Un recente Rapporto dell’Istat ha sintetizzato alcuni dati economici di confronto fra le grandi regioni italiane. Ebbene, nel 2013 il Pil per abitante era di 33,5mila euro nel Nord-Ovest, 31,4mila nel Nord-Est e 29,4mila nel Centro. Questi mostrano una certa disparità modesta. Quando si passa, invece, alla lettura del dato del Mezzogiorno si entra in un vero e proprio “distacco territoriale”: il Pil pro-capite scende, infatti, a 17,2 mila euro. Si tratta di un livello inferiore del 45,8% rispetto a quello della media del Centro-Nord. A questo punto, noi diciamo che non solo siamo di fronte a differenze insostenibili, ma a differenze, anche, che tendono a crescere, visto che, in particolare, le cadute di occupazione più pesanti, durante il periodo della crisi, sono proprio registrate nel Mezzogiorno. Pertanto, è necessario che la “Questione Meridionale” venga messa a centro della Politica nazionale, creando, in primis, una valorizzazione delle risorse umane, già esistenti, affinchè, non emigrino, alla ricerca di un lavoro, nel Centro-Nord del Paese Italia o, addirittura, in altri Paesi esteri. E dulcis in fundo, noi riteniamo che solo da una valorizzazione delle risorse umane esistenti, può costruirsi la base della ripresa del Mezzogiorno e dell’intero Paese.