Il servizio civile, una scelta cambia la vita. Non solo uno slogan, ma un’esperienza di vita. Quella vissuta dai volontari in servizio presso le Caritas diocesane calabresi, che nei giorni scorsi si sono ritrovati a Cetraro per prendere parte al corso formativo di inizio servizio. Un appuntamento, quello della formazione residenziale, previsto in apertura, alla metà ed alla fine dei dodici mesi di impiego e previsto soltanto dalla Caritas, al fine di accompagnare i giovani nel loro cammino quotidiano al servizio del prossimo. Quaranta i giovani che hanno preso parte al corso, operanti in seno alle case famiglia, ai laboratori per minori, ai centri di assistenza e di ascolto attivi nelle Caritas delle diocesi di Reggio Calabria-Bova, Cassano allo Ionio, Cosenza-Bisignano, Rossano-Cariati, Lamezia Terme, San Marco Argentano-Scalea.
Tre, in particolare, le giornate dedicate allo studio del mondo Caritas e della Protezione Civile, ma anche – e soprattutto – di sé, delle relazioni interpersonali e della gestione dei conflitti, della dottrina della non violenza. Questioni affrontate nel confronto costante con il Nucleo regionale di servizio civile Caritas, coordinato da Alfonso Canale. Nelle diverse attività svolte centrale è stata l’attenzione rivolta alla conoscenza del proprio io ed all’articolazione dei rapporti con l’altro, essenziale in contesti nei quali, quotidianamente, all’interno delle sedi di servizio, continuo è il dialogo con i bisognosi che si rivolgono alla Caritas non solo per un aiuto immediato, ma per lasciarsi coinvolgere in progetti di inserimento sociale, culturale e lavorativo. Un lavoro portato avanti lungo un sentiero fatto di slide, laboratori, giochi di ruolo, discussione, preghiera e visita alle meraviglie del paese tirrenico, su tutti il centro storico ed il museo dei Brettii.
Come è andata? Lo dicono le testimonianze dei volontari. «Sono stati giorni bellissimi. Ho capito che con questa scelta ho migliorato la mia voglia di conoscere e apprezzare la vita», confida Francesco Terranova. «Ne ho ricavato un invito ai giovani», aggiunge Chiara De Rose: «Vivete più semplicemente affinchè altri possano vivere semplicemente. Fate la vostra parte. Siate la voce di chi non ha voce». E se Angela Vilardi mette in evidenza «le regole fondamentali che riporto con me a casa, ovvero responsabilità, equilibrio e tolleranza», Alessia Genovese sottolinea la bellezza di «giorni che hanno lasciato il segno. E forse la felicità è proprio questa: avere il cuore pieno di gioia, di voglia di fare, di lottare, di impegnarsi e mettersi al servizio di chi non ha avuto la possibilità di scegliere, ma è stato derubato della speranza di poter cambiare e credere ancora in qualcosa, in qualcuno».
Insomma, bilancio positivo e sguardo già rivolto agli orizzonti futuri. A quelli ritrovati con rinnovato entusiasmo nelle realtà di appartenenza, come alle tappe formative già in programma. In cima all’elenco il faccia a faccia con Papa Francesco nell’Aula Nervi, a Roma, il 26 novembre. Un incontro destinato, esso pure, a cambiare la vita di chi ha scelto di rinunciare all’egoismo per dare una mano al prossimo.