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“Industria 4.0 – Opportunità per l’economia tarantina” è il titolo del convegno, organizzato dal Lions Club di Grottaglie (Ta), che si è svolto giovedì 15 febbraio alla Camera di Commercio di Taranto.

L’evento ha ottenuto il patrocinio della Camera di Commercio, che ha ospitato l’incontro nell’aula Monfredi, della Bcc San Marzano di San Giuseppe, dell’Ordine dei Commercialisti e revisori contabili della Provincia di Taranto, di Fedimprese ed Assilea (Associazione Italiana Leasing). Relatori del convegno, aperto dai saluti del presidente del Lions Club di Grottaglie, Pierpaolo De Padova e dal presidente distrettuale dei Leo Club, Annalisa Turi, sono stati: il presidente dell’Ordine dei Commercialisti Cosimo Damiano Latorre; il direttore generale della Bcc San Marzano Emanuele Di Palma; il responsabile area fiscale di Assilea Marco Viola; il referente del Mediocredito Italiano Michele Farella; l’assessore allo sviluppo economico della Regione Puglia Michele Mazzarano. A moderare l’incontro, è stato Pierfrancesco Conte del Lions Branch Club Grottaglie (Fragagnano).

L'assessore regionale allo sviluppo economico Michele Mazzarano ha dichiarato che "la Regione Puglia sostiene, da tempo, lo sforzo di informatizzazione ed adeguamento tecnologico delle imprese. La rivoluzione digitale di Industria 4.0 è stata fatta sulle orme della Germania, che ha realizzato un grande processo di digitalizzazione del settore manifatturiero. Il Governo italiano lo ha fatto con Industria 4.0 a cui seguirà il nuovo piano, "imprese 4.0". Già nella vecchia programmazione dei fondi (2007-2013), la Regione Puglia aveva incentivi per la progettualità imprenditoriale che puntava ad innovare dal punto di vista tecnologico ed informatico. Non è un caso che, passando alla nuova programmazione (2014-2020), le imprese che presentano progetti legati all'informatizzazione e alla digitalizzazione hanno maggiori premialità. Lo spirito e la filosofia di Industria 4.0 è presente nei piani di sostegno allo sviluppo della Regione Puglia. La nostra Regione ha il più alto numero di start-up innovative del Mezzogiorno, 386 in tutto; sono nate anche grazie a molti incentivi della Regione. Abbiamo anticipato il processo dell'innovazione, adesso bisogna correre sempre di più, perché la capacità innovativa del mondo produttivo va avanti velocemente"

“Il convegno – spiegano Pierpaolo de Padova e Pierfrancesco Conte, per l'organizzazione - affronta un argomento fondamentale per la rinascita del territorio di Taranto e provincia: Industria 4.0, ossia quella che in tanti definiscono come la quarta Rivoluzione Industriale. Anche in quest’occasione, i Lions hanno voluto dare il loro contributo, organizzando questo evento con l’unico scopo di sensibilizzare le coscienze su opportunità, limiti e sfaccettature di una riforma, epocale per l’economia Italiana. Per queste ragioni crediamo che, unire nella stessa trattazione tutte le parti in causa ossia politica, fiscalità, credito ed aspetti commerciali, possa dare un contributo concreto alla reale comprensione della riforma”.

"Il nostro ruolo è cavalcare l'innovazione - ha dichiarato Emanuele di Palma, direttore generale Bcc San Marzano, per il mondo del credito e del risparmio -; ci sono due nuove grandi iniziative: il crowdfounding, per dare la possibilità a start up innovative di essere finanziate: il lancio di un fondo pee le piccole e medie imprese che, al di là dle canale bancario in senso stretto, possa contribuire al rilancio di aziende già esistenti o alla nascita di nuove aziende".

Per il presidente dell'Ordine dei commercialisti e revisori contabili di Taranto Cosimo Damiano Latorre ha spiegato le agevolazioni fiscali previste dal governo: "Si tratta del superammortamento e dell'iperammortamento che consentono alle imprese, a fronte di un acquisto di un bene che risponde a determinati requisiti, di effettuare quote di costo da detrarre dal reddito imponibile, in maniera superiore". Per Latorre "questo consente di poter avere maggiori risparmi fiscali e di acquistare beni strumentali nuovi, a condizioni agevolate".

Un quintale di cozze tarantine messe a disposizione di cinque chef professionisti, che si sono sfidati a colpi di gusto e creatività per trasformare il prezioso frutto del Mar Piccolo di Taranto in piatti gourmet da esportare nel resto d’Italia e d’Europa. La prima tappa della XIV edizione del ‘Festival italiano della Cucina con la cozza tarantina’, organizzato dal Centro di Cultura Renoir di Taranto, si è svolta lunedì, 6 novembre, nell’elegante sala banqueting dell’Apulia Hotel Palace Lucera.

Il festival, ideato dal cavalier Cosimo Lardiello, presidente del Centro Renoir, è approdato per la prima volta nel Foggiano, più precisamente a Lucera, dove cinque maestri della cucina hanno presentato ad una platea autorevole e di settore le rispettive proposte gastronomiche, secondo la formula “cinque chef per cinque pietanze”. A sfidarsi (in ordine di presentazione dei piatti) sono stati gli chef Mirko Ricci, di San Giorgio del Sannio, che ha presentato il suo Tortino di zucca e cozze su letto di fagioli e pomodorini del piennolo; a seguire, Nicola Altavilla, di Leporano, nel Tarantino, con le sue Orecchiette con vellutata di ceci, cozze e cavolfiori.

La terza pietanza presentata durante la serata è quella dello chef Angelo Gaeta, di Orta Nova, nel Foggiano: Crema di ceci neri e cozze, con zucca, cipolla caramellata, gocce di bufala su letto di taralli al finocchietto.

Entrambi napoletani, invece, gli ultimi due concorrenti in gara: si tratta dello chef Antonio Napolitano, che ha gareggiato con un Risotto con caviale di melanzana, fonduta di provola e cozze e dello chef Salvatore Abbruzzese, che ha chiuso la serata con un Turbante di spigola con pesto di zucchine, guazzetto di cozze e crema di fagioli.

Ogni preparazione è stata realizzata al momento, nelle cucine del ristorante dell’Apulia Hotel Palace di Lucera, sotto lo sguardo attento dell’Executive Chef della struttura, Alessandro Angiola, in veste di ispettore di gara. Ogni piatto, poi, è stato valutato ‘a caldo’ da una attenta giuria composta da giornalisti e professionisti del settore turistico ed enogastronomico, seguendo diversi parametri (impressione generale del piatto, armonia di colori e sapori, valorizzazione del prodotto ittico). Ad aggiudicarsi la vittoria della prima tappa del ‘Festival italiano della cucina con la cozza tarantina’ è stato lo chef Salvatore Abbruzzese; medaglia d’argento per Nicola Ricci (già primo classificato nell’edizione 2016 della manifestazione) e bronzo per Antonio Napolitano.

A premiare i maestri dei fornelli è stato il Direttore Operativo Apulia Hotel Gianni Scidurlo, che ha sovrinteso la serata insieme al Sales Manager della catena Domenico Gadaleta e Michele Spatuzza, Senior Financial Controller del team Apulia Hotel.

Il festival itinerante proseguirà per tutto il 2018, con altre 9 tappe in Italia e all’estero, dove la cozza tarantina è attesa a Malta e in Polonia; in ogni serata cinque o sei chef si sfideranno per contendersi il passaggio in semifinale, in attesa della finalissima prevista nell’autunno del 2018.

L’idea alla base della manifestazione è quella di valorizzare una materia prima che fa grande la Puglia”, spiega Lardiello. “Fino a pochi anni fa, si considerava la cozza un prodotto umile, ora è diventato un piatto di culto, in Italia e all’estero. Abbiamo il nostro marchio di fabbrica - le cozze tarantine, appunto - uno dei tanti dell’enogastronomia pugliese, che può essere materia prima per piatti creativi e preparazioni gourmet”. “Si tratta - continua il presidente del Centro di Cultura Renoir - di un prodotto unico al mondo: le cozze tarantine, infatti, si sviluppano in un ambiente in cui sono presenti citri di acqua dolce, piccole sorgenti che attenuano la salinità dell’acqua, influendo sulla sapidità del prodotto”. Ancora, si tratta di un prodotto sicuro: “Quelle tarantine sono le cozze più controllate al mondo”, assicura Lardiello. “I mitili dell’Adriatico sono controllati ogni 3-6 mesi, quelle di Taranto ben due volte a settimana dagli organi preposti Asl che ne definiscono qualità e salubrità in maniera costante”. A valorizzare il frutto di mare tarantino a tavola è stata un’altra eccellenza pugliese: i vini della cantina Don Camillo, tra cui il prestigioso ‘Inno alla gioia’, un Primitivo di Manduria Dop, medaglia d’oro ai Mondiali di Bruxelles 2017.

L’evento è coinciso con il rilancio della maestosa struttura di Lucera, ora sotto l’egida della catena alberghiera ‘Apulia Hotel’ di Ostuni, fondata dai foggiani Gaetano Colavita e Antonio Vivo, interamente rinnovata nel management e nella filosofia dei servizi e dell’accoglienza, che fa del ‘Fattore Puglia’ - inteso come ospitalità, accoglienza, buona cucina e wellness - il suo punto di forza. All’inaugurazione tout-court della struttura alberghiera, infatti, seguirà tra pochi giorni quella dei rinnovati spazi del Centro benessere & Spa, che con i suoi 1500 mq si candida ad essere la spa più grande del nord della Puglia, con palestra, piscina coperta e riscaldata, dove sarà possibile godere di idromassaggio, bagno turco, sauna finlandese, doccia sensoriale, trattamenti estetici qualificati e diverse tecniche di massaggio. L‘inaugurazione è prevista per metà novembre.

Dopo quattro mesi di lavoro tornano al loro splendore i quattro frontespizi degli alteri di Sant’Antonio di Padova, San Matteo, Santa Chiara e l’Immacolata nella chiesa del Monastero Santa Chiara di Grottaglie (TA).

Da una prima analisi lo stato di conservazione dei frontespizi si è presentato nel complesso in buone condizioni. In alcune parti si sono notati subito vecchi interventi di restauro e, al di sopra della nicchia dell'altare dell'Immacolata, la mancanza di un pezzo dell’ala dell'angioletto, parti di cornice e spigoli.

Nei frontespizi degli altari di San Matteo, di San Antonio, di Santa Chiara e dell'Immacolata, le superfici erano ricoperte da depositi di differenti origini tra cui sostanze grasse, polvere e materiale dovuti al transito di insetti. I frontespizi erano ridipinti grossolanamente in grigio e tutto questo ha causato un offuscamento che impediva una corretta percezione dei valori tonali e cromatici.

Il programma di restauro si è articolato seguendo i punti fondamentali della Carta del Restauro 1987: riconoscibilità, reversibilità, compatibilità, intervento minimo, rispetto della patina (tempo di vita dell’opera).

Il recupero ha interessato diverse fasi: spolveratura, pulitura, incollaggio, integrazione e ripristino del colore e rilievo fotografico.

La conclusione dei lavori ha restituito ai quattro i frontespizi la luce ed i colori originari, permettendo così di ridare loro l’aspetto maestoso di un tempo.

Il progetto, curato dalla restauratrice Pina Munno, è stato attentamente seguito e valutato positivamente dalla dottoressa Caterina Ragusa, funzionario della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto su commissione della Madre Abbadessa Pierpaola Nistri.

 

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