In primis, diciamo che l’economia sta cambiando nel Mezzogiorno. Vediamo come. In base ai dati raccolti dall’Osservatorio economico, elaborati da Inps e resi noti da Coldiretti, in tutta la Puglia, tra il 2008 e il 2014, vi è stato un incremento di imprese agricole del 99,4%; il 62% è prevalenza di imprese tra i giovani. Nel Salento, piccole start up stanno crescendo su software e ricerca; la provincia di Lecce, rispetto a quelle del Sud, soprattutto, negli ultimi due anni, sembra di aver fatto passi in avanti importanti: 51 start up nel Salento.Ancora, la Puglia rappresenta la terza regione al Sud, per numero: in totale sono 191, dopo la Calabria e la Sicilia che raggiungono quota 238. Ma c’è di più. A guidare la classifica nazionale è la regione Lombardia con 1.111 start up, seguita dall’Emilia Romagna con 562start up innovative. Poi, c’è un’indagine di Bankitalia sul turismo, secondo la quale, la meta turistica più gettonata, in Puglia, è risultato il Salento. A questo punto, noi diciamo, senza mezzi termini, che pur apprezzando queste prospettive, locali, di crescita, nel Mezzogiorno, è auspicabile che non rimangano “a macchia di leopardo”. In tal senso, per dovere di cronaca, diciamo che qualcosa si sta muovendo: a Bari si è aperta, l’11 febbraio scorso, “La Borsa internazionale dell’innovazione e dell’alta tecnologia(Biat), in programma per la prima volta, in Puglia. La manifestazione ha puntato a valorizzare il potenziale innovativo espresso dal sistema delle imprese e della ricerca delle Regioni di Convergenza(Campania, Calabria, Puglia e Sicilia). E dulcis in fundo, pensiamo che questo sia, un passo importante, per la crescita dell’intero Sud Italia.