C'è il No di Sel e della Lega, mentre il M5s andrà alle consultazioni, come ha deciso la rete 'sconfessando' i due leader del Movimento, e a sorpresa ci sarà anche Beppe Grillo. C'è la 'mezza' apertura di Gal. E poi c'è il lungo chiarimento tra Matteo Renzi e Angelino Alfano.
La 'maratona-consultazioni' del premier incaricato inizia che è metà mattina e si concluderà oggi, con Berlusconi e il Pd. Ed è inframmezzata da un primo 'fuori onda': l'incontro tra il premier incaricato e l'esponente della minoranza del Pd, Gianni Cuperlo che chiede anticipazioni sul programma. Per ora, i 'renziani' professano ottimismo: tutto procede come deve. Giovedì ci sarà la stretta sulla squadra di governo e, assicura il braccio destro del premier incaricato, Graziano Delrio, il governo sarà pronto "entro la settimana
Con l’arrivo di Renzi a Montecitorio è iniziata, con circa mezz’ora di ritardo, laseconda e ultima giornata di consultazioni a Montecitorio per il premier incaricato. Il primo appuntamento per il segretario del Pd è con Berlusconi, arrivato alla Camera cinque minuti prima del sindaco di Firenze. Con il leader di Forza Italia anche i capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani.
Subito dopo l'incontro con il premier incaricato Berlusconi ha sottolineato che "il Paese ha assolutamente bisogno di diventare un Paese governabile, cosa che oggi non è. Lo posso dire essendo stato presidente del Consiglio per anni. Io credo che sia
assolutamente importante rivedere l'assetto costituzionale per dare al presidente del Consiglio gli stessi poteri che hanno i suoi colleghi in altri Paesi". E per garantire la governabilità ha aggiunto: "Credo che sia assolutamente importante rivedere l’assetto costituzionale per dare al presidente del Consiglio gli stessi poteri che hanno i suoi colleghi in altri Paesi". Sempre sul tema riforme Berlusconi ha auspicato "l’elezione diretta del Capo dello Stato".
E' in corso l'incontro tra il presidente del Consiglio incaricato, Matteo Renzi, e la delegazione del Pd. Nella Sala del Cavaliere per i Democratici sono entrati i capigruppo di Camera e Senato, Roberto Speranza e Luigi Zanda.
Il premier incaricato, arrivando a Montecitorio, torna sulla querelle per la sicurezza: "La scorta? Ci vuole non per me ma per i giornalisti!", dice commentando con i commessi mentre sale in ascensore la ressa di cameraman e giornalisti dalla quale per difendersi si "libera" dando qualche spintone.
Perché starci? E consentire ad Alfano, che ha già ricevuto l'estrema unzione, di non passare nel mondo di quelli che hanno tradito Berlusconi? C'è un patto che è quello Berlusconi-Renzi per la legge elettorale che faccia sparire i ricatti, e la riforma elettorale è già in ritardo». Lo afferma Giancarlo Galan, deputato di Fi.
''Le riforme da fare sono enormi: la Golden share di questo Governo è in mano al Partito Democratico ma per la medesima ragione, qualora non ci si renda conto che queste sono riforme ineludibili, noi siamo sicuramente disponibili ad andare al voto subito e non abbiamo nessun timore a farlo, tant'è che non abbiamo avuto timore neppure a mandare a casa il Governo Letta''.