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Giovedì, 05 Dicembre 2024

Una nuova bufera scuote il calcio italiano

L'istruttoria Antitrust nei confronti di Sky Italia, Rti-Mediaset, Infront Italy e della Lega di Serie A sull'assegnazione dei diritti tv per il campionato di calcio nel triennio 2015-2018 è "volta a verificare se siano intervenuti "accordi spartitori" fra Sky e Mediaset" e se ci sia stata "un'intesa restrittiva della concorrenza"..ma non e solo questo :

Una nuova bufera scuote il calcio italiano, stavolta in Lega Pro e Serie D con  sospetti sulla Serie B. La Polizia sta eseguendo decine di fermi in tutta Italia nell'ambito di una nuova inchiesta sul Calcioscommesse, nei confronti di calciatori, dirigenti e presidenti di club. L'inchiesta è coordinata dalla Dda di Catanzaro e e dallo Sco di Roma.. L'accusa è associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Sono 50 i fermi, oltre 70 gli indagati. Oltre 30 le squadre coinvolte. Perquisizioni sono in corso nelle sedi di diverse squadre.Ma vediamo l istrutoria del antitrust prima :

L'ipotesi investigativa all'esame di Antitrust e Guardia di Finanza è che l'esito finale della vendita dei diritti televisivi per le stagioni calcistici 2015-2018, espletata dalla Lega calcio nel giugno 2014, sia stato alterato da un accordo restrittivo della concorrenza. Nell'ambito di accertamenti sulla vendita dei diritti televisivi per le stagioni calcistiche 2015-2018- secondo quanto apprende le agenzie di stampa - finanzieri del nucleo speciale Tutela Mercati, d'intesa con l'Autorità Garante della Concorrenza, stanno eseguendo ispezioni a Milano e Roma presso le sedi della Lega calcio di serie A e di alcune pay-tv. Tale accordo - sempre secondo l'ipotesi investigativa - sarebbe avvenuto fra i principali operatori attivi a livello nazionale sul mercato delle pay-tv, vale a dire Sky e Mediaset. La stessa Lega calcio, in violazione di disposizioni europee - ipotizzano gli investigatori - avrebbe favorito gli accordi.

"Infront ha messo a disposizione dell'Antitrust ogni documento richiesto e sta già collaborando con la stessa all'accertamento della correttezza dei fatti". Così l'advisor per i diritti tv della Lega commenta con l'Ansa le ispezioni della Guardia di finanza. Infront "è a conoscenza dell'istruttoria avviata dall'Antitrust in relazione alla vendita dei diritti tv nel mercato domestico - spiega ancora l'advisor - per il periodo 2015-2018 e conferma che stamani funzionari dell'Antitrust, assistiti dalla Guardia di Finanza, si sono recati presso la propria sede a Milano".

"L'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato - spiega una nota diffusa dall'organismo di garanzia - ha aperto un'istruttoria nei confronti delle società Sky Italia, Rti-Mediaset, Infront Italy e della Lega nazionale professionisti di Serie A sull'assegnazione dei diritti televisivi per il Campionato di calcio nel triennio 2015-2018, volta a verificare se siano intervenuti 'accordi spartitori' fra Sky e Mediaset. Per accertare queste ipotesi, funzionari dell'Antitrust hanno eseguito oggi una serie di ispezioni nelle sedi delle società, coadiuvati dai militari del Nucleo speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza". "In particolare - spiega ancora l'Antitrust - al termine della procedura per l'assegnazione dei diritti televisivi, Sky avrebbe dovuto trasmettere le partite del Campionato di Serie A sulle piattaforme satellitare e digitale terrestre contenute nei 'Pacchetti A e B', mentre a Mediaset - che aveva presentato l'offerta più alta solo per il 'Pacchetto D' - sarebbero spettate le restanti partite su tutte le piattaforme. Successivamente alla gara, tuttavia, l'assetto definitivo delle assegnazioni è risultato diverso per i singoli 'pacchetti' in cui erano stati inseriti i diritti televisivi: il pacchetto satellitare (A) è stato assegnato a Sky, il pacchetto digitale terreste (B) è stato assegnato a Rti, mentre il pacchetto D è stato assegnato a Rti e poi da questa ceduto a Sky". Oggetto dell'istruttoria dell'Antitrust, spiega ancora la nota, "è la possibile sussistenza di un'intesa restrittiva della concorrenza, in violazione dell'art. 101, comma 1, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, volta eventualmente a 'condizionare e alterare' gli esiti della procedura di assegnazione e a escludere i potenziali nuovi entranti, in modo da pregiudicare il commercio intracomunitario. Il procedimento dovrà concludersi entro il 30 aprile 2016".

Intanto ad alcuni indagati vengono contestate le aggravanti mafiose e transnazionali. L'inchiesta ha preso il via grazie alle intercettazioni di Pietro Iannazzo, ritenuto elemento di vertice dell'omonima cosca che opera a Lamezia Terme, arrestato giovedì scorso in una operazione della polizia contro la 'ndrina. Quella degli Iannazzo, secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia, è una cosca "d'elite della mafia imprenditrice" dedita agli affari, ma anche capace di scatenare una guerra con altre consorterie per mantenere il proprio predominio sul territorio. Nel corso dell'operazione condotta la settimana scorsa da squadra mobile di Catanzaro, Sco, Dia e Guardia di finanza, sono state una quarantina le persone arrestate, tra le quali alcuni imprenditori. E' stato captando alcune conversazioni di Pietro Iannazzo nel corso di quella indagine che gli investigatori hanno saputo delle combine su varie partite dei campionati di Lega Pro e Cnd per alterare i risultati al fine di ottenere vincite cospicue con le scommesse.

I poliziotti del Servizio centrale operativo e della squadra mobile di Catanzaro stanno operando nelle province di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Milano, Salerno, Avellino, Benevento, L'Aquila, Ascoli, Monza, Vicenza, Rimini, Forlì, Ravenna, Cesena, Livorno, Pisa, Genova e Savona

"Due gruppi criminali organizzati, tra loro distinti, ma aventi un trait d'union soggettivo, dediti ad architettare frodi sportive, 'combinando' incontri di calcio del campionato dilettantistico e dei tornei professionistici". E' quanto ha portato alla luce l'inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta da squadra mobile e Sco secondo quanto scrive il pm titolare delle indagini, Elio Romano, nel decreto di fermo eseguito oggi nei confronti di 50 persone. Un'organizzazione, prosegue il pm, "alimentata anche dal denaro che proviene dai 'signori' delle scommesse e cioè personaggi, di cui alcuni ancora non identificati, che vivono in Asia (Kazakistan), nell'est d'Europa (Serbia e Slovenia) ed in Russia e che, comunque, in Italia hanno la loro longa manus nel gruppo criminale.

Attraverso la mediazione di dirigenti sportivi disonesti e avventurieri in cerca di facili profitti, i finanziatori stranieri irrorano le casse delle organizzazioni criminali oggetto d'indagine fornendo denaro ai criminali 'nostrani', che lo usano in primis per 'corrompere' i calciatori in modo da avere partite combinate su cui scommettere e realizzare ingenti guadagni, sempre senza l'alea propria della scommessa (fatti salvi i casi in cui - per una sorta di perfida nemesi del Dio del Calcio - la combine 'salta', con tutte le conseguenze del caso, generando poi ulteriore attività criminale - a base violenta stavolta - come emerge dai capi di imputazione dedicati alle estorsioni e al sequestro di persona a scopo di estorsione)". L'inchiesta, scrive ancora il pm, ha permesso di far emergere "la parte marcia del mondo del 'pallone' della LND e della Lega PRO, che è poi quello più visceralmente legato alla 'provincia' italiana".

La 'ndrangheta dietro alcune delle presunte combine di partite dei campionati di Lega Pro e Cnd venute alla luce con l'inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta dalla squadra mobile e dallo Sco di Roma. Ad alcuni indagati vengono contestate le aggravanti mafiose e transnazionali. L'inchiesta ha preso il via grazie alle intercettazioni di Pietro Iannazzo, ritenuto elemento di vertice dell'omonima cosca che opera a Lamezia Terme, arrestato giovedì scorso in una operazione della polizia contro la 'ndrina. Quella degli Iannazzo, secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia, è una cosca "d'elite della mafia imprenditrice" dedita agli affari, ma anche capace di scatenare una guerra con altre consorterie per mantenere il proprio predominio sul territorio. Nel corso dell'operazione condotta la settimana scorsa da squadra mobile di Catanzaro, Sco, Dia e Guardia di finanza, sono state una quarantina le persone arrestate, tra le quali alcuni imprenditori. E' stato captando alcune conversazioni di Pietro Iannazzo nel corso di quella indagini che gli investigatori hanno saputo delle combine su varie partite dei campionati di Lega Pro e Cnd per alterare i risultati al fine di ottenere vincite cospicue con le scommesse.

Pietro Iannazzo, il presunto boss dell'omonima cosca intratteneva rapporti con presidenti di società di calcio per alterare i risultati. E' quanto emerso dall'inchiesta "Dirty soccer" condotta dalla polizia di Stato e coordinata dalla Dda di Catanzaro. E' proprio intercettando alcuni colloqui di Iannazzo che gli investigatori hanno ricostruito il giro di calcioscommesse.

L'allenatore del Barletta (Lega Pro), Ninni Corda, è stato fermato nell'ambito della inchiesta sul calcioscommesse della Procura di Catanzaro. Corda, 40enne originario di Nuoro, è arrivato sulla panchina barlettana a metà del girone di ritorno. Su nove partite, giocate dalla squadra che Corda ha allenato, tre, secondo la Dda di Catanzaro, sarebbero quelle incriminate (Barletta-Catanzaro, 1-1; Aversa-Barletta, 0-1; Barletta-Vigor Lamezia, 3-3).

 

Vi scrivo a seguito della pubblicazione in data 19.05.2015 sul quotidiano online “Il Messaggero.it” di un articolo dal titolo Calcioscommesse Lega Pro, coinvolta anche la Lupa Roma: venduta partita contro la Juve Stabia., Vi riporto integralmente la dichiarazione del Presidente della Lupa Roma FC Dott. Alberto Cerrai, al fine di smentire l’articolo diffamatorio e lesivo dell’immagine della Lupa Roma FC.

“Sento un profondo senso di amarezza e frustrazione nel ritrovarmi come persona e come società su una pagina di giornale per storie che non appartengono alla mia filosofia di vita e, per giunta, prive di ogni fondamento. La storia della Lupa Roma è una storia di sport totalmente pulita e riprova ne è il fatto che mai una sola volta siamo stati coinvolti in argomenti o storie contrarie ai valori etici dello sport e nello specifico in quelle del calcio scommesse. Un articolo quello pubblicato da “Il Messaggero” che mi indigna sia come Uomo che come Presidente. Tirati in ballo da persone estranee alla Lupa Roma che neanche conosco mi getta nello sconforto totale. E tutto questo stride con la filosofia che da sempre ha contraddistinto la Lupa Roma che sin dalla nascita si è ispirata alla Costituzione Italiana e ai valori dello sport in essa espressi. I colori come il simbolo sono stati scelti con il chiaro significato del valore dello sport per unire e non dividere. Il rispetto delle regole da me voluto oltre che a produrre un regolamento di 9 pagine capace di regolamentare la vita associativa sia dentro che fuori la società, trova riscontro anche nella diffusione di un diario scolastico regalato a tutti i nostri ragazzi, contenente i 139 articoli della Costituzione Italiana e i 10 comandamenti come regole di vita. L’obbligo di usare gli scarpini neri come regola per poter giocare nella Lupa Roma cosi come l’aver organizzato il primo torneo di Natale dal titolo “la Legalità” sono fatti che stridono con quanto riportato nell’articolo contestato. La Lupa Roma si ispira nel suo nome a valori quali Lealtà, Uguaglianza, Passione, Amore. Tutto questo non può in alcun modo essere messo in discussione perché questo è quanto si cerca di costruire, ancor prima che un risultato, nella Lupa Roma. Quanto scritto è un evidente danno alla mia immagine, a quella della società e di tutti i suoi tesserati e, non ultimo, a quella dei Partner commerciali”.

Vi chiedo dunque di voler provvedere ai sensi dell’art.8 Legge 47/48 alla rettifica di quanto riportato nel citato articolo nella collocazione prevista dalla legge con risalto analogo a quello riservato al brano giornalistico cui la rettifica si riferisce, comunicandovi che in difetto intraprenderò le iniziative necessarie volte a tutelare la reputazione e l’immagine della Lupa Roma FC, del suo Presidente, di ogni figura appartenente alla società senza distinzione di ruolo o grado, e non ultimo quella dei Partner commerciali.

Distinti saluti,

Avv. Di Giacomo Sabrina

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