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Salvini: "Se provano a iniziare a pronunciare la parola ius soli blocchiamo il Parlamento"

"Abbiamo esaminato gli aspetti di questo provvedimento. Adesso valuteranno loro cosa fare, se il ricorso al riesame o chiedere altre cose". Lo ha detto il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi dopo un incontro, stamani, con i legali della Lega Nord dopo il sequestro delle somme dai conti correnti del partito. "La strada maestra - ha detto Cozzi - è quella della eventuale prestazione di garanzie: per esempio una fideiussione o con un immobile e così potrebbero ottenere lo svincolo delle somme". Nei prossimi giorni l'iter verrà concluso e la procura presenterà una relazione al tribunale in cui chiederà anche se quanto sequestrato è sufficiente o se bisogna proseguire con eventuali somme che il partito otterrà in futuro. L'orientamento, secondo quanto trapela, è di fermarsi a quanto congelato finora. Un milione e 800 mila euro è la cifra finora bloccata dalla guardia di finanza sui conti della Lega sparsi in tutta Italia secondo quanto trapela da Palazzo di Giustizia.

"Se provano a iniziare a pronunciare la parola ius soli blocchiamo il Parlamento. E se non basta bloccarlo dentro lo blocchiamo fuori". Così Matteo Salvini della Lega risponde a chi gli chiede se veda spazi perché il Parlamento esamini il ddl sullo ius soli dopo la Manovra.

La prova che siamo capaci di riprendere quell'egemonia culturale che la sinistra, l'associazionismo laico e cattolico, il civismo e la tradizione liberale, sembrano avere smarrito. Per questo è da qui che vogliamo partire". Lo scrive il leader di Campo progressista Giuliano Pisapia, che in due lettere a Repubblica e Corriere della Sera auspica "l'unità di un centrosinistra plurale, inclusivo e radicalmente innovativo".

Non è chiuso il cantiere dello ius soli. Lo dichiarano il governo, il Pd e anche il leader di Ap Angelino Alfano, che annuncia una decisione del suo partito per la prossima settimana. Una mediazione è in cantiere sulla ipotesi di stralciare dal testo lo ius soli vero e proprio (diventa cittadino chi nasce in Italia da genitori che vivono qui stabilmente) e tenere solo lo ius culturae, che darebbe la cittadinanza al termine di un ciclo di studi. La mediazione potrebbe riuscire ad avere anche il consenso di Mdp, che senza il via libera alla legge minaccia di togliere il sostegno al governo. Ma il testo, gravato da 50mila emendamenti, può passare solo con un voto di fiducia e i Dem chiedono ad Alfano garanzie: in bilico sarebbe il sostegno di circa la metà dei senatori Ap. Le condizioni per il via libera alla legge sulla cittadinanza ai bambini stranieri si possono creare "una volta sgomberato il campo dalla legge finanziaria", dice Romano Prodi, che incalza sul tema e invita a riportare il dibattito sul binario giusto, spiegando che "non è una legge altamente permissiva". "Se la politica è l'arte del futuro, allora spero che il Parlamento approvi questa legge", incalza da sinistra anche la presidente della Camera Laura Boldrini. 

Il testo, che introdurrebbe nel nostro ordinamento il cosiddetto 'ius soli soft' per i figli di immigrati nati in Italia è in discussione da anni e, a un anno e mezzo dall'approvazione a Montecitorio è fermo in commissione a Palazzo Madama.

E' da moltissimo tempo che il tema è all'ordine del giorno delle Camere e a metà ottobre 2015, Montecitorio ha anche approvato un testo, finito, poi, però, nelle 'sabbie mobili' in commissione a Palazzo Madama. A un anno dall'ok a quel testo un gruppo di giovani ha deciso di scrivere direttamente ai senatori e organizzare iniziative per porre l'accento sulla questione. Che tocca un milione di ragazzi. "Paula, Mohamed, Marwa - dice l'ex ministro Cecile Kyenge - sono i nomi dei compagni di scuola e degli amici che ogni giorno giocano con i nostri figli, crescono con loro ma non hanno i loro stessi diritti. Sono un milione, sono italiani, ma non per la legge italiana. Hanno il diritto di essere come noi, perché lo sono: italiani. Ogni giorno che passa è un giorno perso, anche per il Paese. Perché lo ius soli è un bene per il nostro Paese. Per questo deve diventare legge il più presto possibile. Ius soli subito".

Tra il 2003 e il 2004 la commissione Affari Costituzionali della Camera esamina diverse proposte parlamentari ed elabora un testo unificato che, dopo l'esame in commissione, approda in Aula ma viene rimandato in commissione il 16 maggio 2004. Nella XIV legislatura la Camera ci riprova. Se ne riparla a partire dal 3 agosto 2006 con una indagine conoscitiva. Nel gennaio 2008 per il testo sembrerebbe la 'volta buona' dopo una discussione in commissione ma la legislatura si interrompe e l'iter deve ricominciare da capo. Anche la successiva legislatura mette all'ordine del giorno la questione ma il 12 gennaio 2010 il testo approda nuovamente in Aula e nuovamente viene rimandato in commissione per approfondimenti. Dal 14 giugno 2012 è partito un nuovo tentativo in commissione con l'esame di alcune proposte. Il 31 luglio 2012 si è concluso l'esame preliminare delle proposte di legge ma la commissione non è riuscita a elaborare un testo base e l'esame è stato interrotto l'8 novembre 2012. Dal 27 giugno del 2013 si riprende l'esame alla Camera ed è stato approvato a metà ottobre del 2015. Il provvedimento è stato da allora in discussione in commissione Affari Costituzionali in Senato ed è approdato in Aula il 15 giugno per essere incardinato.

Il testo contiene lo "Ius soli soft" che consentirà ai figli degli immigrati nati in Italia di ottenere la cittadinanza nel rispetto di alcuni paletti. In base alle nuove regole, i minori stranieri nati in Italia o residenti da anni nel Paese potranno ottenere la cittadinanza italiana, purché rispettino alcune condizioni come la frequenza scolastica o la residenza nel Paese da più anni da parte di uno dei genitori. Rispetto allo ius soli classico (quello adottato negli Usa e in molti paesi del Sudamerica che attribuisce la cittadinanza del Paese a chiunque nasce sul suolo nazionale), lo "Ius soli soft" pone alcune condizioni all'ottenimento della cittadinanza. I bambini figli di stranieri che nascono in Italia acquisiscono la cittadinanza se almeno uno dei due genitori "è residente legalmente in Italia, senza interruzioni, da almeno cinque anni, antecedenti alla nascita" o anche se uno dei due genitori, benché straniero, "è nato in Italia e ivi risiede legalmente, senza interruzioni, da almeno un anno". La cittadinanza italiana verrebbe assegnata automaticamente al momento dell'iscrizione alla anagrafe. I minori nati in Italia senza questi requisiti, e quelli arrivati in Italia sotto i 12 anni - in base al testo - potranno ottenere la cittadinanza se avranno "frequentato regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica professionale". I ragazzi arrivati in Italia tra i 12 e i 18 anni, infine, potranno avere la cittadinanza dopo aver risieduto legalmente in Italia per almeno sei anni e aver frequentato "un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo". 

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