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Semestre Italiano: dal 1 novembre i nodi da risolvere per Mongherini

Dall'Ucraina alla vicenda dei due marò italiani ancora bloccati in India, dalla crisi in Libia a quella che sta devastando l'Iraq e alle irrisolte questioni mediorientali: è uno scenario complesso come mai in questi ultimi anni quello con cui dovrà confrontarsi Federica Mogherini assumendo l'incarico di Alto rappresentante Ue per la politica estera e la sicurezza, (lady Pesc).

Mogherini - che assumerà dal primo novembre anche la carica di vicepresidente della Commissione europea - subentrerà in un compito di grande responsabilità e che si annuncia tutt'altro che semplice alla laburista inglese Catherine Ashton, colei che in questi ultimi cinque anni ha dovuto costruire dal nulla il servizio diplomatico europeo (Seae) in base a quanto stabilito dal Trattato di Lisbona.

Un'iniziativa presa dai partner Ue con l'obiettivo di dare all'Unione una voce sola - il famoso 'numero di telefono' che Henry Kissinger chiedeva per poter parlare con l'Europa - e più autorevole per aumentarne il peso e l'influenza sulla scena internazionale. Una missione che finora non ha dato grandissimi risultati. Ashton è comunque riuscita a riannodare i fili del dialogo tra Serbia e Kosovo e a svolgere un ruolo non marginale nei negoziati con l'Iran sul nucleare

Come sottolineano gli addetti ai lavori, per il successo della doppia missione che Mogherini dovrà svolgere - rappresentare l'Ue sulla scena internazionale ma essere anche un punto di riferimento per l'Italia a Bruxelles - sarà cruciale la scelta dei suoi più stretti collaboratori. La nuova lady Pesc troverà all'interno del suo servizio figure di primo livello come Agostino Miozzo, proveniente dalle fila della protezione civile italiana e da anni direttore della struttura Seae che si occupa degli interventi in aree di crisi, e Ferdinando Gentilini, direttore per i Balcani Occidentali e la Turchia. Ma anche Stefano Manservisi, già capo di gabinetto di Romano Prodi alla Commissione europea e da qualche mese ambasciatore Ue ad Ankara. Dovrà però dotarsi anche di esperte figure 'tecniche' interne alla Commissione che la possano coadiuvare, specie quando sarà all'estero, nella gestione dei tanti dossier 'caldi' che approdano sui tavoli di Bruxelles e che spesso sono di cruciale importanza per gli interessi italiani.

L'attuale titolare della Farnesina andrà a guidare un servizio formato da 3500 funzionari a cui si aggiungono altri 3500 funzionari della Commissione Ue distaccati presso le 139 delegazioni sparse per il mondo che costituiscono la rete diplomatica. Per il suo funzionamento questo apparato può contare su un budget di 789 milioni (500 provenienti direttamente dal suo bilancio, 270 da quello della Commissione).

Le delegazioni dell'Ue, là dove non sono presenti ambasciate o consolati dei Paesi membri, ne svolgono le funzioni e ad essi si possono rivolgere per le loro necessità i cittadini europei.Intanto una misura importante e iniziata sul caso dei due Maro prigionieri in India :

Viene "pensionato"  Staffan De Mistura, visto che la nuova fase "esaurisce quella in cui ha operato" l'inviato del governo del ex funzionario del Onu,ex vice Ministro"che voglio ringraziare a nome per la dedizione e l’instancabile impegno con cui ha seguito la vicenda". "Servono figure nuove", ha aggiunto la Mogherini, "Stiamo definendo un collegio di esperti, sotto la guida di un coordinatore".

Si tratta di un primo passo che, se non darà esiti, sfocerà nel ricorso a strumenti internazionali, quali l’arbitrato. "Il 18 aprile scorso l’Italia ha inviato una nota verbale alle autorità indiane, la quinta in due mesi, ricevuta da Delhi il 21 aprile, in cui si riconferma il richiamo all’immunità funzionale dei due fucilieri di marina e al diritto internazionale", ha spiegato il ministro degli Esteri ricordando che "dopo due anni c’è ancora una divergenza sulla giurisdizione. Divergenza che ho potuto constatare anche all’Aja il 25 marzo scorso".

Con la nota l'Italia chiede "l’avvio di un exchange of views (uno scambio di vedute) sulla disputa e il ritorno dei marò in Italia". "Siamo usciti dall’alveo bilaterale, per innalzare il contenzioso a livello internazionale: siamo ancora aperti a discutere con gli indiani ma non abbiamo altra via che ricorrere all’arbitrato internazionale", ha aggiunto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, "Non accettiamo un processo indiano di cui non riconosciamo la validità".

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