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Che broccoli, cavolfiori e cavolini di Bruxelles avessero proprieta' anticancerogene, per i tumori all'intestino, era cosa nota e confermata da due studi dell'Istituto britannico per l'alimentazione e dalla Universita' John Hopkins di Baltimora (USA). Questi studi rilevano che il consumo di un chilogrammo a settimana dei suddetti prodotti diminuisce del 50% il rischio di tumore all'intestino.
Ma la novita' e' che la assunzione di germogli di broccoli protegge dal cancro al seno perche' inibiscono lo sviluppo delle cellule staminali tumorali, interrompendo l'accrescersi della massa neoplastica. E' quanto emerge da uno studio pubblicato dalla University of Michigan Comprehensive Cancer Center sulla rivista Clinical Cancer Research. Il sulforafano, in particolare, sarebbe in grado, oltre che di prevenire il cancro al seno, di uccidere le cellule staminali che permettono alla neoplasia di svilupparsi. I germogli contengono, in misura 100 volte superiore alla pianta matura, isotiocianato (estero dell'acido isotiocianico), dal caratteristico odore di senape, che ha una azione "disintossicante" delle cellule. L'esperimento e' stato fatto sui ratti, trattati con l'estratto di germogli. Ma anche la pianta matura dei broccoli, contenente indolo-3-carbinolo, ha effetti inibitori del cancro al seno.
Una attivita' informativa consentirebbe ai consumatori di indirizzare le proprie scelte alimentari verso questi prodotti tipici invernali che, oltretutto, sono ampiamente diffusi nel nostro Paese.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata dell’Ictus Cerebrale (World Stroke Day), patologia che solo in Italia colpisce 1 milione di persone, di cui oltre il 50% convive con un handicap e dipende quasi  esclusivamente dai propri familiari. Un numero ancora più elevato di soggetti,  prevalentemente anziani,  presentano una patologia vascolare silente che ne riduce le capacità mentali e le funzioni motorie.

La Società Italiana di Neurologia (SIN) coglie l’occasione della Giornata Mondiale per sensibilizzare il Servizio Sanitario Nazionale a favorire la prevenzione e la diagnosi precoce dell’ictus cerebrale nella popolazione e ottimizzare l’organizzazione sul territorio nazionale delle Stroke Unit, ovvero le unità di emergenza per la cura e la gestione dell’ictus, le uniche abilitate ad erogare le terapie di emergenza che, se somministrate in tempo utile, possono neutralizzare l’attacco ischemico.

La SIN inoltre auspica un intervento pubblico nel supportare adeguatamente la ricerca scientifica che in Italia assume sempre più valenza di assoluto rilievo internazionale. I neurologi italiani, infatti, stanno portando avanti linee di ricerca sull’ictus all’avanguardia, come quelle nel campo dei biomarcatori che possono rivelare lo stato di alterazione del tessuto cerebrale del paziente al momento dell’arrivo in ospedale. Si tratta di tecniche basate sulle neuroimmagini sempre più avanzate come la TC-perfusion, le tecniche di risonanza magnetica, o sul dosaggio di molecole circolanti che esprimono il danno precoce del tessuto stesso.

“Esistono oggi formidabili mezzi sia diagnostici sia terapeutici per la prevenzione ed  il trattamento d’urgenza dell’ictus acuto – afferma Domenico Inzitari, Direttore della Stroke Unit dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze e Professore Ordinario presso la Clinica Neurologica dell'Università di Firenze – Anche la riabilitazione ricopre un ruolo fondamentale.  Oggi un paziente colpito da un ictus anche grave può tornare a condurre una vita normale in pochi giorni, a patto che  arrivi rapidamente in ospedale e venga ricoverato presso una Stroke Unit. Esiste la possibilità di disostruire rapidamente le arterie cerebrali chiuse da un trombo o da un embolo, usando  farmaci somministrati per via endovenosa (trombolisi) o mediante microcateteri che asportano il coagulo direttamente dalle arterie colpite. Il risultato migliore si ottiene quando il paziente viene trattato entro 60 minuti; in ogni caso l’arrivo in ospedale non dovrebbe superare le 4 ore e mezza”.

Le Stroke Unit sono affidate in prevalenza ai neurologi, ma necessitano del contributo di altri specialisti, soprattutto medici dell’emergenza (118), neurointerventisti e cardiologi.

 

Nella scorsa stagione sono stati colpiti dai virus influenzali circa 4,5 milioni di italiani, ci dobbiamo quindi preparare all’arrivo ormai prossimo della nuova epidemia influenzale. Per i prossimi mesi il picco massimo di casi sarà registrato da dicembre a marzo 2015 e colpirà almeno 5 milioni di italiani. E’ ormai in fase avanzata di allestimento il vaccino anti-influenzale, che come ogni anno viene realizzato in funzione dei ceppi virali maggiormente circolanti e che sarà dai prossimi giorni disponibile in tutte le farmacie.

Se ne parla durante il XIII Congresso Nazionale della SIMIT, Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, apertosi domenica a Genova. Il congresso, che conta circa mille delegati provenienti da tutta Italia si propone di affrontare due emergenze in particolar modo: una verifica sulla situazione d’emergenza riguardante l’Ebola, e una discussione sui batteri “cattivi”, per colpa dei quali la sanità internazionale sta rischiando di perdere la sfida sul fronte degli antibiotici.

Questo congresso assume un valore particolare nella città portuale: “Genova – spiega il Prof. Claudio Viscoli, uno dei Presidenti del congressoha visto la nascita e lo sviluppo come disciplina autonoma di uno dei primi centri in Italia di Malattie Infettive, grazie all’innovazione nella ricerca e all’impegno nell’insegnamento del professor Paolo Tolentino. Nel corso degli anni i suoi allievi hanno poi contribuito nell’affermare una vera e propria scuola genovese di Malattie Infettive”.

VIRUS INFLUENZALI - Chi è stato colpito nelle scorse settimane dal virus che ha messo a letto milioni di italiani non è al sicuro, perché il virus più pericoloso deve ancora arrivare. “Questa influenza è una malattia pericolosa soprattutto per alcune categorie ritenute a rischio – spiega il Prof. Massimo Andreoni, Primario di Malattie Infettive al Policlinico Universitario Tor Vergata di Roma e Presidente SIMITche potrebbero avere tantissime complicanze, sino alla morte. Tra questi, i cardiopatici, i diabetici, le persone colpite da insufficienza renale cronica, e tutti coloro che hanno patologie croniche fortemente debilitanti. Inoltre sono considerate a rischio tutti gli over 65. Si raccomanda per tutti loro la vaccinazione antinfluenzale, con il vaccino che viene ogni anno rinnovato con i virus che hanno circolato maggiormente nell’altro emisfero, e che arriveranno da noi tra meno di un mese”.

SINTOMI – I sintomi iniziali sono il coinvolgimento prima delle alte vie aeree con raffreddore e lacrimazione, successivamente delle basse vie con tosse, e febbre. Frequenti sono i dolori muscolari a cui possono associarsi delle complicazioni, alcune volte gravi, che possono interessare il sistema cardiocircolatorio e il sistema nervoso centrale, oltre che una polmonite complicata da una sovrainfezione batterica.

IL CONGRESSO - Tra gli altri obiettivi del congresso, quello di rivedere le nuove terapie antiepatite C e analizzare il rapporto costo-efficacia; di presentare i nuovi farmaci anti HIV e valutare la sostenibilità di tali terapie; di valutare i rischi connessi allo sviluppo di batteri e funghi multiresistenti e la loro diffusione epidemiologica; di affrontare l’emergenza di nuove malattie infettive e la ricomparsa di vecchie.

Per quanto riguarda le tematiche congressuali – aggiunge il Dott. Gianni Cassola, altro Presidente del congresso - abbiamo cercato di dare spazio anche ad argomenti magari meno sviluppati nel corso degli ultimi anni, pur lasciando ampia visibilità alle più recenti attualità dei vari settori. Si è inoltre cercato di valorizzare i contributi scientifici, in particolare quelli dei giovani ricercatori, dando loro la possibilità di esposizione orale ed attribuendo premi speciali ai lavori migliori”.

MITI DA SFATARE SULL'INFLUENZA - Per aiutare gli italiani ad affrontare al meglio il prossimo virus in arrivo, gli specialisti della SIMIT approfondiscono alcuni miti da sfatare sulle influenze invernali.

Il vaccino non funziona”: il vaccino per l’influenza non previene la possibilità di prendere tanti altri virus che possono dare un quadro simile a quello influenzale, come il binomio febbre e raffreddore. Il vaccino è attivo nei confronti del virus influenzale che sta arrivando.

Con il freddo arriva anche l'influenza”: Il raffreddamento delle vie respiratorie facilita l’ingresso di microorganismi e quindi malattie da raffreddamento.

Mangiare male favorisce la malattia”: non ci sono legami tra alimentazione e acquisizione dell’influenza.

Ho preso l'influenza intestinale”: l’influenza è una malattia che colpisce le vie respiratorie, che solo in alcuni casi coinvolge l’apparato intestinale. Chi ha soltanto disturbi intestinali non ha l’influenza, ma semplicemente delle infezioni dell'apparato intestinale.

orto_d'artista

In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione ed in collaborazione con il Salone della Sicurezza Alimentare Giardino dell’Arte e del Silenzio della Società Umanitaria, presso il Chiostro delle Memorie – Via Daverio 7 (Milano), il 15 ottobre si è aperta la VII Edizione dell’”Orto d’Artista” dalla Semina al Raccolto, una manifestazione a favore dello sviluppo sostenibile che, anche quest’anno, è iniziata con la tradizionale “Semina”.

Agli Artisti e al pubblico è stata offerta la possibilità di seminare progetti a favore dello sviluppo ecologico e sostenibile attraverso la “performance” della Semina, che ha coinvolto l’area del Nuovo Giardino dell’Arte e del Silenzio. Protagonista dell’iniziativa è l’installazione Tavola d’Arte di Topylabrys, una tavola a scivolo lunga dieci metri, dove tutti i presenti hanno potuto “seminare” Arte e Valori.

In occasione di questa edizione, il tema della mostra collettiva dedicata alla Semina, realizzata in collaborazione con il Salone della Sicurezza Alimentare e che si chiuderà il 17 ottobre, è il seminatoio. Tutti gli artisti sono stati anche chiamati a dare la loro personale interpretazione di questo antico arnese a forma di punteruolo, utilizzato per praticare buchi nel terreno e mettervi il seme, connotandolo con i valori che intendono seminare e dando quindi vita ad una mostra d’Arte.

Questo percorso espositivo è stato allestito all’interno del Chiostro e sarà visitabile fino al 19 ottobre.

Inoltre, in occasione della Semina è stata inaugurata la II esposizione d’arte curata da “Arte da mangiare mangiare Arte” all’interno del Giardino dell’Arte e del Silenzio, nel corso della quale installazioni, performance, mostre e dibattiti animano l’interessante evento.

L’associazione culturale, fondata circa vent’anni fa su progetto della scultrice Topylabrys, ha largamente anticipato negli anni precedenti le varie problematiche legate all’ambiente e all’alimentazione, che sono il cardine di Expo 2015. Infatti, già diversi anni fa, ha posto come fulcro dell’attività artistica il cibo, cogliendo il disagio ad esso legato e che la società attuale stenta a riconoscere e di conseguenza, a prendere concretamente in considerazione. L’associazione ha sempre dato l’opportunità ad ogni artista che lo desideri, di cimentarsi liberamente su una tematica complessa ed ostica da affrontare, che è alla base della nostra vita: l’Alimentazione.

Proprio per questa motivazione, nella tradizione degli eventi proposti da “Arte da mangiare mangiare Arte”, è stato riproposto “Orto di Artista”: dalla Semina al Raccolto.

In occasione di questo evento, l’artista Maurizio Gabbana ha composto alcuni versi:

“Terra: trionfo di emozioni”

Ancora una volta

la tua storia

la tua sapidità

la tua dolcezza

la tua ruvidità

giungerà ai nostri semi

trasformandoli nel

Miracolo:

Il frutto più bello.

Con amore di Madre

con amore di Padre

sostienilo

fortificalo

rendilo buono a tutti

e

noi ?...

“Studio choc : ci sarebbe correlazione tra l’alta concentrazione di metalli pesanti nell’aria e nel suolo e l’infertilità maschile. Il nostro è uno studio pilota che abbiamo realizzato su tutto il territorio della provincia di Napoli”. Lo ha affermato il geochimico Domenico Cicchella dell’Università del Sannio, che è uno degli autori dello studio , gli altri sono Lucia Giacciosempre dell’Università del Sannio e Benedetto De VivoMichele De RosaGaetano Lombardi dell’Università Federico II di Napoli . Lo studio – pilota è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Geochemical Exploration , validato dunque dalla comunità scientifica e per la prima volta è stato illustrato ,oggi 15 Ottobre a Cagliari , questa mattina durante la conferenza sulla Geologia Medica in corso sempre oggi all’Università di Cagliari, nell’ambito della  Settimana del Pianeta Terra.   “ L’inquinamento da metalli pesanti nelle aree urbane – ha affermato Cicchella - ha una forte influenza negativa sulla fertilità degli uomini. E’ quanto conclude il nostro studio”. E l’esperto spiega come si è arrivati a questa conclusione clamorosa  ed il perché

 

“Una equipe di ricercatori tra cui geochimici, medici e biologi – ha continuato il geochimico Cicchella - ha studiato le possibili relazioni esistenti tra alte concentrazioni di metalli pesanti nei suoli della Provincia di Napoli e la qualità del liquido seminale degli abitanti di sesso maschile. Sono stati esaminati 600 soggetti selezionati da un campione di 1.237 uomini che si erano rivolti al Laboratorio di Andrologia della "Federico II" per problemi legati alla fertilità. Attraverso l’uso di metodi geostatistici, i dati relativi alla qualità del liquido seminale sono stati confrontati con la distribuzione geochimica dei metalli pesanti nei suoli.

I risultati hanno dimostrato una forte correlazione tra le concentrazioni anomale di piombo e antimonio e la scarsa qualità del liquido seminale. Cioè gli uomini che presentano un liquido seminale di più scarsa qualità vivono perlopiù in aree contaminate da metalli pesanti. Una correlazione più debole è stata osservata anche con mercurio e zinco, mentre valori di concentrazione anomali di altri elementi (Al, As, Cd, Cr, Cu, Mn, Mo e Tl) non sembrano avere alcuna correlazione.

 

Negli ultimi anni, un significativo aumento nell'incidenza di infertilità maschile – ha concluso Cicchella -  è stato osservato e descritto dalla letteratura scientifica internazionale, sollevando dubbi circa le sue cause. Scienziati di molti Paesi avevano ipotizzato che l'esposizione all’inquinamento ambientale può contribuire ad un peggioramento della qualità del liquido seminale maschile. Diversi studi sono stati fatti circa gli effetti sulla fertilità maschile causati da esposizione ad alte dosi di metalli pesanti nei luoghi di lavoro, ma mancavano ricerche sugli effetti causati dall'esposizione continua e a basse dosi di metalli pesanti legata, ad esempio, all’inquinamento delle aree urbane”.

 

“Oggi abbiamo illustrato , per la prima volta – ha affermato Paolo Valera , Presidente dell’Associazione Geologia Medica Italia e Ricercatore del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell’Università di Cagliari - i risultati fin qui raggiunti, grazie all’approccio multidisciplinare, nella ricerca dei fattori ambientali scatenanti patologie autoimmuni (SM e T1D) e dei Disturbi dello Spettro Autistico ed è stato presentato lo stato di avanzamento sulle conoscenze delle interazioni salute-ambiente nel campo della dermatologia. Inoltre i colleghi dell’INAIL di Milano e Cagliari hanno presentato alcuni casi di studio, focalizzati sull'esposizione al quarzo in ambiente lavorativo, mentre i colleghi di Napoli hanno illustrato i risultati di uno studio sulla relazione esistente tra alcuni fattori ambientali ed un sempre più allarmante calo della fertilità maschile”.

 

Lo studio è stato presentato, questa mattina, all’Università di Cagliari , durante la conferenza sulla Geologia Medica svoltasi nell’ambito della Settimana del Pianeta Terra .

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