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Danilo Gallo e Maurizio Giammarco in due album Parco della Musica

La label romana Parco della Musica Records pubblica "Hide, Show Yourself", album a firma del bassista Danilo Gallo (con) Dark Dry Tears, quartetto pianoless che vede ai sax tenore e clarino gli specialisti Massimiliano Milesi (anche al soprano) e Francesco Bigoni con il maestoso Jim Black alla batteria, uno degli esponenti più in vista dell'attuale panorama del jazz americano.
Sono in tutto tredici le sue composizioni quivi contenute, ben diverse fra loro eppure collegate da una sottile linea creativa e di arrangiamento nonché da uno spiccato senso armonico, stemperato da timbri rock punk grunge oltre che da nervose e irregolari accentazioni nella pulsazione ritmica.
Gallo, che si alterna anche su chitarra baritona ed acustica, sposta spesso la propria postazione sonora da ruoli di sfondo ad altri solistici con toni sempre antiretorici, mai sovreccitati o campeggianti sugli altri strumenti dei partners.
I due fiati, a partire già dal primo brano in scaletta, "Demolition", imbastiscono un sound "eloquiale" e nitido nel navigato interplay che svolge un ruolo fondamentale nell'esposizione dei temi e nel loro camuffamento tramite l'improvvisazione, quasi fosse il gioco del "nascondi e mostra te stesso"' evocato dal titolo del disco.
In effetti è tutta l'ora di musica registrata ad esser costellata di bilanciati chiaroscuri, sospensioni e accelerazioni, rilanci percussivi e ritorni lirici della melodia, per un jazz che, per parafrasare le parole del leader riportate in cover, ricerca un'apertura nel muro da cui scrutare il moto dell'universo.

Ecco ancora Parco della Musica Records, etichetta della Fondazione Musica per Roma, annoverare in catalogo "Only Human" del Maurizio Giammarco Halfplugged Syncotribe.
Il 5et, dunque una soluzione più estesa del precedente Trio Syncotribe, vede affiancati, oltre ai sax del leader, il piano e l'organo di Luca Mannutza quindi la chitarra di Paolo Zou, il contrabbasso di Matteo Bortone e la batteria di Enrico Morello. Una formazione travolgente quella reclutata per questo progetto in cui il "jazzautore" Giammarco, gran levigatore del suono sassofonico, attualizza la propria idea di una musica d'insieme non assillata dal cruccio della redditività del prodotto discografico né dalla relativa accettazione da parte del mercato. Una strada artistica, quella da lui intrapresa, che consente ampi svincoli ai grumi di sinapsi immagazzinati dalla mente ideativa suggerendo all'intelletto creativo di manifestarsi in varie forme, connettendo metà (halfplugged) distanti quali la tradizione del blues e il "sinco" più metricamente avanzato. Un compact dunque pensato e ragionato ancor prima che suonato, i cui nove brani sono peraltro messi su in maniera "naturale" quasi un preludio al risveglio di un nuovo "umanesimo" musicale. 
Giammarco è infatti fiducioso nell'essere umano, anche nella sua fallibilità "aspetto collaterale dell'enorme e ancora inutilizzato potenziale delle sue capacità intellettive". Ed elegge il jazz a momento esperienziale di assunti che egli stesso ha maturato in una attività professionale di primo piano e nella stessa propria vita di musicista. 

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