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Cerrelli: i minori trattati come gli animali

È veramente preoccupante la china ideologica intrapresa, ormai sempre con maggior vigore, dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA), che pur dovendo rappresentare democraticamente la pluralità di tutte le componenti dell'avvocatura, conferma, invece, la sua vocazione di agente politico, che insieme ad altri, persegue l’obiettivo di una decostruzione dell’istituto familiare. È ciò che sostiene Giancarlo Cerrelli, avvocato esperto in diritto di famiglia e dei minori, che è stato audito qualche giorno fa, assieme ai rappresentanti dell’OUA e del Consiglio Nazionale Forense, dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati circa un’indagine conoscitiva diretta a verificare lo stato di attuazione delle disposizioni legislative in materia di adozione ed affido.

L’OUA in un comunicato in cui auspica una riforma dell’istituto dell’adozione, ha sostenuto pretestuosamente – afferma Cerrelli - che il miglior interesse dei minori, sia soltanto quello di dare loro affetto e cura, così tentando di perseguire il fine ideologico di allargare la platea degli adottanti anche ai non coniugati, agli uniti civilmente dello stesso sesso e ai single. È veramente raccapricciante – continua Cerrelli - che si riduca un rapporto adottivo soltanto all’affetto e alla cura, che sono elementi che possono avere attori e destinatari fungibili, questi ultimi anche di specie diversa (basti pensare alla cura e all’affetto che il padrone destina al suo animale). L’obiettivo, tuttavia, più inquietante è quello che vuole banalizzare il dato biologico della filiazione a favore di una non meglio precisata filiazione sociale o relazionale. Citando impropriamente la Corte EDU, infatti, l’OUA sostiene che “a parità di condizioni nessuno può essere discriminato”, non considerando, tuttavia, che i veri discriminati – se fosse accolta la proposta dell’OUA -  sarebbero soltanto i minori, a cui sarebbe loro negato il fondamentale diritto di crescere con un papà e una mamma e ciò soltanto per soddisfare unicamente il desiderio degli adulti.

L'avv. Cerrelli sostenendo, invece, che nello spirito della legge 184/1983 sia da tutelare primariamente il diritto del minore a crescere nella propria famiglia, invita gli avvocati a mostrare il proprio disappunto per questa deriva ideologica totalitaria assunta da un organo che dovrebbe rappresentare tutte le componenti dell’avvocatura e che invece, con questa posizione, rappresenta soltanto una ristretta élite connotata ideologicamente.

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