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Telesio, la Poesia di un Filosofo, in una conferenza all'Accademia Cosentina

"Bernardino Telesio fra pensiero e poesia" è il titolo della conferenza tenutasi presso la Sala dell'Accademia Cosentina lo scorso 14 febbraio.
A relazionare uno studente, Stefano Manza, introdotto da Leopoldo Conforti, presidente dell'antica istituzione culturale, che ha intrattenuto i numerosi presenti con una conversazione incentrata su un argomento sempre nuovo, quello del Telesio Poeta, che annovera fra gli altri i contributi di Vincenzo Segreti, Luigi De Franco, Coriolano Martirano, Vincenzo Napolillo nonché dello stesso Conforti. 
Quest'ultimo aveva giá notato che "come la maggior parte dei presocratici, i filosofi più rappresentativi del nostro Rinascimento sono anche poeti, non nel senso generico del termine, che si può talvolta attribuire a cultori di diverse attività, né perché i principi della loro filosofia si arricchiscono di elementi mitici e sentimentali ma poeti nell'accezione più specifica cioè autori di opere in versi" (cfr. www.centrumlatinitas.org, La poesia di Telesio. Bellezza, Amore, Sapienza). 
Da parte sua Manza ha discettato sul componimento in latino del filosofo cosentino, dedicato a Giovanna Castriota, nobildonna discendente del mitico eroe albanese Scanderberg, carme meditato e poliedrico, con allegorie (la donna come poesia) e vari richiami al pensiero "delle genti greco-latine", 
I 40 versi costituiscono un inno alla sapienza e nello stesso tempo un esempio di concinnitas che é la rara qualità nell'armonizzare lo stile del discorso attraverso l'uso mirato e simbolico di parole ed argomenti.
Numerosi i riferimenti sparsi ad autori come Virgilio, Orazio ed a Catullo in particolare nel topos amoroso citato alla fine del testo ("Placida i doni furtivi del vecchio amante ricevi").
Il giovane relatore si è soffermato quindi sull'esametro in cui appare la figura di Icaro ("celebre per la rovina io pavento") assimilata a Dedalo, il calcolatore che sa districarsi nel labirinto da lui stesso ideato che viene peraltro vista come esempio negativo; e qui Manza riallaccia alle Metamorfosi di Ovidio l'immagine di Dedalo che, invidioso dell'allievo Calo suo nipote, lo scaraventa dalla sacra (e dunque violata) rocca di Minerva. Il giovane sarà poi salvato da Atena che lo trasformerà in pernice.
Per l'oratore il linguaggio poetico, ed essenzialmente filosofico, dell'autore del De Rerum Natura ha ascendenze presocratiche, neoplatoniche e naturalmente lucreziane ma ricorda anche Plotino e la tesi del "noi in quanto emanazione di un tutto". 
Puntuali, del conferenziere, alcune considerazioni sul valore dei moti dell'anima ("e scruto quel principio divino che a lei è intimo spirito") nell'idea di un Telesio che riprende altresì da Platone la definizione dell'idea di bellezza, pur se nel testo in questione non si ritrova adulazione della donna semmai un sottinteso autocompiacimento del poeta-filosofo nel parlare di se stesso in quanto primo degli uomini nuovi.
La prolusione, anche grazie a pertinenti rimandi a temi mitologici, epici, etimo-linguistici ed astronomici ("le altre cose che la luna ricinge nell'orbita angusta"), ha sollecitato alcuni interventi con susseguente nutrito dibattito che ha coinvolto i numerosi convenuti. 
Sembrerà forse strano ma mezzo millennio dopo Telesio fa ancora discutere! 
Intanto l'Accademia Cosentina prepara i prossimi appuntamenti a partire da una conferenza del segretario perpetuo dell'Accademia Mario Iazzolino (nella foto con Conforti e Manza).
Fuori dalla storica sede è annunciato, per lunedì 2 marzo, alle 18, al Teatro Rendano, "Ricordando Coriolano", incontro dedicato al compianto Martirano, studioso, storico, romanziere e drammaturgo. Un accademico telesiano quanto mai innamorato della propria Cosenza che, ad un anno esatto dalla scomparsa, gli tributa un doveroso ricordo.

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