In primis, diciamo che se da un lato la data, 17 marzo 1861, ha una sua importanza per la nascita dello Stato italiano, dall’altro, nella stessa data, affonda le radici la, sempre attuale, questione meridionale, risultato di disuguaglianze tra il Nord e il Sud del Paese Italia. Ma c’è di più. Purtroppo, il Mezzogiorno è condannato, ancora, oggi, ad essere una società sottosviluppata, dove, in particolare, prevale la precarietà, un’economia di bassa produttività e un’illegalità diffusa nel mondo del lavoro (leggi: lavoro grigio e nero). Ancora, nel settore dei trasporti, continuano a prevalere le disuguaglianze tra il Nord e il Sud del Paese. Il Contratto di Programma prevede nuovi investimenti per 8miliardi e 571milioni, dei quali solo 474 milioni al Sud, rispetto ai 6miliari e 225 milioni impegnati al Nord. Poi, nelle città del Centro-Nord entrerà un treno ogni tre minuti. Sui convogli merci saranno caricati anche i Tir. Pertanto, va detto, senza mezzi termini che, così, il Mezzogiorno d’Italia si allontana, sempre più dal contesto europeo e seguirà, sempre più, una condizione di “declino secolare”, facendo prevalere una difficoltà della ripresa dello sviluppo e della crescita.