiaro con il presidente Putin che mentre gli Stati Uniti rimangono pronti a un'azione diplomatica, in pieno coordinamento con i propri alleati e partner, sono allo stesso modo preparati ad altri scenari".
Il consigliere diplomatico di Putin, Yuri Ouchakov, ha sottolineato che "l'isteria (americana, ndr) ha raggiunto il culmine". I due leader, ha aggiunto Ouchakov, "hanno convenuto di proseguire i contatti a tutti i livelli".
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ripreso dall'agenzia russa Ria Novosti, detta le condizioni per arrivare a una soluzione che disinneschi il pericolo di una guerra in Ucraina. "Ci aspettiamo che questi esigui canali per il dialogo alla fine ci permetteranno di trovare una sorta di reciprocità da parte dei nostri oppositori - ha detto - e il desiderio di trovare una soluzione che veramente significherà il tenere conto dei nostri interessi".
Alla vigilia delle visite a Kiev e Mosca del cancelliere Olaf Scholz, una fonte governativa ha parlato di situazione divenuta "critica". "La nostra preoccupazione è cresciuta" e "pensiamo che la situazione sia critica, molto pericolosa", ha spiegato la fonte ai giornalisti a Berlino. Scholz, che oggi volerà a Kiev e domani sarà a Mosca da Putin, ha sottolineato che se la Russia dovesse invadere l'Ucraina le sanzioni occidentali sarebbero "immediate".
Nel discorso di insediamento dopo la sua rielezione, il presidente della Germania Frank-Walter Steinmeier ha fatto un appello al presidente Putin affinché "sciolga il cappio attorno al collo dell'Ucraina. Si unisca a noi nella strada che porta a preservare la pace in Europa. E non sottovaluti la forza della democrazia".
"Siamo nel mezzo del rischio di un conflitto militare, una guerra in Europa orientale", ha detto Steinmeier, e "la Russia porta la responsabilità di questo". "Il rafforzamento di truppe da parte della Russia non può essere frainteso. È una minaccia all'Ucraina", "ma le persone lì hanno il diritto di vivere senza paura e senza minacce, all'autodeterminazione e alla sovranità", ha proseguito. "Nessun Paese al mondo ha il diritto di distruggere questo e, a chiunque provi a farlo, vi risponderemo in modo deciso", ha concluso.
C'è ancora tempo per una soluzione diplomatica alla crisi ucraina, ma si sta assottigliando. Lo ha dichiarato il portavoce del Pentagono John Kirby, intervistato da Fox News. "Abbiamo detto, e crediamo ancora oggi, che ci sia ancora tempo e spazio per un percorso diplomatico", ha ribadito, "pensiamo ancora che ci sia un modo pacifico per evitare una guerra in Ucraina", ha aggiunto dicendo di "non poter confermare" la data del 16 febbraio come quella per l'avvio di un'operazione russa in Ucraina, secondo quanto riportato da alcuni media. Alla domanda se gli sforzi diplomatici in corso non siano gli "ultimi tentativi disperati" per trovare una soluzione, Kirby ha risposto: "Non lo so, ma sicuramente riconosciamo che il tempo sembra ridursi e questo è causa di preoccupazione per tutti".
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto al capo della Casa Bianca, Joe Biden, una visita in Ucraina: lo ha reso noto la presidenza ucraina confermando le indiscrezioni dei media. Zelensky ne ha parlato durante il colloquio telefonico con il presidente Usa, telefonata in cui ha proposto quelle che ha definito "idee concrete per diminuire la minaccia russa all'Ucraina". L'arrivo di Biden a Kiev -ha aggiunto Zelensky, secondo la Cnn- "sarebbe un segnale potente e contribuirebbe alla de-escalation". Biden non ha accettato l'invito e fonti americane hanno aggiunto che un viaggio del presidente Usa in Ucraina -un Paese che il Dipartimento di Stato ha invitato a lasciare- è estremamente improbabile.
Il presidente ucraino Zelensky ha sminuito gli avvertimenti sempre più intensi da parte degli Stati Uniti di una possibile invasione da parte della Russia a giorni, dicendo che deve ancora vedere prove convincenti. "Comprendiamo tutti i rischi, capiamo che ci sono rischi", ha detto intervenendo in diretta a una trasmissione, "se voi, o chiunque altro, avete informazioni aggiuntive riguardo a un'invasione russa al 100% a partire da giorno 16, per favore inoltrate queste informazioni". Da giorni il leader ucraino continua a lanciare messaggi rassicuranti, invitando le persone alla calma, anche nel tentativo di ridurre al minimo i danni all'economia dell'Ucraina durante la crisi.
Gli Stati Uniti non considerano la possibilità di varare sanzioni "preventive" contro la Russia per la crisi ucraina. Lo ha dichiarato il portavoce del Pentagono, John Kirby, intervistato da Fow News. "Se le usi prima che venga compiuta l'aggressione o la trasgressione, perdono il loro effetto deterrente", ha detto Kirby. "Se punisci qualcuno per qualcosa che non ha ancora fatto, allora potrebbe anche andare avanti e farlo", ha spiegato, "crediamo quindi che ci sia un effetto deterrente finché le teniamo come riserva, e siamo stati molto chiari con la comunità internazionale e con il presidente russo Vladimir Putin sulla gravità delle conseguenze economiche che potrebbero comportare".
Nel precedente colloquio tra il presidente del Consiglio europeo Michel e il presidente ucraino Zelensky, quest'ultimo si era detto favorevole a una soluzione diplomatica alla crisi ucraina, ma servivano "sanzioni preventive" per fermare Mosca.
"La soluzione" alla crisi in Ucraina "sta nella de-escalation e nella diplomazia. L'Ue e la Nato sono pronte a imporre insieme sanzioni severe se la Russia andrà' avanti con un'ulteriore aggressione". Lo scrive in un tweet il primo ministro olandese Mark Rutte dopo una videoconferenza con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e i premier e capi di Stato di Finlandia, Polonia, Grecia, Slovenia e Slovacchia.
Come e stato scritto da Giuseppe Sarcina in un'analisi della situazione dal Corriere della sera , «il presidente americano non ha cercato lo scontro con i russi: la sua agenda era un’altra. Biden è convinto che la crisi ucraina sia piena di rischi anche sul versante della politica interna. Il motivo è molto semplice. Se Putin bluffa o alla fine si arriva a un accordo, saranno in molti a rivendicarne i meriti. Ma se il leader russo attacca e paralizza mezzo Occidente, allora tutti chiameranno in causa le responsabilità, la «debolezza» di Biden. All’inizio del 2021 l’Amministrazione Usa pensava di poter «stabilizzare» le relazioni con il Cremlino, offrendo collaborazione sul terrorismo e un piano graduale di disarmo. Oggi è costretta, suo malgrado, a dover aggiornare la linea politica, preparandosi a uno scontro con Mosca da anni Sessanta. La Casa Bianca, inoltre, non vuole farsi trovare impreparata a nessun livello, a costo di apparire allarmista. Ecco perché, tra l'altro, sta sollecitando i cittadini americani a lasciare Kiev: non si devono ripetere le disastrose e umilianti scene di panico viste a Kabul nell'agosto scorso».
Gli Stati Uniti vogliono di certo limitare l'influenza di Vladimir Putin — temono l’espansione russa nell'Europa dell'Est — e difendere il principio per cui ogni Paese ha il diritto di scegliersi il proprio destino e le proprie alleanze: non solo per l'Ucraina, ma per tutti i Paesi che facevano parte del Patto di Varsavia e che negli anni Novanta sono passati con la Nato.
Intanto la Farnesina, come confermato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha invitato "tutti i concittadini italiani presenti in Ucraina di rientrare con mezzi commerciali". Sono circa 2.000 gli italiani attualmente in Ucraina, in gran parte nella capitale Kiev.
Fonti Agi Tgcom Rai Corriere della sera