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“Sistema fiscale immobiliare, crisi del mercato ed effetti sull’economia del Paese”. Questo il titolo del convegno – in programma venerdì prossimo, 14 febbraio, a Firenze (ore 15, Palazzo Incontri, Via dei Pucci 1) – che la Confedilizia ha organizzato, insieme con la Fondazione Cesifin Alberto Predieri, per richiamare l’attenzione sulle conseguenze negative che il carico di tassazione degli ultimi due anni ha prodotto sul settore immobiliare e sull’intera economia.

A confrontarsi su un tema di così stringente attualità saranno economisti e giuristi che, ciascuno dal proprio angolo visuale, analizzeranno il progressivo incremento dell’imposizione tributaria sugli immobili, che ha raggiunto livelli tali da far perdere ogni riferimento con il principio costituzionale della capacità contributiva, e le sue ricadute sulla tradizionale funzione degli immobili come mezzo di protezione del risparmio, sull’industria delle costruzioni e relativo indotto, sul mercato delle locazioni e sull’intero sistema economico.

Il convegno – che sarà introdotto e condotto dal Presidente della Confedilizia, Cor-rado Sforza Fogliani, e i cui lavori saranno aperti dal saluto del prof. Giuseppe Morbidelli, Presidente della Fondazione Cesifin e ordinario di Diritto amministrativo nell’Università La Sapienza di Roma – vedrà come relatori: il prof. Alfonso Celotto, ordinario di Diritto costituzionale nell’Università degli Studi Roma Tre; il prof. Francesco Forte, emerito di Scienza delle finanze nell’Università La Sapienza di Roma; il prof. Gianfranco Gaffuri, ordinario di Diritto tributario nell’Università degli Studi di Milano; il prof. Carlo Lottieri, Direttore del Dipartimento Teoria Politica dell’Istituto Bruno Leoni; il prof. Giuseppe Marini, ordinario di Diritto tributario nell’Università degli Studi Roma Tre; il prof. Giovanni Marongiu, emerito di Diritto finanziario nell’Università degli Studi di Genova.

C'è preoccupazione nel Verbano-Cusio-Ossola, da dove ogni giorno 5 mila italiani varcano il confine per recarsi al lavoro in Svizzera, nei cantoni del Ticino e del vallese. ''E' un referendum che ci penalizza ma che l'Unione Europea ritiene illegale visto che la Svizzera ha firmato con l'Europa accordi sul libero scambio. Il problema è che in Svizzera per screditarci, accomunano i frontalieri ai clandestini''. Così Antonio Locatelli, presidente dei frontalieri del Vco. Non piace l'esito del referendum che ha visto gli svizzeri votare per una riduzione degli stranieri che lavorano oltre confine. ''I primi segnali che ci preoccupano - aggiunge Locatelli - sono gli annunci per le richieste di lavoro, sui quali già vengono inserite preferenze per chi parla le lingue nazionali o per chi è domiciliato oltre confine''.
Al centro dell'Europa, ma non membro dell'Unione europea, la Svizzera - che oggi ha reintrodotto con un voto popolare le quote sull'immigrazione - ospita una popolazione straniera pari al 23,3 % degli 8 milioni di abitanti del Paese. Tra gli immigrati, gli italiani sono tra i piu' numerosi. A fine aprile 2013 la Svizzera contava infatti 1.846.500 stranieri domiciliati (57.175 in più rispetto all'anno precedente), due terzi dei quali provenivano da Stati dell'Unione europea e dell'Associazione europea di libero scambio (Efta), secondo le statistiche ufficiali.

I gruppi più cospicui sono quelli degli Italiani (circa 290mila) e dei tedeschi (piu' di 280mila), ciascuno dei quali con una quota del 16%, seguiti dai portoghesi (13%). Dall'introduzione dell'Accordo sulla libera circolazione delle persone con l'Ue, nel 2002, il bilancio migratorio è stato particolarmente importante con la Germania (circa 16.100 persone all'anno) e il Portogallo (circa 8.700 persone all'anno), ma il maggior aumento del numero d'immigrati tra il 2011 e il 2012 è stato osservato tra le persone provenienti dai Paesi dell'Europa meridionale, ovvero da Grecia (+44,8%), Spagna (+36,2%) e Italia (+28,1%). La Svizzera ed il suo benessere economico attirano inoltre molti frontalieri dai Paesi confinanti ed in particolare da Germania (56.920), la Francia (145mila) e l'Italia, oltre 65mila quasi tutti in Ticino. La manodopera straniera è considerata un elemento importante del mercato del lavoro svizzero ed i lavoratori stranieri svolgono un ruolo importante nel settore secondario

L'iniziativa ''Contro l'immigrazione di massa'' approvata oggi di stretta di misura in Svizzera vuole limitare i permessi di dimora per stranieri con ''tetti massimi annuali e contingenti annuali'' applicabili a tutti i permessi per stranieri, inclusi i cittadini dell'Ue, i frontalieri e i richiedenti asilo.

- ''La Svizzera gestisce autonomamente l'immigrazione degli stranieri. Il numero di permessi di dimora per stranieri in Svizzera è limitato da tetti massimi annuali e contingenti annuali. I tetti massimi valgono per tutti i permessi rilasciati in virtù del diritto degli stranieri, settore dell'asilo incluso. Il diritto al soggiorno duraturo, al ricongiungimento familiare e alle prestazioni sociali può essere limitato''.

- ''I tetti massimi annuali e i contingenti annuali per gli stranieri che esercitano un'attività lucrativa devono essere stabiliti in funzione degli interessi globali dell'economia svizzera e nel rispetto del principio di preferenza agli Svizzeri; essi devono comprendere anche i frontalieri. Criteri determinanti per il rilascio del permesso di dimora sono in particolare la domanda di un datore di lavoro, la capacità d'integrazione e una base esistenziale sufficiente e autonoma. Non possono essere conclusi trattati internazionali che contraddicono al presente articolo''.

- I trattati internazionali che contraddicono all'articolo ''devono essere rinegoziati e adeguati entro tre anni dall'accettazione di detto articolo da parte del Popolo e dei Cantoni''.

La Commissione europea ''si rammarica del fatto che un'iniziativa per l'introduzione di limiti quantitativi all'immigrazione sia stata approvata. Questo va contro il principio della libera circolazione delle persone tra l'Ue e la Svizzera". Così la Commissione Ue commenta l'esito del referendum svizzero che limita l'immigrazione di massa

L'Unione europea non prevede di proseguire il negoziato con la Svizzera sull'elettricità "alla luce della nuova situazione che si è venuta a creare " dopo il voto sul referendum sulla libera di circolazione che è "una potenziale violazione" degli accordi. Lo ha detto la portavoce dell'esecutivo europeo Pia Ahrenkilde.

Ahrenkilde ha aggiunto che l'accordo sull'elettricità "è logicamente legato a questioni istituzionali orizzontali"

Il Partito del Progresso, una delle due formazioni che compongono il governo di destra della Norvegia, ha chiesto ufficialmente la tenuta di un referendum analogo alla consultazione che in Svizzera ha visto prevalere i favorevoli ad una restrizione dei flussi. Il portavoce per l'immigrazione della formazione populista guidata da Siv Jensen, Mazyar Keshvari, ha rivelato al giornale Vg di essere favorevole ad una consultazione in stile elvetico anche se, ha precisato, "il partito non ha ancora una posizione precisa sulle quote....ciò di cui sono sicuro però - ha aggiunto - è che una buona metà dei norvegesi è certamente favorevole ad una restrizione dei flussi migratori". 'estrema destra austriaca invoca, sull'esempio svizzero, un referendum anti-immigrazione

Il Mezzogiorno d’Italia, a nostro modesto avviso, può tentare di risolvere la questione, ancora, irrisolta del suo storico divario col Nord-Centro del Paese, facendo sempre, leva su questi sei punti di forza: l’agricoltura, il turismo, la portualità , la logistica, l’industria manifatturiera e l’innovazione. In primis, va detto che con 3,3 miliardi di euro, nel 2010, il nostro Meridione si è collocato a 2° posto dopo la Spagna nella classifica europea relativa al valore della produzione di ortaggi(ai prezzi base); ancora, sempre al secondo posto, dopo la Spagna, si è collocato per quanto riguarda la produzione di frutta fresca(790milioni di euro). Va rilevato, poi, che nel 2012 i pernottamenti di turisti stranieri, nel Mezzogiorno d’Italia, hanno toccato i 23,7milioni, numero al di sopra di quelli registrati da altre ben note macro- regioni turistiche europee quali la Provenza-Costa Azzurra+Corsica che assieme hanno rilevato 20,7milioni di pernottamenti e Creta con 19,9milioni.(Cfr.www.ilsole24ore.com del 31.01.2014). La portualità e la logistica possono, inoltre, avere un ruolo cruciale per il Mezzogiorno, nel quadro del crescente peso delle economie del Mediterraneo e dell’aumento dei flussi dell’interscambio delle produzioni. Peraltro, una priorità che è del Mezzogiorno e del Paese è la sua collocazione geo-economica di produttore manifatturiero ed esportatore. Il Sud resta una grande aera manifatturiera europea, il cui rilancio concorrerà alla ripartenza dell’Italia. Ma c’è di più. Il Mezzogiorno ha potenzialità, ma va considerato come un’area collocata al centro del Mediterraneo dove transita il 19% del traffico marittimo mondiale. Infatti, l’export ha due direttrici: il Nord America e il Mediterraneo dove l’interscambio commerciale del Mezzogiorno è quasi il doppio -in percentuale- di quello italiano. E dulcis in fundo, lanciamo un caloroso invito alle istituzioni locali e nazionali, affinché, il sesto punto di forza, succitato, l’innovazione( la quale, è prodotta dal capitale umano e dalla concentrazione del capitale umano in una stessa località, ovvero, il Mezzogiorno), possa usufruire di finanziamenti alla ricerca, al fine di creare e attirare i talenti del capitale umano.

 

La Corte dei conti cita le tre maggiori agenzie di rating internazionali, S&P, Moody's e Fitch per il downgrade dell'Italia del 2011 e chiede danni per 234 miliardi di euro. E' quanto riportava, ieri sera l'edizione online del Financial Times, ripresa da alcuni giornali italiani.

Secondo quanto scrive il quotidiano britannico nell'atto di citazione che Standard & Poor ha detto di aver ricevuto, i magistrati contabili avrebbero sottolineato l'errore fatto dalle agenzie nel non tenere conto dell'"alto valore del patrimonio storico, culturale e artistico del nostro paese che universalmente riconosciuto rappresenta la base della sua forza economica".

L'azione della Corte dei Conti nei confronti delle agenzie di rating è stata aperta dal Procuratore Regionale del Lazio ed è solo "in fase istruttoria". E' quanto dice la Corte dei Conti in una nota, precisando che potrebbe finire tutto con un'archiviazione e che è del tutto "prematura" qualsiasi quantificazione di eventuali risarcimenti.
"Il valore del patrimonio storico, culturale, artistico e paesaggistico dell'Italia è indubbio e non può essere messo in discussione. A fronte di questa ricchezza emergono enormi potenzialità di crescita che dobbiamo saper valorizzare al meglio. Per questo ritengo fondamentale mettere l'industria culturale e turistica al centro delle nostre politiche". Lo dice il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Massimo Bray, commentando la notizia dell'inchiesta contabile della Corte dei Conti che chiede di considerare il patrimonio artistico e culturale del Paese come forza economica. "Ritengo sia strategico e vitale - aggiunge il ministro - tornare a considerare la cultura, declinata in tutte le sue manifestazioni - i monumenti, il paesaggio, i musei, le biblioteche e gli archivi, la musica e lo spettacolo - non soltanto come un bene da tutelare e valorizzare ma anche come una grande opportunità di sviluppo sociale ed economico. La scelta del governo di unire la governance dei beni culturali con il turismo è lungimirante e vincente".

Fino all’incorporazione dell’Inpdap nel 2012, nonostante la crisi economica iniziata nel 2008, il patrimonio netto dell’Inps presenta una sostanziale stabilità, così come si rileva dai dati ufficiali dei bilanci consuntivi e preventivi dell’Istituto.

La tabella che segue riporta i dati ufficiali dei bilanci consuntivi (fino al 2012) e preventivi (2013 e 2014) dell’Inps, relativi al patrimonio netto dell’Istituto.

 

Anno           Miliardi di euro

2009           42,5

2010           43,5

2011           41,2

2012           21,8

2013             7,4

2014           -4,5

 

Nel 2012, per effetto dell’incorporazione suddetta, il patrimonio ha subito una riduzione di circa 20 miliardi dovuta in parte al pregresso disavanzo patrimoniale dell’ente soppresso (Inpdap) e in parte al disavanzo economico d’esercizio di due gestioni, sempre del predetto ente, la cassa pensioni dei dipendenti degli enti locali (CPDEL) e la cassa pensioni dipendenti dello Stato (CTPS).

 

La situazione del pregresso disavanzo patrimoniale – che si ripercuoterebbe nel 2013 e nel 2014 - è stata risolta grazie all’intervento previsto nella legge di stabilità del 2014 che ha considerato definitive le anticipazioni di bilancio disposte a favore dell’Inpdap fino al 31 dicembre 2011, con un miglioramento di oltre 25 miliardi di euro della situazione patrimoniale che sarà rilevato in occasione della prima nota di variazione al bilancio preventivo 2014 dell’Inps.

Per queste ragioni i dati 2013 e 2014 non sono da considerarsi utili al confronto. Altri dati diffusi in queste ore sono privi di fondamento.

 

Anche per la cassa pensioni dei dipendenti dello Stato (CTPS) la problematica del disavanzo d’esercizio è avviata a risoluzione. Permane lo squilibrio della CPDEL previsto nel 2014 in 7,6 miliardi.

Si può dunque affermare che i recenti interventi legislativi e le riforme previdenziali degli ultimi anni consentono di garantire la tenuta del sistema previdenziale italiano certificata anche dagli organismi e dalle istituzioni internazionali.

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