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Ance: Crotone-Genova, due facce della stessa medaglia

Nel mentre oggi ricorrono diciotto anni dalla tragica alluvione di Crotone, a Genova si spala ancora il fango della nuova recente catastrofe: due facce della stessa medaglia.

Nel mentre in casa nostra la buona sorte ci ha evitato il ripetersi degli eventi calamitosi del ’96, a Genova non è andata altrettanto bene e da nord a sud si piangono i morti e si contano i danni.

A sentire le cronache è difficile distinguere l’incapacità della burocrazia di aiutare i processi soprattutto quando ineriscono l’incolumità di persone e cose dalla inefficienza della classe politica. Guardiamo in casa nostra : a 18 anni di distanza dai fatti solo il 50% delle opere previste è stato finanziato e realizzato, degli altri interventi pare manchino ancora le progettazioni esecutive ( vedi foce del Neto ).

Da due anni non si riesce a concludere la conferenza dei servizi per la realizzazione della vasca di laminazione del Papaniciaro, bloccata da un parere del Dipartimento dell’Ambiente che latita.

A Genova c’è l’esimente, almeno figurativa, dei ricorsi al TAR, del potenziale danno erariale, e dei provvedimenti giudiziari tardivi, nel nostro caso nemmeno quello : l’appalto è stato assegnato e contrattualizzato e l’impresa non sa più a che santo votarsi.

Di converso l’efficientissima macchina burocratica calabrese, nota urbi et orbi per le proprie capacità, nel mentre da ogni latitudine della nostra nazione da vent’anni si urla e ribadisce la necessità di snellire tutte le procedure burocratiche, ha pensato bene di proporre e farsi approvare il regolamento regionale n. 3/2008, con il quale sono stati sottoposti alle pastoie burocratiche regionali, molti interventi esclusi da tali procedure a livello nazionale.

La conseguenza è sotto gli occhi di tutti : tra cave, torbiere, opere pubbliche, dighe, parchi eolici, interventi nel settore energetico e quant’altro ormai le pratiche arretrate sono molte centinaia e con la solerzia dei nostri bravi burocrati in qualche decennio forse riprenderemo il passo, sempre che le pratiche giornaliere non seppelliscano tutti sotto i fascicoli, sarebbe una chiara applicazione della legge del contrappasso.

La commissione V.I.A. bloccata per ben tre anni da un ricorso giudiziario, peraltro vinto dal ricorrente per quanto ci consti, è stata ricomposta da poco tempo con personale tutto interno all’amministrazione regionale.

Orbene, sarebbe cosa buona e giusta effettuare un monitoraggio dell’attività : quante volte si è riunita dalla sua composizione? Quante pratiche delle imprese ha trattato e definitivamente evaso in questo periodo?

C’è da giocarsi una cena ( ormai euro non ce ne sono più nelle tasche delle imprese… ) che una risposta precisa a queste domande non perverrà mai…

Emblematica è poi la questione dei corsi d’acqua secondari, che esondano periodicamente allagando non solo i campi, distruggendo il raccolto, ma anche i cosiddetti fossi, che a Crotone intercettano competenze di Nucleo Industriale, Consorzio di Bonifica, Provincia, Comune, Anas con uno scaricabarile talmente pietoso da negare persino la titolarità dell’obbligo della manutenzione, così il CSI chiede il permesso di intervenire al Consorzio di Bonifica che risponde di non dover dare nessun permesso, nel mentre qualcuno dice che l’ANAS, nella realizzazione della rotonda, ha ridotto la sezione del fosso, con l’ultima perla a cura della Provincia secondo la quale i privati debbono manutenere i fossi, che però sono accatastati al pubblico demanio ( sic! ).

Non sappiamo se a Genova ci vorranno 18 anni per rendersi conto che nel gioco dell’oca ci tocca tornare al via, ci auguriamo per tutti che non sia così e che si provveda al più presto a risolvere il problema delle competenze e si contribuisca a salvare la vita umana e quella delle aziende. L’amministrazione del carcere di Crotone ha recentemente risposto ad una serie di soggetti pubblici e privati, riscontrando la pericolosità di alcuni fossi che compromettono, quando esondano, anche la struttura carceraria.

Ma in tutte queste storie di ordinaria disamministrazione la giustizia non potrebbe verificare a chi competa fare cosa e quando?.

Possibile che non paghi mai nessuno e che la colpa sia sempre del destino cinico e baro?.

In un paese civile che ha ancora velleità di essere annoverata tra le grandi potenze mondiali non è possibile che d’inverno ci si debba alzare la mattina sperando che non piova tanto.

Ma perché la Prefettura non convoca tutti gli addetti ai lavori per mettere ordine in questo marasma di inefficienze?

Forse non tutti sanno che sono a rischio di revoca 900 milioni di euro sul vecchio POR, nel mentre a Crotone languono, dopo 18 anni, persino i progetti.

Ci auguriamo altra sorte per la popolazione di Genova, cui va tutto il nostro affetto e la nostra vicinanza, con la speranza che dagli errori si possa imparare per evitare che tali disgrazie ricapitino.

Ance Crotone

 

 

 

 

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