Il primo ministro greco Alexei Tsipras esclude la possibilità di elezioni anticipate in Grecia nel caso in cui i negoziati con i creditori fallissero ha detto in un'intervista a Star tv
“All’Eurogruppo c’è un clima negativo – ha confessato il premier -. E la sostituzione di Varoufakis è motivata anche dal fatto che i partner preferiscono un interlocutore più malleabile”. Il governo Syriza era “inesperto”, ha ammesso, ed è stato “ingannato” dalle altri parti al tavolo. “Il governo Samaras ci ha lasciato un’eredità tossica fatta di casse vuote e ultimatum da rispettare. L’Europa ci ha mentito: avevano garantito che dopo l’accordo del 20 febbraio avrebbero liberato le mani alle banche consentendo loro di investire di più nei titoli di stato e non l’hanno fatto”. Frecciate anche per Draghi, reo di aver preso la decisione “non ortodossa” di ridurre la possibilità di finanziarsi presso la Bce degli istituti di credito.
Alexis Tsipras che sta provando a giungere all'accordo tra la Grecia e i partner internazionali. L'effetto si vede piuttosto con la distensione degli spread, quello italiano incluso, dopo il leggero allargamento dei giorni scorsi. La decisione di rimpastare la squadra di negoziatori con il Brussel Group dove ci sono i membri della ex Troika dando maggior peso al viceministro delle Finanze, Yannis Dragasakis, è sembrato ai più il classico promoveatur ut amoveatur di Yanis Varoufakis, il titolare dei conti pubblici che formalmente coordina il gruppo delle trattative, ma nei fatti esce depotenziato dall'avvicendamento. Una mossa che serve a metter da parte l'elemento 'destabilizzante' del governo di Syriza, che con il suo carisma e le sue idee aveva irritato le controparti europee nell'ultimo Eurogruppo. Lo stesso Tsipras, che ha creato un canale diretto con Angela Merkel con una telefonata nel fine settimana, ha dato per certa in un'intervista di lunedì sera la volontà della cancelliera di condurre in porto l'accordo, per il bene di Atene e dell'Europa. Ma se le condizioni saranno troppo dure per i greci ci sara
Non sarà facile ed è chiaro anche al premier che ieri non ha risparmiato critiche durissime a creditori e opposizione salvando solo Angela Merkel “ora che l’ho incontrata ho capito perché è leader da così tanto tempo”. Il nuovo team di negoziatori guidato da Euclid Tsakalotos, moderato viceministro degli esteri più gradito a Bce, Ue e Fmi, metterà a punto già stasera una legge omnibus sulle riforme da presentare a Bruxelles. “Siamo lontani ancora su privatizzazioni, lavoro e pensioni – ha precisato Tsipras -. Se alla fine le condizioni poste saranno oltre le “linee rosse” che ci siamo dati con il programma elettorale convocheremo un referendum”. Non elezioni, dunque, ma una consultazione popolare, malgrado i dubbi dei costituzionalisti secondo cui la Carta greca non prevede ipotesi di questo tipo per leggi di bilancio.
L’unico passo indietro del presidente del Consiglio sui suoi impegni elettorali è quello relativo all’abolizione della tassa unica sulla casa, che “potrebbe slittare al 2016”. Il premier ha ribadito invece che non vuole retromarce sul ripristino dei contratti collettivi o su temi delicati come l’Iva agevolata per le isole. “Sulle privatizzazioni il disaccordo è soprattutto su come usare i proventi – ha precisato – Noi vogliamo utilizzarli per la crescita e non per gettarli nel pozzo senza fondo del debito”. Le pensioni invece “potrebbero essere discusse a giugno nell’ambito di un programma più a medio e lungo termine” dove con ogni probabilità si parlerà di come ridurre l’impagabile montagna di 317 miliardi di debiti del paese.
Cervello estremamente brillante, Varoufakis è uno stimato economista che insegna all'Università di Austin (Texas), ma non brilla per modestia.
Capelli tagliati cortissimi su una faccia da attore e sguardo glaciale da 'tombeur de femmes' - come appare nella foto del suo profilo twitter - Varoufakis che ha pure la cittadinanza australiana è noto in Grecia e all'estero come un acerrimo oppositore dei Memorandum firmati dai precedenti governi greci con la troika Ue, Bce e Fmi, ovvero i rappresentanti dei creditori internazionali del Paese. Ha scritto diversi libri di economia sulla crisi globale ed europea fra cui 'The Globalising Wall' e 'The Global Minotaur', nel quale paragona il ruolo dell'economia Usa a partire dagli Anni '70 nei confronti del resto del mondo alla figura del mitico Minotauro che sbranava coloro che finivano nel labirinto.