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Bufera sul Campidoglio

Nuova bufera sul Campidoglio. Raffaele Marra, ex vice capo di gabinetto del Campidoglio e ora alla guida del personale del Comune di Roma, è stato arrestato in mattinata dai carabinieri. 

Travolta dall arresto del suo collaboratore il Sindaco Raggi chiede scusa ma rimane al suo posto: «Voglio esser chiara - dice - l'amministrazione va avanti. Il dottor Marra non è un esponente politico e il mio braccio destro sono i cittadini romani».

Ecco il discorso integrale del sindaco: «Abbiamo appreso con sorpresa dell'arresto di Raffaele Marra, dirigente del comune di Roma per fatti che, per quanto risulta fino a ora, non riguarderebbero in alcun modo questa consiliatura. Abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura, anzi, li ringraziamo per la loro opera. Marra era già un dirigente di questa amministrazione e noi ci siamo fidati. Probabilmente abbiamo sbagliato. E di questo mi dispiace. Mi dispiace nei confronti dei cittadini romani e nei confronti del MoVimento 5 Stelle e di Beppe Grillo che aveva sollevato qualche perplessità». 

Il discorso del sindaco Virginia Raggi oggi in conferenza stampa postato sul blog di Beppe Grillo. «Detto ciò, - prosegue Raggi - voglio evidenziare che il dottor Marra non è un esponente politico di questa giunta, ma un dirigente dell'amministrazione da oltre 10 anni. Faremo tutto quanto nelle nostre possibilità, e per quanto di nostra competenza, per fare luce, collaborando pienamente con la magistratura. A partire dalla nomine, per quanto abbiamo sempre chiesto il supporto dell'avvocatura e dell'Anac. Sottolineo che, già nel 2013, io e gli altri consiglieri del MoVimento 5 Stelle abbiamo depositato in aula una mozione contro gli affitti d'oro di Scarpellini. Questo ha consentito di far risparmiare milioni di euro ai cittadini romani. Di certo procederemo immediatamente con la sostituzione del Capo del Dipartimento del Personale. Voglio essere chiara: l'amministrazione va avanti. Il dott. Marra, come ho sempre detto, è uno dei 23 mila dipendenti capitolini e non un esponente politico. Il mio unico 'braccio destro' sono i cittadini romani. È per loro che ogni giorno lavoriamo senza sosta. Andiamo avanti con serenità». 

Ma lei lo ha difeso con i denti fino all'ultimo. Quando i grillini l'hanno messa alle strette, la Raggi ha messo in chiaro che se avessero fatto saltare Marra, sarebbe andata a casa anche lei. Così l'ex direttore del Patrimonio della casa della Giunta Alemanno è rimasto tra nella squadra della sindaca grillina. E proprio questo aut aut rischia ora di travolgere il Sindaco grillina che, dopo le perquisizioni delle Fiamme Gialle in Campidoglio, si trova a dover gestire un'inchiesta sull'acquisto di un immobile dell'Enasarco, l'ente di assistenza dei rappresentanti di commercio. Secondo l'accusa, Marra avrebbe ricevuto una somma dal costruttore Sergio Scarpellini, anche lui finito agli arrestati questa mattina. All'epoca dei fatti, Marra era dirigente del Campidoglio e il sindaco era appunto Gianni Alemanno.

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L'appartamento Enasarco al centro degli accertamenti è in via Prati Fiscali. Marra lo ha intestato alla moglie. Dalle verifiche dell'Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d'Italia, parte del denaro necessario per concludere questa compravendita (circa 367mila euro) è stata messa a disposizione dello stesso imprenditore con suoi assegni circolari. Si tratta di soldi che, stando agli accertamenti di procura e carabinieri, risultano in uscita e non sono stati restituiti. 

Questa operazione immobiliare sarebbe avvenuta nel periodo in cui Marra passava da un incarico in Regione a uno poi ricoperto in Comune. Indagando sui rapporti che legano i due arrestati, gli inquirenti hanno scoperto che con modalità più o meno analoghe nel 2009 Marra e Scarpellini sono stati protagonisti di un'altra operazione immobiliare relativa a un immobile in zona Eur. Su questa circostanza, però, la Procura non intende portare avanti ulteriori approfondimenti in quanto si tratta di un caso coperto da prescrizione.

La notizia dell'arresto di Marra ha travolto i vertici del Movimento 5 Stelle. Tanto che, una volta appresa la notizia, Beppe Grillo ha deciso di annullare il flashmob previsto per oggi a Siena a difesa dei risparmiatori del Monte dei Paschi di Siena. "Prima le tardive dimissioni della Muraro, poi le perquisizioni in Campidoglio, oggi l'arresto di Marra - tuona il pèresidente piddì Matteo Orfini - Grillo, Di Battista e Di Maio sono politicamente corresponsabili". Anche il centrodestra non ha risparmiato critiche alla Raggi. Maurizio Gasparri ne ha subito chiesto le dimissioni. "I grillini - attacca il senatore di Forza Italia - hanno chiesto le dimissioni per chiunque e per qualunque cosa. Si applichi lo stesso metodo che hanno evocato contro i loro avversari".

Secondo il quotidiano Il Giornale e stata la nomina più discussa dei primi sei mesi di giunta Raggi, prima vice capo di gabinetto vicario, poi dopo le polemiche spostato alla guida del personale. Ma anche qui non sono mancate le lamentele dopo che il fratello di Marra, Renato, dirigente della Polizia Locale è stato nominato alla direzione Turismo. Proprio per questo motivo l'Anac del sindacato dei dirigenti pubblici Direr ha presentato un esposto per un possibile conflitto di interessi.

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Raffaele Marra, però, prima di approdare al fianco di Virginia Raggi ha ricoperto numerosi incarichi con altre amministrazioni o enti pubblici guidati dal centrodestra. Due lauree: prima in giurisprudenza e poi in economia e commercio.

Marra ha poi trascorso 15 anni nella guardia di finanza prima di passare alla pubblica amministrazione: dal 2006, infatti, passa alla direzione affari generali del ministero dell'Agricoltura. Nel 2008, con Gianni Alemanno Ministro, Marra si ritrova a lavorare all'area galoppo dell'Unione Nazionale Razze Equine, guidata in quel momento da Franco Panzironi, oggi sotto processo per Mafia Capitale.

Quando Alemanno diventa sindaco Marra va a dirigere il dipartimento casa e poi entra nel Gabinetto del sindaco. Consulente Rai del direttore generale Mauro Masi nel 2010, dall'anno successivo passa alla direzione del personale della Regione Lazio, con la Governatrice Renata Polverini. Proprio in questo periodo arriva però un pronunciamento del Tar che lo reputa inidoneo per quell'incarico.

Nello stesso periodo Marra vince il concorso da dirigente comunale quando è sindaco di Roma Ignazio Marino ed è incaricato della tutela dei consumatori. Poi l'approdo in Campidoglio della Raggi, lei che si è sempre fidata di Marra fino a farlo diventare il suo braccio destro difendendolo contro tutti, anche dai vari esponenti del M5S, mentre la parlamentare pentastellata Roberta Lombardi lo ha definito "un virus" che ha infettato il Movimento.

Con un Campidoglio che perde pezzi scrive il quotidiano il giornale in continuazione, un'aula comunale in cui si sfiora spesso la rissa, le società partecipate nel caos e l'incombere delle inchieste della magistratura, c'è poco da ridere. La visita della Finanza conferma la pesantezza delle accuse sulle manovre del «raggio magico», ma Virginia dichiara «assoluta serenità». Eppure, la polizia giudiziaria specializzata in reati contro la Pa ha sequestrato scatoloni di atti e documenti per andare a fondo sulle nomine dei suoi dirigenti. Come il capo della segreteria della Raggi, Romeo, che ad agosto si è fatto promuovere e triplicare lo stipendio tagliato ad ottobre, per le proteste, con una procedura bocciata lo stesso mese dall'Anac. 

Come l'ex vice capo di gabinetto del arrestato Marra, ora al vertice del Personale, che pare non abbia i requisiti da dirigente. Raffaele Cantone ha chiesto al responsabile Anticorruzione del Comune gli atti per una verifica, dopo la nomina del fratello Renato alla guida della direzione Turismo e i 15 giorni per rispondere sono già scaduti. Altri guai per la Raggi sono dietro l'angolo, perché l'amico Raffaele non ha rispettato l'obbligo di astenersi, quando si tratta di parenti. La Procura procede contro ignoti e non indica ancora il reato, ma la sindaca potrebbe finire indagata per abuso d'ufficio. La Raineri, nell'esposto, ha riferito dettagliatamente non solo di nomine illegittime, ma di pressioni, minacce e manovre, confermate ai pm da Minenna e Solidoro.

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