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Giovedì, 02 Maggio 2024

Deficit botta e risposta tra Barroso e Renzi

Monito all'Italia del presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso: "Il rispetto degli impegni presi" in sede europea è "fondamentale" per la fiducia nell'Italia e nell'Ue.

Lo ha detto il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso precisando però di non poter fare commenti sulle dichiarazioni di Renzi sul deficit "prima di discuterne con lui". "Ho comunque preso atto - ha detto Barroso rispondendo a una domanda sull’ipotesi di incremento del deficit italiano - delle dichiarazioni fatte a Berlino" con cui il presidente del Consiglio "si è impegnato a un programma molto ambizioso di riforme e allo stesso tempo ha anche detto che avrebbe rispettato tutti gli impegni a livello europeo. Credo che questo sia fondamentale per la fiducia nell’Italia e per tutta l’Ue".

Sulla stessa linea il presidente permanente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, anche lui interrogato sull’ipotesi di aumento del deficit dell’Italia: "Non ho ancora avuto occasione di parlarne con Renzi che vedrò domani mattina per valutare la natura delle sue dichiarazioni. Naturalmente tutti devono continuare ad applicare le regole concordate. Però discuterò con lui della portata precisa del suo intervento".

Pronta la replica del premier, arrivato a Bruxelles per prendere parte al Consiglio europeo: ''L'Italia - ribatte - sta rispettando tutti i vincoli'.
Non una ma due. Sono le procedure d'infrazione Ue che rischia l'Italia su un'unica direttiva, quella sul ritardo dei pagamenti. Nell'ultimo tentativo di convincere Bruxelles a non aprire il procedimento per il mancato rispetto dei 30-60 giorni previsti dalle regole europee, il governo italiano ha fatto autogol, adducendo come giustificazione quella che suona essere una loro trasposizione scorretta, passibile di un'ulteriore infrazione

Nelle argomentazioni addotte da Roma, oltre a contestare a Bruxelles un'assenza di 'prove' sul ritardo dei pagamenti denunciato invece dagli advisor della Commissione Ance e Confartigianato, si fa infatti riferimento alla possibilità, da parte della pubblica amministrazione, di scegliere tra il pagamento nei tempi previsti (30-60 giorni) e il pagamento in ritardo con una mora dell'8% più il tasso d'interesse. Le norme Ue, però, non prevedono una possibilità di scelta tra queste due 'opzioni' ma impongono il pagamento entro 30-60 giorni e insieme applicano una mora in caso di mancato rispetto dei tempi.

"Deve essere chiaro - ha tuonato Tajani - che il pagamento della mora non è alternativo al rispetto delle regole" anche perché "a pagare la mora sono i cittadini, e questo è inaccettabile". E "ora - ha avvertito il vicepresidente della Commissione - il rischio è che l'Italia si prenda un'altra infrazione", non solo per la mancata applicazione ma anche per lo scorretto recepimento della direttiva Ue. Bruxelles aveva già avuto dubbi lo scorso anno su questo fronte, ma poi, dopo i chiarimenti ricevuti dall'Italia, si era ritenuta soddisfatta. Intanto proprio oggi la Commissione ha lanciato uno sportello online per le imprese europee per segnalare i problemi che queste incontrano a farsi pagare dalle pubbliche amministrazioni, aggirando le regole Ue. L'iniziativa è subito stata accolta con favore da Confapi, per cui "non è più possibile tollerare il fatto che l'Italia sia il peggior pagatore" dell'Ue. "Sino all'ultimo giorno in cui sarò commissario e anche dopo - ha messo in chiaro Tajani - non mollerò di un millimetro, questa è una battaglia sacrosanta".Intanto...

Renzi oggi chiedera' all'Ue che i fondi strutturali vengano esclusi dai vincoli posti dal Patto di stabilità. Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al termine dell'incontro a Palazzo Chigi tra governo e Regioni. "Il Governo porrà la questione a Bruxelles, come già fatto dal precedente Esecutivo, poi vedremo quale sarà l'esito", ha aggiunto Errani, sottolineando anche che "sulle riforme costituzionali i tempi sono acceleratissimi: entro fine mese l'obiettivo è di arrivare ad un momento di sintesi".
Nessuna ansia da prestazione per Matteo Renzi, a Bruxelles per il consiglio europeo. Il premier, che ha incassato il via libera delle Camere (al Senato con un surplus di 22 voti rispetto alla sua maggioranza) arriva al summit dei 28 con una pacchetto di misure dalle "scadenze certe" e con "coperture molto ampie" che non mettono a rischio il tetto del 3 per cento che, comunque, per Renzi resta "oggettivamente anacronistico". Perciò il premier non cercherà in Europa "bollinature" né teme un'Europa che "ci fa le pulci" perché - dice - "siamo tutti sulla stessa barca": una Ue "in difficoltà" che o cambia o è a "forte" rischio di restare vittima degli euroscettici.
Il presidente del consiglio è pronto a "rischiare il tutto e per tutto" pur di non mancare gli impegni e non cedere alla tentazione di dare la colpa agli altri. Perchè, come dice Renzi concordando con l'ex ministro Giulio Tremonti, "non e' stata la burocrazia europea ma la politica, anche nazionale, a ritirarsi". Se le riforme avranno la prova del budino a breve "visto che abbiamo messo le scadenze", rassicura, sulle coperture il premier ostenta la massima serenità al punto da definire "possibile, eventuale" anche l'uso del margine di flessibilità dal 2,6 al 3 per cento del deficit. "Le coperture sono molto ampie, molto più ampie rispetto all'impegno fiscale, vi rassicuro e lo potrete verificare nelle prossime settimane", dice ai parlamentari ma, indirettamente, anche alla puntigliosa commissione Ue. Anche perchè, come andrà a dire domani all'Europa, non è vero che l'Italia non ha fatto negli ultimi anni passi avanti: certo il debito pubblico resta "una zavorra" ma il rapporto debito/pil cresce perchè davanti alla crescita c'e' un segno meno in modo drammatico e inoltre siamo uno dei principali contribuenti dell'Ue".
All'incontro, così come al successivo con l'Anci, guidato da Piero Fassino, oltre al premier presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il ministro per gli Affari Regionali Carmela Lanzetta e il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi.

"Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi - ha comunicato al termine degli incontri una nota di Palazzo Chigi - ha chiesto alla Conferenza delle Regioni, guidata dal Presidente Vasco Errani, tempi certi e un contributo da protagonisti nel processo di trasformazione del Senato e sulla riforma del titolo V". Nella nota si precisa che "la settimana prossima il Governo intende chiudere il testo della riforma" del Senato e del titolo V "comprensivo delle proposte positive che arriveranno dalle Regioni".

Renzi ha chiesto anche all'Anci e ai sindaci che hanno preso parte all'incontro sulla riforma del Titolo V e del Senato un coinvolgimento in prima persona nel processo di trasformazione delle istituzioni. Il contributo normativo, spiega la nota di Palazzo Chigi, sarà valorizzato nel testo della riforma.

Il premier è atteso a Bruxelles nel pomeriggio per il vertice Ue, che ancora una volta sarà dominato dalla crisi in Ucraina.

Renzi arriverà nella capitale belga in tarda mattinata per recarsi subito al pre-vertice dei capi di Stato e di governo appartenenti alla famiglia socialista del Pse. Per le 14.30 è previsto poi un incontro bilaterale con il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso nella sede dell'esecutivo europeo. Successivamente Renzi si sposterà al Justus Lipsius, dove a metà pomeriggio prenderanno il via i lavori della prima giornata del Consiglio Europeo con una discussione dedicata al semestre Ue, cioè all'adozione formale delle raccomandazioni rivolte dalla Commissione ai singoli Paesi in vista della stesura dei documenti programmatici (Def) per il 2015. Il Consiglio dovrebbe anche sbloccare l'intesa per lo scambio dei dati nazionali nel quadro della lotta all'evasione fiscale. E darà sicuramente il benvenuto all'accordo trovato in extremis tra Parlamento, Commissione e Consiglio per completare il quadro normativo che consentirà di dare vita all'Unione bancaria europea. Successivamente i leader dei 28 Paesi Ue affronteranno la crisi ucraina. Sul tavolo ci saranno le ipotesi di nuove sanzioni e l'annullamento del vertice bilaterale Ue-Russia previsto per giugno; o quanto meno la sospensione dei lavori preparatori.

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