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2 giugno, le opposizioni manifestano unite

E' corsa contro il tempo sulle misure del decreto rilancio che ancora attende di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. E se dal governo si sottolinea come il testo andrà in Gazzetta a breve il centrodestra va all'attacco e Matteo Salvini annuncia una manifestazione in piazza per il 2 giugno.

Giorgia Meloni, promotrice dell'iniziativa, assicura che sarà preso ogni genere di precauzione per evitare rischi, in questa fase ancora delicata di uscita dal lockdown. "Il prossimo 2 giugno ci sarà ben poco da festeggiare. Eppure noi abbiamo deciso che ci saremo, per dare voce a milioni di italiani che chiedono libertà e orgoglio. Ci saremo con metodologie che ci permettano di rispettare norme e prescrizioni che spesso la sinistra non ha rispettato", precisa la leader di Fratelli d'Italia, che si augura di trovare un'ampia partecipazione da parte di tutte le opposizioni. "Ci auguriamo che l'iniziativa possa essere condivisa e sostenuta anche dalle altre forze politiche del centrodestra, a cui ci unisce una stessa sensibilità di fondo e una stessa idea dell'Italia, che proveremo a realizzare non appena sarà finita questa fase di 'sospensione della democrazia' e gli italiani potranno scegliersi un nuovo governo", spera la Meloni.

"Su richiesta dei tanti italiani che ci hanno scritto stiamo lavorando per trovarci insieme in piazza il 2 giugno a Roma, ovviamente con tutte le misure di sicurezza. Saremo senza bandiere ma a fianco degli italiani. Non è possibile che il decreto Rilancio ancora non sia stato pubblicato", dice Salvini al termine dell'incontro con gli altri vertici del centrodestra.

Non sarà una manifestazione di protesta, ma di proposta, raccolta di idee, saremo in tante città, anche a Roma, a distanza, in sicurezza". Così Matteo Salvini, intervistato a 'Primo canale.it', riferendosi alla manifestazione delle forze del centrodestra del 2 giugno. "Ci stiamo autotassando dall'inizio dell'epidemia, sui nostri stipendi, useremo quei soldi anche per una iniziativa il 2 giugno, daremo il nostro piccolo, ma penso per molti, importante, contributo", ha aggiunto il leader della Lega.

Parlando della pandemia, Salvini ha ribadito la sua posizione sulla necessità di chiarimenti da Pechino. "Ci sono 120 Paesi al mondo, in tutto il mondo, in tutti i continenti, che chiedono spiegazioni alla Cina sui ritardi nell'allarme per la pandemia, su eventuali contagi, sugli esperimenti nei laboratori, e non sono tutti amici di Salvini sovranisti leghisti o gente strana, ma l'Italia tace" ha detto il leader del Carroccio. Per Salvini "non è il momento in cui tacere, anche perché questa pandemia, oltre che migliaia e migliaia di morti a cui va il nostro quotidiano pensiero, rischia di portare a una crisi economica enorme".

"Le conseguenze economiche ce le porteremo dietro per anni", dice Giorgia Meloni, riferendosi alla crisi causata dall'emergenza Covid-19. "E per affrontarle servirà un governo degno di questo nome, che abbia rispetto per il lavoro e la libertà degli italiani. C'è un'Italia dimenticata a cui il governo finora ha chiesto moltissimo, promesso molto e dato pochissimo, in molti casi zero ma nei loro confronti il cappio della burocrazia, dei mutui, delle tasse e delle bollette da pagare non si taglia. L'unica 'semplificazione' che hanno visto finora è stata la regolarizzazione di 600mila clandestini con la scusa dei raccolti agricoli", attacca la leader di FdI. "Tanto bella da far piangere il ministro Bellanova che forse non sa quante centinaia di migliaia di italiani piangono di notte, di nascosto dai loro figli, a cui non sanno se potranno garantire un futuro.

Tanto fondamentale da essere diventata, dicono i ben informati, merce di scambio per il voto dei parlamentari renziani a favore di un ministro (Bonafede) che nel frattempo aveva fatto scarcerare qualche decina di boss mafiosi. Vogliamo dare voce alle famiglie, a quei milioni di commercianti, ristoratori, albergatori, gestori di bar o stabilimenti balneari, che non sanno se e come riaprire la loro attività", ribadisce la Meloni riferendosi alla manifestazione del prossimo 2 giugno. "A chi ancora aspetta la cassa integrazione e agli autonomi e partite Iva che non hanno ancora ricevuto il bonus da 600 euro. Il tutto mentre Conte moltiplica marchette e poltrone e arriva addirittura a prorogare di altri sei mesi lo stato di emergenza per continuare a governare a colpi di Dpcm, task force e conferenze stampa, senza confrontarsi con il Parlamento, concedendoci di volta in volta questa o quella libertà. Come se fossimo suoi sudditi. La libertà, caro Conte, non si concede", attacca ancora la Meloni. "La libertà si riconosce perchè è innata nel profondo dell'uomo, nel suo costruirsi una famiglia, nel suo vivere il lavoro e l'impresa. Ora gli italiani hanno voglia di rialzare la testa", conclude.

Il decreto "Rilancio", la cui pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dovrebbe avvenire ormai a breve, cambia di nuovo le regole in fatto di finanziamenti a fondo perduto, stavolta escludendo non solo le partite Iva iscritte agli Ordini, ma anche i lavoratori dipendenti. Un giro di vite non indifferente che lascia fuori una ricca platea di potenziali beneficiari della prestazione, in un momento in cui sono tanti i professionisti che hanno subìto grandi danni economici.

L’ultima bozza diffusa prevede l’esclusione dei professionisti iscritti agli Ordini dalla possibilità di richiedere il contributo, concesso a chi ha subìto una riduzione del fatturato ad aprile 2020 pari a due terzi rispetto dell’ammontare dei ricavi di aprile 2019. Nella versione precedente si prevedeva che tale contributo andasse a soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partita Iva, purché i ricavi non fossero superiori ai 5 milioni di euro (riferiti al periodo d’imposta 2019).

Si allunga, dunque, l’elenco degli esclusi. Già nelle precedenti versioni del provvedimento venivano fatti fuori i professionisti con reddito inferiore a 50mila euro, poiché destinatari del reddito di ultima istanza istituito dal decreto "Cura Italia". Si aggiungono ora all’elenco anche i lavoratori dipendenti (ovvero chi, oltre a svolgere attività di impresa e di lavoro autonomo e di reddito agrario con partita Iva è anche dipendente presso un’altra azienda) e, come abbiamo detto, i professionisti iscritti a una cassa previdenziale privata.

Intanto dalla parte Europea “Pompate denaro nel sistema finchè serve”. Nelle decise parole di Ursula von der Leyen in occasione del discorso in cui ha annunciato l’attivazione della clausola di sospensione delle regole del Patto di stabilità su debito e deficit pubblici c’è tutta l’enfasi delle grandi svolte.

Via libera agli Stati, dunque. La prima, storica sospensione del Patto di stabilità avviene sotto la mordente crisi del coronavirus, che sta mettendo sotto pesante sforzo il sistema economico europeo e sta facendo venire a galla le contraddizioni e le debolezze dell’architettura comunitaria. Le divisioni, l’inazione e le incertezze hanno fatto molto male: tutti abbiamo ancora nelle orecchie le parole confuse con cui Christine Lagarde ha abdicato al ruolo di garante della Bce, al prestigio politico conquistato in otto anni da Mario Draghi, salvo poi cercare di rimediare annunciando un piano di stimoli da 750 miliardi di euro. La Commissione targata von der Leyen ha esitato a lungo, risparmiandosi la caduta di stile di dichiarazioni fuori luogo, prima di prendere una scelta che apre scenari impronosticabili. Per almeno tre diversi motivi.

In primo luogo, si conferma l’impressione della “fine di Maastricht”.Intanto la Lagarde ora chiede la revisione del patto di stabilità..“Penso che questa crisi sia una buona occasione di modernizzare il Patto di stabilità e di crescita, oggi sospeso”: la più recente presa di posizione della governatrice della Banca centrale europea Christine Lagarde è netta, le famose “regole” europee dovranno essere aggiornate e ristrutturate prima che la sospensione della loro validità per il 2020, decretata dalla Commissione, abbia fine.

Parlando a un pool di quotidiani europei tra cui il Corriere della Sera l’ex direttrice del Fondo monetario internazionale sottolinea che l’economia europea ha subito uno choc “notevole” dalla pandemia di coronavirus e dalla susseguente fase di acuta crisi produttiva, e si dichiara pronta a proporre misure alternative.

Da un lato, Lagarde difende l’operato dell’Eurotower dalle critiche arrivate dalla Germania tramite Corte costituzionale di Karlsruhe, sottolineando che il piano di acquisto emergenziale (Pepp) non crea asimmetrie tra gli Stati: “Il Pepp – ha dichiarato- è un programma di acquisti mirati e limitati nel tempo, che risponde a circostanze eccezionali. Anche le altre istituzioni europee hanno preso misure eccezionali in questa crisi”.

 

 

 

 

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