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Marcella Carboni, il risuonare jazz dell'arpa in Still Chime (Abeat Records)

A livello di arpa, modernamente intesa, un primo nome che balza in mente a chi scrive e' quello di Andreas  Vollenweider. Ma si è nel vasto campo ricompreso fra New Age e World Music. Nei combo's italiani un possibile riferimento e' quello di Genni Tommasi degli Etnoclassic, nei quali peraltro la componente classica ed etnica ispanica paiono in varie situazioni sovrastare quella jazz.
La novità della proposta discografica racchiusa nel cd Still Chime (Abeat ) sta intanto nell'approccio anzitutto jazzistico, anche se non solo tale, della musicista sarda Marcella Carboni. La sua arpa e' poi affiancata da una formazione che vede, oltre alla sinuosa voce di Francesca Corrias e alla batteria nervosamente compatta di Francesco D'Auria, il morbido contrabbasso del russo Yuri Goloubev e l'armonica eterea dell'ospite Max De Aloe: tutti protesi a fare il paio, in termini di melodia e flessuosità, col pizzicato delle corde, deputate a "risuonare ancora" come e con gli altri strumenti. Una musica di echi, dunque, di linee sonore invisibili appese fra Wonder e Carmichael, Ellington e Baden Powell, e brani degli stessi interpreti, che creano effetti di delicata suggestione. Per un progetto in cui sono equalizzati interventi e ruoli dei musicisti che partecipano all'album, i quali paiono professare il verbo di un jazz sussurrato, intimo, di scavo interiore, e di estese latitudini. Anche di genere: dove l'arpa, approdata a nuovi mondi ed atmosfere, conferisce un proprio proficuo contributo in tal senso.

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