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Riforme: Boschi apre alle modifiche

"Se io passassi il tempo a tempo a temere le insidie degli oppositori farei un altro mestiere. Intanto, alla faccia di chi non voleva, il testo è passato in commissione. E' una rivoluzione di buon senso, avremo una maggioranza molto ampia, i politici hanno capito che così non si va avanti"..dice, sulle riforme, Matteo Renzi al Tg1

"Ha inizio la lunga battaglia parlamentare del Movimento 5 Stelle in difesa dei valori della Costituzione", scrive il gruppo del M5S al Senato in merito al ddl riforme costituzionale in un post ripreso dal blog di Beppe Grillo e dalle pagine facebook di molti senatori cinquestelle.

 

L'aula del Senato ha iniziato l'esame del ddl del governo sulle riforme Costituzionali con l'illustrazione del testo approvato dalla Commissione da parte dei relatori Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli. Sono state presentate due pregiudiziali al ddl sulle riforme, che chiedono di non procedere nell'esame del testo. Una prima pregiudiziale è stata presentata da tutto il gruppo di M5s, mentre l'altra è stata firmata congiuntamente da Sel e dagli ex M5s.

Intanto il ministro Boschi apre a delle modifiche alla riforma del Senato: sono possibili, dice in un'intervista al Messaggero, "con l'accordo di tutti i partiti che hanno concorso a definire la riforma. Anche sull'immunità esistono varie ipotesi sul tappeto compreso il ritorno all'insindacabilità che era prevista dal testo originario del governo. Ma, ripeto, su questo tema devono essere i partiti ad esprimersi in modo concorde". Altre modifiche? "Quella più importante potrebbe riguardare i poteri del Senato sull'esame della Legge di Bilancio. Forse dovremo trovare un equilibrio diverso con la Camera" per "facilitare l'approvazione di una legge".

La Boschi si sofferma poi sui dissidenti del suo partito: "l'ineleggibilità è rimasto l'unico tema di dissenso sul tappeto. Francamente mi auguro che il Pd possa votare unitariamente". "Le ragioni del dissenso si sono molto ridotte tant'è vero che anche i 'dissidenti' non sono favorevoli al bicameralismo perfetto e al potere di fiducia del Senato.
Dunque, desidero ripeterlo, esistono le condizioni per un voto unitario".

Rischio autoritarismo? "Io questi pericoli non li vedo". "E poi parlano i fatti: la riforma prevede un diverso quorum per l'elezione del capo dello Stato proprio per aumentare le garanzie democratiche". "Il quorum per l'approvazione del referendum è stato abbassato e il Senato manterrà un ruolo nell'elezione dei membri del Csm e della Consulta".
Quanto all'ipotesi di tagliare il numero dei deputati, "penso", dice il ministro "che una Camera con 630 eletti e un Senato di 100 membri in massima parte espressione delle autonomie locali consentano un buon equilibrio della rappresentanza territoriale".
Per quanto riguarda i tempi, "spero nell'approvazione dell'Italicum da parte della Commissione prima della pausa estiva, non credo che faremo in tempo anche ad ottenere il voto dell'Aula di Palazzo Madama".

Il testo delle riforme approvato dalla Commissione Affari costituzionali del Senato, "pur rimanendo aderente all'impianto" del ddl originario del governo, "è stato significativamente arricchito". Lo ha detto la relatrice alle riforme Anna Finocchiaro, illustrando in Aula in provvedimento. Dal lavoro della Commissione, ha aggiunto, "e' risultato un testo che si è configurato come un punto di approdo molto solido e avanzato al fine della celerità dell'iter parlamentare".

E' convocata per domani alle 21.30 a Montecitorio un'assemblea dei deputati e senatori del Pd alla presenza del premier Matteo Renzi. All'ordine del giorno, il programma dei mille giorni. Resta invece confermata per domattina, secondo quanto si apprende, l'assemblea dei senatori dem sulle riforme che approdano oggi in Aula. Intanto

Il centro polemico del premier è risultato essere il sistema bancario ....Noi, dice Renzi, non siamo falliti, molte banche sì. Insomma quando leggi il tuo presidente del Consiglio che mette in riga i ragazzotti presuntuosi che facevano le pulci ai nostri bilanci e non si accorgevano delle travi nei propri, un po' di sadica soddisfazione la trai.Il secondo passaggio è più circostanziato, perché prende di mira il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, e per suo mezzo l'establishment del mondo creditizio italiano. Patuelli sembrerebbe piuttosto istituzionale anche se dovesse indossare un costume da bagno, non è certo un pasdaran rivoluzionario: nell'ultima assemblea dei banchieri si è permesso di dire che le tasse in Italia sono troppo alte. Renzi alla Meli dice di non accettare «lezioncine» da Patuelli, che, piuttosto, si adoperi affinché si prestino quattrini alle imprese. Il premier si compiace poi della risposta «pacata, ma tosta» che avrebbe riservato a Patuelli, il suo assessore all'economia, Padoan. Su quest'ultimo bersaglio polemico conviene approfondire.

È idea diffusa che il sistema creditizio italiano non presti a sufficienza. Autorevoli banchieri (oltre a Patuelli, solo una settimana fa lo diceva anche Alessandro Profumo) sostengono invece che in Italia il sistema creditizio eroghi una percentuale di finanziamenti che supera di circa il 20 per cento la raccolta privata. Dunque, semmai, per costoro, ci sarebbe uno squilibrio. Il centro studi della Confcommercio (che meglio di tanti economisti fotografa la situazione delle piccole imprese) pur non essendo una delle associazioni più amate dal Nostro, sembra dare ragione a Renzi in pieno. Secondo una recente ricerca del suo ufficio Studi solo il 3,7 per cento delle imprese del settore del terziario di mercato ha ottenuto un finanziamento dal settore bancario nel primo trimestre del 2014. La percentuale nel 2009 era del 22,2 per cento.

 

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