La settimana del pianeta terra progetto innovativo di promozione delle geo scienze , ideato e voluto da Rodolfo Coccioni dell’Università di Urbino e Silvio Seno dell’Università di Pavia sbarca al Festival delle Storie in Val di Comino nel Lazio . Infatti la grande kermesse ideata ed organizzata dal giornalista Vittorio Macioce rappresenterà una grande opportunità per alcune storie importanti che la Settimana del Pianeta Terra racconterà ad Ottobre . Sabato 29 Agosto al Festival delle Storie ci saranno le terre del grande Michelangelo ed il mondo di Piero della Francesca . Rodolfo Coccioni e la Cacciatrice di Paesaggi Olivia Nesci narreranno le loro avventure nelle terre del Montefeltro attraversate e abitate dai più grandi artisti del Rinascimento. Una vera e propria detective story i cui indizi provengono da osservazioni geologiche, paesaggistiche e naturalistiche, ma anche dagli archivi segreti di antiche biblioteche. I terreni da pascolo di Michelangelo, il paesaggio segreto della Gioconda, la prospettiva di Piero della Francesca e i due colombi della Città Ideale saranno i protagonisti di questa straordinaria narrazione in occasione del Festival delle Storie .
Con la Settimana del Pianeta Terra andremo sulle terre di Michelangelo , vedremo dal vivo i paesaggi di Piero della Francesca
Se Leonardo aveva la sua vigna a Milano, Michelangelo aveva i suoi terreni da formaggio a Casteldurante, oggi Urbania e potremo visitarli accompagnati dai ricercatori durante la Settimana del Pianeta Terra . I terreni sono stati ritrovati da Rodolfo Coccioni , ricercatore , analista del paesaggio , paleontologo, docente dell’Università di Urbino e per la prima volta sarà possibile vederli dal vivo. I terreni erano destinati al pascolo per produrre, appositamente per il grande artista italiano, protagonista del Rinascimento, il cascio di guaime, oggi conosciuto come “Casciotta di Urbino”, formaggio D.O.P. a pasta semicotta fatto con una miscela di latte prevalentemente ovino e subordinatamente di latte vaccino.
“Michelangelo era appassionatissimo di questo formaggio fresco e dolce, dell'antico Ducato di Urbino , la Casciotta, prodotto con latte di animali nutriti con il guaime, l'erba tenera che rinasce dopo la prima falciatura. Sembra addirittura - ha dichiarato Coccioni - che si nutrisse quasi esclusivamente della casciotta d'Urbino se in una delle celebri Rime si legge: “L'anima mia dal corpo ha tal vantaggio, che se stasat' allentasse l'odore, seco non la terre' 'lpan e 'l formaggio”. Tanto che per garantirsene un'abbondante scorta, mentre era impegnato con la Piazza del Campidoglio e con la Basilica di San Pietro in Vaticano e la sua Cupola, aveva fatto affittare, come risulta da un atto notarile del 12 febbraio 1554, tre poderi con casa e terreno nei pressi di Casteldurante dal suo domestico e più stretto collaboratore, nativo proprio di questa cittadina, Francesco Amatori.
Nell'atto notarile tra l'Amatori e i fittuari dei terreni si menzionano i tre poderi “Vicelicet uno detto de Collonello, secundo detto delli Camporesi, tertio nuncupato de Ca la Ricciola...” e si legge tra i patti“Item che siano obligati mandare a Roma al detto Francesco lire venticinque de cascio di guaimo, et detto Francesco sia tenuto di pagare la vettura et li fittuarii siano tenuti a mantenere le bestie nell'essere che le trovano, et la lana servarla per fare mattarazzi. I terreni di questi poderi, che oggi hanno rispettivamente i toponomi di Campi Resi, C. Colonnelli e La Ricciola, hanno una naturale vocazione al pascolo degli ovini per le loro caratteristiche geologiche e geomorfologiche: si tratta infatti di terreni prevalentemente sabbiosi, quindi leggeri e asciutti, e acclivi”.
E ci sono numerosi scambi epistolari che confermano anche quanto Michelangelo fosse amante di questo formaggio oggi D.O.P.
Questi terreni sono stati ritrovati.
Ascolteremo l’intera narrazione al Festival delle Storie in val di Comino fatta proprio dai ricercatori che hanno ritrovato i 3 poderi ma proprio con loro avremo modo di visitare le terre , vedere la trasformazione del formaggio , la sua lavorazione durante La Settimana del Pianeta Terra in programma con 237 eventi in tutta Italia dal 18 al 25 di Ottobre . Durante la Settmana del Pianeta Terra vedremo anche i documenti originali con le lettere firmate dal grande padre del Rinascimento Italiano .
Oggi questi terreni li abbiamo ritrovati e testimoniano quanto sia fondamentale il racconto culturale , storico e geologico di un prodotto tipico italiano dalla sua terra alla tavola. Buon appetito Michelangelo! Questi stessi prodotti potrebbero essere per storia e territorio patrimonio dell’Umanità e patrimonio geologico a conferma della loro unicità.
Rodolfo Coccioni e la Cacciatrice di Paesaggi Olivia Nesci narrano le loro avventure nelle terre del Montefeltro attraversate e abitate dai più grandi artisti del Rinascimento. Una vera e propria detective story i cui indizi provengono da osservazioni geologiche, paesaggistiche e naturalistiche, ma anche dagli archivi segreti di antiche biblioteche. I terreni da pascolo di Michelangelo, il paesaggio segreto della Gioconda, la prospettiva di Piero della Francesca e i due colombi della Città Ideale sono i protagonisti di questa straordinaria narrazione.
Rodolfo Coccioni, 66 anni, marchigiano, geologo e paleontologo. Docente all'Università di Urbino, svolge un'intensa attività di ricerca e di divulgazione scientifica e culturale. Nel 2007 gli è stato assegnato il Premio Ulisse Aldrovandi. E' stato Presidente della Società Paleontologica Italiana e dell'Associazione Italiana di Geologia Medica. É responsabile della “Settimana del Pianeta Terra” e direttore del Corso di Alta Formazione Universitaria “La Terra a tavola – Narratore del Gusto e della Cultura”.
Olivia Nesci, geomorfologa e docente all’Università di Urbino, esperta di genesi ed evoluzione del paesaggio fisico che studia attraverso il telerilevamento e la fotografia aerea, sono note Cacciatrici di Paesaggi. Hanno ritrovato nel territorio del Montefeltro gli sfondi delle opere più famose del Rinascimento, da Piero della Francesca a Leonardo. E lo hanno raccontato in due libri.