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Ormai, quasi ogni giornata dell’anno è dedicata a qualche celebrazione, ricorrenza o sottolineatura di eventi ma ve n’è una particolarmente originale pur nella sua seria finalità. Ed è il 19 novembre, che è stata designato nel 2013 dalle Nazioni Unite come Giornata Mondiale della Toilette, creata per diffondere e aumentare la consapevolezza del pubblico su sistemi sanitari più estesi come il trattamento delle acque reflue, la gestione delle acque piovane e il lavaggio delle mani. Parliamo dunque dell'unica invenzione tenuta nascosta a porte chiuse, ma innegabilmente importante.

L'obiettivo di sviluppo sostenibile ONU n. 6 mira a "garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e dei servizi igienico-sanitari per tutti". Quando è stato pubblicato il Rapporto sugli obiettivi di sviluppo sostenibile 2020, il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha lamentato i ritardi nell’avanzamento del progetto dichiarando che "oggi, l'Obiettivo di sviluppo sostenibile 6 è decisamente fuori strada" e "sta ostacolando il progresso dell'Agenda 2030, la realizzazione dei diritti umani e il raggiungimento di pace e sicurezza nel mondo." La Giornata mondiale della toilette esiste per informare, coinvolgere e ispirare le persone ad agire per raggiungere questo obiettivo. Quindi, se non disturba approfondire questo argomento in modo meno impegnativo, val la pena illustrare ciò che ha fatto la Norvegia in questo campo, rendendo talune strutture anche un opera d’arte e di design.

Infatti, lungo strade selezionate in Norvegia, le meraviglie naturali sono amplificate da arte, design e architettura, pensate per avvicinare alla natura in modi nuovi e sorprendenti. Dall'estremo nord al profondo sud-ovest, l'architettura e il design norvegesi sono entrati nel paesaggio per intervenire nello scenario lungo 18 strade particolarmente belle, ove si trovano punti di ristoro inaspettati, luoghi panoramici mozzafiato e, naturalmente, servizi igienici.

Immaginando di guidare lungo una strada con viste uniche su fiordi, montagne, cascate e ghiacciai: nel momento perfetto si giunge a un punto di vista spettacolare dove ci si può fermare e ammirare tutto, ed improvvisamente ...Ecco alcuni dei bagni pubblici più sorprendenti del mondo senza un ordine particolare…

Ureddplassen

Ureddplassen è un luogo per una breve pausa, un bel riposo o un picnic e per lunghe notti con il sole di mezzanotte o l'aurora boreale. Una toilette a forma di onda con pareti di vetro è splendidamente illuminata al buio. Un monumento è stato eretto in memoria di coloro che morirono quando il sottomarino "Uredd" colpì una mina a Fugløyfjorden durante la seconda guerra mondiale.

Jektvik

Il villaggio di Jektvik si trova sulla sponda meridionale del fiordo Værangen, sulla costa di Helgelandskysten. È una fermata del traghetto che collega con Kilboghamn. La sala d'attesa sulla banchina dei traghetti è rivestita di vetroresina traslucida, e nella stagione buia si accende come una lanterna cinese.

Allmannajuvet

Le miniere di zinco di Allmannajuvet sono una miniera in disuso a Sauda, a Ryfylke. Le miniere erano in funzione dal 1881 al 1899. Oggi l'area mineraria è un museo. Gli edifici nella gola sono progettati come uno stile di costruzione industriale per incarnare la storia delle miniere. L'installazione consiste in una galleria, un bar, un bagno, percorsi e scale.

Hereiane

L'area di sosta di Hereiane si trova sulla penisola di Folgefonn, in un'area in cui rocce levigate dal ghiaccio e pini contorti si estendono dal fiordo fino alle cime delle montagne. L'edificio scenografico è unico, combina antiche tecniche costruttive, come l'ardesia, con cemento e vetro dai colori forti.

Eggum

Il villaggio di pescatori di Eggum si trova sul lato del mare dell'isola di Vestvågøy nelle Lofoten, solo tra l'oceano e le montagne, ideale per ammirare il sole di mezzanotte. Di fronte al mare aperto si trova un'area di sosta a forma di anfiteatro con parcheggio e strutture di servizio. Sul sito si trova anche un'intricata opera d'arte di Marcus Raetz: una testa che guarda il mare con la parte superiore verso il basso o verso l'alto, a seconda del tuo angolo di visione

Flotane

Dopo un'infinita ascesa dalla riva del mare alla montagna, è solo quando si raggiunge la vetta che si sente davvero di essere "in cima". Qui ci si trova in un nuovo paesaggio di dolci creste e ampie pianure, con cime e ghiacciai in lontananza. L'area di sosta con panchine e strutture di servizio ricava tutta l'energia elettrica dai pannelli solari, unendo bellezza, funzionalità e rispetto per l'ambiente.

Ostasteidn

L'area di sosta di Ostasteidn emerge sul lato ovest del Sandsfjorden a Ryfylke. Il punto di vista si trova dove l'artista norvegese Lars Hertervig ha trovato le sue motivazioni e l'architettura è ispirata dalla sua arte. Una passerella conduce ai posti a sedere con una splendida vista sul Sandsfjorden. Il caratteristico edificio dei servizi igienici è stato dipinto con una miscela di muschio, in modo che nel tempo avrà una superficie coperta di muschio.

Ersfjordstranda

La spiaggia di Ersfjordstranda si trova nella parte più interna dell'Ersfjord, sull'isola di Senja, e offre sabbia bianca a grana fine che ricorda altri paesi e spiagge. Circondata da vette alte e scoscese, questa è la Norvegia nella sua forma più spettacolare. La struttura di servizio triangolare placcata in oro sulla spiaggia è un'attrazione a sé stante.

Stegastein

L'elegante piattaforma panoramica a Stegastein che si affaccia sull'Aurlandsfjord e Flåm, dà l'illusione di librarsi nello spazio mentre raggiunge i 30 metri sopra i pini, 650 metri sopra il fiordo. Con la sua facciata in vetro, offre una vista unica sul paesaggio del fiordo. La toilette probabilmente è l'unica al mondo con una vista incredibile.

Akkarvikodden

Akkarvikodden si trova sulla strada che porta a sud-ovest attraverso l'isola di Moskenesøy nelle Lofoten. Da qui un panorama si apre sull'oceano a sud-est. L'area di riposo è progettata con piani orizzontali, linee nette e mobili in granito. Il caratteristico edificio di servizio imita la forma delle montagne scoscese in questo scenario selvaggio e incontaminato.

Lillefjord

L'area di sosta di Lillefjord si trova a metà della strada che porta a Havøysund, all'estremità interna di un fiordo. Il ponte sul fiume Fosseelva che sfocia nel fiordo è stato progettato con un riparo integrato, strutture di servizio e panchine. La passerella segna l'inizio del percorso lungo il fiume e conduce alla "Panchina dell'amore" vicino alla cascata del Lillefjord.

Il viaggio potrebbe essere complicato in questo momento di pandemia, ma si può consultare le pagine di Visit Norway per pianificare in anticipo un prossima itinerario di una certa originalità.

Se nel corso delle ultime settimane l'economia del nostro Paese sembrava aver iniziato una lenta risalita dopo la situazione d'impasse in cui era piombato causa pandemia da Coronavirus, la situazione è tornata a farsi complicata. Cercare di ritrovare la normalità nel vivere quotidiano è fondamentale per rimanere ottimisti. E dedicarsi a piccole riparazioni può impegnare la mente. In questo ambito, quando l'oggetto da trattare è in mille pezzi, scegliere la colla giusta è un passaggio non secondario.

Parti dell'auto in plastica danneggiate?

Le colle per plastica costituiscono la soluzione ideale per riparare paraurti in plastica, spoiler, passaruote, staffe poste sui fari e griglie del radiatore. Tali adesivi presentano caratteristiche speciali volte, tra l'altro, a favorirne la lavorabilità. Raggiunto l'indurimento si potrà così procedere alla lavorazione. Altra peculiarità di queste colle è il fatto di poter essere sottoposte alla verniciatura. E perché i risultati siano quelli attesi occorrerà accertarsi che le parti interessate siano perfettamente pulite. Riparare piccole crepe o graffi dalle parti in plastica richiederà una quantità ridotta di materiale.

Creare dei centro tavola con bottiglie di plastica

Ma le colle per plastica non risultano utili sono per le riparazioni, trovando spesso e volentieri impiego anche nei lavori creativi. Un'idea originale, ed ecologica, consiste nel realizzare originali centro tavola partendo da bottiglie di plastica vuote. Tagliando una bottiglia orizzontalmente si avrà a disposizione una conca. Per il centro tavola occorrerà solamente la parte più "gonfia", generalmente posta sotto al collo. Quali strumenti porre sul tavolo da lavoro?

  • Acqua
  • Colla
  • Carta igienica (o panno carta)
  • Decorazioni (foglie, fiori secchi, bucce d'arancia, etc.)

Miscelare acqua e colla fino a ottenere una soluzione omogenea, da spennellare sulla superficie della bottiglia. Iniziare a ricoprire con un primo strato di carta, quindi spennellare nuovamente la colla. Applicare un secondo strato di carta e colla e lasciare asciugare per alcune ore. Ora si potrà iniziare a decorare. E in questa fase sarà protagonista la fantasia, scegliendo quanto la natura è in grado di offrire nei diversi periodi dell'anno. Se in autunno sono consigliate le foglie secche, con i loro variopinti colori, o delle bucce d'arancia. in estate saranno i fiori secchi a sorprendere.

Come ottenere il meglio dalle colle per plastica?

Per quanto oggi il mercato presenti colle sempre più performanti, alcuni piccoli suggerimenti potrebbero risultare utili per le persone non troppo abituate ai lavoretti fai da te. Innanzitutto, per non rischiare di lasciare tracce è richiesta grande precisione. Meglio ricorrere a piccoli pennelli o, qualora l'oggetto da incollare sia di dimensioni estremamente contenute, della punta di un ago. Diverse colle epossidiche si distinguono per l'eccellente durabilità prevedendo, però, una fase preliminare di "preparazione". Fare sempre affidamento alle istruzioni riportate sulle confezioni, soprattutto se è necessario mischiare diverse componenti. Errare nella scelta delle percentuali potrebbe avere effetti negativi sulla capacità dell'adesivo di attivarsi. Accertarsi, infine, che i pezzi combacino perfettamente.

Urti e sollecitazioni eccessive sono all'ordine del giorno per qualsiasi veicolo. E non meno frequenti sono quei piccoli danni all'interno nell'abitacolo. È pur vero che, le previste nuove misure del Governo dopo quelle già adottate ad Ottobre, probabilmente daranno luogo a settimane caratterizzate da spostamenti limitati. Ma è altrettanto vero che, qualora tale eventualità venga confermata, sarà più semplice trovare il tempo per riportare le vetture al loro antico splendore. E una volta presa la mano, perché non riciclare oggetti altrimenti destinati a essere buttati per creare qualcosa di originale?

La label romana Parco della Musica Records pubblica "Hide, Show Yourself", album a firma del bassista Danilo Gallo (con) Dark Dry Tears, quartetto pianoless che vede ai sax tenore e clarino gli specialisti Massimiliano Milesi (anche al soprano) e Francesco Bigoni con il maestoso Jim Black alla batteria, uno degli esponenti più in vista dell'attuale panorama del jazz americano.
Sono in tutto tredici le sue composizioni quivi contenute, ben diverse fra loro eppure collegate da una sottile linea creativa e di arrangiamento nonché da uno spiccato senso armonico, stemperato da timbri rock punk grunge oltre che da nervose e irregolari accentazioni nella pulsazione ritmica.
Gallo, che si alterna anche su chitarra baritona ed acustica, sposta spesso la propria postazione sonora da ruoli di sfondo ad altri solistici con toni sempre antiretorici, mai sovreccitati o campeggianti sugli altri strumenti dei partners.
I due fiati, a partire già dal primo brano in scaletta, "Demolition", imbastiscono un sound "eloquiale" e nitido nel navigato interplay che svolge un ruolo fondamentale nell'esposizione dei temi e nel loro camuffamento tramite l'improvvisazione, quasi fosse il gioco del "nascondi e mostra te stesso"' evocato dal titolo del disco.
In effetti è tutta l'ora di musica registrata ad esser costellata di bilanciati chiaroscuri, sospensioni e accelerazioni, rilanci percussivi e ritorni lirici della melodia, per un jazz che, per parafrasare le parole del leader riportate in cover, ricerca un'apertura nel muro da cui scrutare il moto dell'universo.

Ecco ancora Parco della Musica Records, etichetta della Fondazione Musica per Roma, annoverare in catalogo "Only Human" del Maurizio Giammarco Halfplugged Syncotribe.
Il 5et, dunque una soluzione più estesa del precedente Trio Syncotribe, vede affiancati, oltre ai sax del leader, il piano e l'organo di Luca Mannutza quindi la chitarra di Paolo Zou, il contrabbasso di Matteo Bortone e la batteria di Enrico Morello. Una formazione travolgente quella reclutata per questo progetto in cui il "jazzautore" Giammarco, gran levigatore del suono sassofonico, attualizza la propria idea di una musica d'insieme non assillata dal cruccio della redditività del prodotto discografico né dalla relativa accettazione da parte del mercato. Una strada artistica, quella da lui intrapresa, che consente ampi svincoli ai grumi di sinapsi immagazzinati dalla mente ideativa suggerendo all'intelletto creativo di manifestarsi in varie forme, connettendo metà (halfplugged) distanti quali la tradizione del blues e il "sinco" più metricamente avanzato. Un compact dunque pensato e ragionato ancor prima che suonato, i cui nove brani sono peraltro messi su in maniera "naturale" quasi un preludio al risveglio di un nuovo "umanesimo" musicale. 
Giammarco è infatti fiducioso nell'essere umano, anche nella sua fallibilità "aspetto collaterale dell'enorme e ancora inutilizzato potenziale delle sue capacità intellettive". Ed elegge il jazz a momento esperienziale di assunti che egli stesso ha maturato in una attività professionale di primo piano e nella stessa propria vita di musicista. 

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