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Il prossimo 15 novembre 2014 ad Arzignano (Vicenza) - Piazza Campo Marzio 26,(dalle ore 18 alle ore 22), apre le porte al pubblico “ATIPOGRAFIA”, un nuovo polo culturale dedicato all’Arte Contemporanea fondato da Andrea Bianconi ed Elena Dal Molin, rispettivamente un artista di fama internazionale e una curatrice, laureata in Storia dell’Arte, con all’attivo numerose mostre e collaborazioni con importanti istituzioni in Italia e all’estero.

Questa associazione culturale sorge nei mille metri di spazio di una vecchia tipografia di fine Ottocento ed è situata nella piazza principale di Arzignano, un piccolo paese della provincia vicentina, ancora sconosciuto al mondo dell’arte. L’obiettivo principale è quello di creare un polo artistico-culturale, per la fruizione e la scoperta dell’arte contemporanea, nel contesto di un dialogo aperto alle realtà internazionali.

“ATIPOGRAFIA”, associazione no-profit che si sostiene tramite donazioni e adesioni di tesserati, è sia una grande spazio espositivo, che uno studio e una residenza a disposizione degli artisti, una terrazza per concerti di musica d’autore, uno spazio per conferenze e workshop, una web radio attraverso la quale promuovere la vita culturale che si svolge all’interno del centro.

Andrea Bianconi ha dichiarato: “L’antica tipografia diventerà un laboratorio rimodellato di volta in volta dagli artisti, mantenendo il dialogo con lo spazio esistente, ma potendo anche aggiungere, togliere e modificare”.

La co-fondatrice dell’associazione culturale Elena Dal Molin ha poi aggiunto: “Non si tratta di un’operazione ‘mordi e fuggi, bensì di un intervento che nasce dal desiderio di dare continuità alla cultura, consentendo alle esperienze artistiche nazionali e internazionali di dialogare fra loro’. La curatrice aggiunge che l’Alfa privativo di “A-TIPOGRAFIA” vuole esplicitare il confronto tra lo spazio culturale e del sapere di un tempo, la tipografia, con quello di oggi, luogo di incontro e di confronto interculturale.

Il debutto della programmazione culturale di “ATIPOGRAFIA”, costantemente arricchita dalla partecipazione di esponenti presenti nello scenario culturale a livello internazionale, sarà realizzato all’insegna dell’Invisibile Narrativo, attraverso mostre, concerti ed incontri finalizzati a mostrare ciò che comunemente sfugge allo sguardo, per risvegliare l’incanto e la curiosità negli occhi dei visitatori.

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L’inaugurazione dello spazio vedrà l’apertura di “Tunnel City”, la mostra personale di Andrea Bianconi, artista molto conosciuto nato ad Arzignano nel 1974, che vive e lavora tra il suo paese e New York. Nel 2010 ha realizzato una performance pubblica a Shangai e l’anno successivo è stato invitato a presentarla in Piazza San Marco a Venezia. Nel 2011 ha realizzato un’opera per i primi 150 anni dell’Unità d’Italia all’Ambasciata di Washington DC. Nel 2013 ha partecipato alla V Biennale di Mosca, con una performance pubblica tra la Piazza Rossa e il Cremlino. E’ attualmente in corso la personale al Museo d’Arte Moderna di Gent in Belgio. I suoi disegni sono nella collezione del MoMa di New York. Il tema del tunnel, inteso come vortice in cui tutto avviene dopo e prima l’entrata e l’uscita, simbolo delle infinite possibilità dei significati, verrà sviluppato attraverso un ricco percorso espositivo, fino a creare una vera e propria mappatura, che trova la sua valenza infinita e nascosta nell’intimo dello spettatore.

L’artista interviene sulle pareti dello spazio realizzando disegni a pennarello, che dialogano con l’ambiente e gli oggetti circostanti. Il percorso prevede, inoltre, un video che proietta migliaia di disegni tratti dal libro Romance, edito da Cura (2012), la cui riedizione è stata recentemente acquisita dal MoMa di New York.

La mostra è accompagnata dai testi di Luigi Meneghelli, critico e curatore, Gianluca D’Inca Levis, presidente di Dolomiti Contemporanee Fabrizio Panozzo, direttore Mac Lab Ca’ Foscari.

Nel corso del mese di dicembre “ATIPOGRAFIA” ospiterà le sonorità di Chanyuan Due, suggestive commistioni sorte dalla reinterpretazione della musica tradizionale cinese, un illuminante talk con il Prof. Fabrizio Panozzo, che dialogherà con Andrea Bianconi e due imprenditori locali su “Il Valore Invisibile: l’Arte Contemporanea nelle imprese contemporanee” ed il concerto del Maestro compositore Vincenzo Pasquariello, regista e attore che fa parte della compagnia teatrale di William Kentridge.

A gennaio 2015 in mostra Carlo Bernardini, Maestro dell’Accademia di Brera, che indagherà il tema dell’invisibile con sculture di luci sospese e l’incontro con Marco Delmastro, fisico nucleare del Cern di Ginevra, che presenterà il suo libro “Particelle Familiari”, dove in modo facilmente comprensibile racconta la ricerca nei laboratori del Cern sul bosone di Higgs.

In occasione della giornata di inaugurazione, il tesseramento per l’anno 2015 verrà offerto in omaggio ai visitatori che si iscriveranno alla mailing list di “ATIPOGRAFIA”.

 

 

 

Castellammare del Golfo

Castellammare del Golfo (TP)

Si respira un’aria nuova a Palermo, passeggiando per le sue strade e le sue piazze ricche di monumenti principalmente normanni, magari a bordo di una delle 25 motocarrozzette “Ape”, servizio realizzato per evitare il caotico traffico cittadino da una cooperativa di giovani intraprendenti, che si sono inventati un lavoro.

L’influenza della civiltà normanna è visibile negli edifici più importanti, come ad esempio la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, meglio nota come Martorana dove fu incoronato Ruggero II e la chiesa di San Cataldo, capolavori dell’architettura e della decorazione di quel tempo insieme alla Cappella Palatina. Essa rappresenta per il Palazzo dei Normanni «il più sorprendente gioiello religioso sognato dal pensiero umano», come narrò Guy de Maupassant. All’interno spiccano i mosaici bizantini: un trionfo di oro e di colori con le scene della Bibbia. Anche di incomparabile bellezza è il Duomo di Monreale, realizzato quaranta anni dopo, con il bellissimo chiostro e lo stupendo mosaico raffigurante il Cristo Pantocratore, che dall’alto sembra seguire tutti con il suo sguardo. Dal duomo nei giorni scorsi è stata trasmessa la Santa Messa in diretta su RAI 1.

Il Cristo Pantocratore

Il Cristo Pantocratore

Il centro della città di Palermo è rappresentato dalla piazza ottagonale dei Quattro Canti, definita Teatro del Sole per la posizione centrale da dove si riesce ad osservare il cammino del sole dall’alba al tramonto. Nella piazza si tenevano feste dell’effimero e della forca, feste da ballo, banchetti e tornei e ancor oggi è scelta come scenario per il “festino” di Santa Rosalia, che sconfisse la peste nera, sostituendosi alle antiche sante patrone della città: Ninfa, Cristina, Oliva e Agata. La festa della “Santuzza” è una delle più belle del folklore siciliano e nell’occasione vengono utilizzati maestosi carri barocchi allegorici, che attualmente sono posizionati in giro per la città in attesa di essere riutilizzati il prossimo 15 luglio. Il consigliere del comune palermitano, Giulio Cusumano, ci apre poi tutte le porte del Palazzo delle Aquile di Federico II di Svevia, oggi sede del Municipio e già sede del Senato. Il palazzo si affaccia su Piazza Pretoria, detta anche Piazza della Vergogna, per via della nudità delle statue, che sono collocate intorno alla grande fontana, ma anche per il suo costo astronomico e per lo scandalo che suscitava nelle monache di clausura che si affacciavano proprio sulla piazza.

carretto siciliano

Carretto siciliano

Nella sala del consiglio comunale, nota come Sala delle Lapidi, sono ricordati gli uomini illustri che hanno fatto la storia della città e i tanti eroi che hanno perso tragicamente la vita. «Nei giorni scorsi è stato presentato - ci dice Cusumano - il progetto “Palermo Pass: Tutto su una APP” per dispositivi smartphone e tablet, inteso a sviluppare il turismo grazie ad una guida completa della città, scaricabile gratuitamente». In particolare sono previste le indicazioni sui monumenti, sullo shopping e sui locali più di tendenza del momento, come il ristorante “Ballarò”, che prende il nome dal vicino mercato e dove si possono gustare i cibi di strada comprese le arancine rese famose dalla fiction di Montalbano. Palermo “Panormus”, che in greco vuol dire “tutto porto”, è da sempre considerata una metropoli di mare e oggi è il più importante porto della Sicilia e una mappa è dedicata ai crocieristi, si tratta della “Voyager`s card”, pensata per chi giornalmente sbarca a Palermo e si muove per poche ore nel centro cittadino. Dopo aver visitato Palermo, attraverso l’autostrada si arriva dopo una quarantina di chilometri sulla costa meridionale e occidentale del Golfo di Castellammare nella parte più agricola e meno montana.

castello di Alcamo

Il castello di Alcamo

Alcamo, nota per il castello dei conti di Modica, conserva rilevanti strutture di un passato monumentale, come il vasto complesso architettonico del Collegio dei Gesuiti, la cui costruzione fu iniziata nei primi anni della seconda metà del Seicento per la diffusione della fede e per la formazione spirituale dei giovani. La conservazione dei monumenti è solo un esempio del lavoro fatto dal GAL Golfo di Castellammare «che - come ci ha confermato Luigi Amato funzionario dell’ente - intende dare una identità culturale al territorio anche alla luce dell’aspetto religioso, che ha rivestito per la Sicilia sempre un ruolo importante». Il Gruppo di Azione Locale Golfo di Castellammare, il più giovane tra i 17 GAL siciliani, ha la sua sede operativa proprio ad Alcamo dove di recente è pervenuta, su invito della regione, una delegazione di funzionari croati. Scopo dell’incontro è stato quello di mostrare le azioni previste nel Piano di Sviluppo, che si basano sugli interventi infrastrutturali rurali, come la promozione finalizzata all’incremento del turismo, alla valorizzazione delle emergenze naturalistiche, storico-culturali e architettoniche, alla crescita di adeguati canali di commercializzazione dei prodotti locali ed alla promozione delle produzioni tipiche. Grazie al finanziamento del GAL Golfo di Castellammare è stata realizzata da poco una pubblicazione, in italiano e in inglese, sugli itinerari tematici proposti dall’associazione culturale “Wine farm and Tourist” per scoprire: i bagli, tipiche costruzioni fortificate che venivano un tempo utilizzate come magazzini, ad esempio quello bellissimo della città di Scopello (famosa anche per i suoi faraglioni e la sua tonnara); le cantine; i musei e i maggiori vigneti siti a cavallo delle due province di Trapani e Palermo.

i dolci di Monreale

I dolci di Monreale

Tra i percorsi quello che combina natura, agricoltura e religione e quello che coniuga “Vino e architettura rurale” che, partendo dalle Dune di Calatubo sul versante tirrenico, permettono di vedere i ruderi del castello e la millenaria vicina fontana araba della “Cuba delle Rose”, recentemente restaurata dal GAL che ha finanziato anche: i “Mercati del contadino”; la riqualificazione dei “Bevai di monte e di valle”; il rifacimento dei muretti a secco dell’area esterna del Santuario della Madonna del Furi di Cinisi; la ricostruzione della chiesa di San Cataldo a cavallo tra i territori di Trappeto e Terrasini ed i restauri dei “ponti federiciani” della Madonna del Ponte di Partinico. Voluti dall’Unione Europea questi enti hanno il compito di coinvolgere nello sviluppo del territorio tutti gli attori. In quello del Golfo di Castellammare ben si coniugano le tradizioni produttive di qualità, il vicino aeroporto internazionale di Palermo, ferrovia e autostrade. Del GAL Golfo di Castellammare fanno parte aziende e associazioni private ed enti pubblici, tra questi i comuni di: Terrasini, Cinisi, Partinico, Balestrate, Trappeto e Scopello in provincia di Palermo e solo Alcamo in provincia di Trapani. Nella restaurata Real Cantina Borbonica di Partinico, poco distante da Alcamo, è collocata la sede del Museo delle tradizioni storiche, culturali ed agricole.

pupo siciliano

Pupo siciliano

Ed è qui che troviamo i “Pupi di Partinico”, rappresentati dagli ultimi pupari: Nino Canino, che alla veneranda età di 86 anni ancora va in scena con la sua possente voce, coadiuvato dalla figlia Laura e Vincenzo Garifo che, formato alla scuola dei Canino e vissuto senza padre dall’età di due anni, con le lacrime agli occhi ci dice che «la sua famiglia sono i Pupi» e intanto ci mostra una parte della sua stupenda collezione, da Beatrice ad Orlando ad Angelica a Carlo Magno. Canino e Garifo tengono spettacoli all’interno della struttura, per la gioia delle scolaresche e dei turisti, guidati dal loro amore per le storie cavalleresche. Il Teatro dell’Opera dei Pupi nel 2001 è stato riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio immateriale dell’Umanità. «La mission del GAL Golfo di Castellammare è puntare su tre aspetti: enogastronomia, turismo rurale e conservazione del paesaggio, migliorando la qualità della vita in queste aree dove abbiamo avviato una fase di ascolto che coinvolge in primis le scuole per far conoscere il volto migliore dell’Europa, un’Europa che investe», sono queste parole del Presidente del GAL Pietro Puccio.

la fontana della vergogna di Palermo

La fontana della vergogna a Palermo

Gli fa eco Andrea Ferrarella, Responsabile di Piano, che conferma gli obiettivi raggiunti, spendendo tutte le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea. «Le aree rurali devono essere rivalutate - dice Santi D’Alessandro, responsabile per la Regione Sicilia della gestione dei GAL isolani e dell’animazione sul territorio - dando la possibilità alle piccole aziende e agli artigiani, che operano in loco, di investire come è stato il caso delle due sorelle che si sono inventate un’attività nel messinese con la lavorazione di un arbusto per creare souvenir e hanno richiesto un finanziamento al GAL territoriale per realizzare un laboratorio». La forza delle idee, dunque, crea redditività e i giovani ne sono consapevoli dopo il tramonto del sogno del posto fisso.

muretti a secco Santuario Madonna dei  Furi

Muretti a Secco Santuario

Benedetto-fisichella

La via della bellezza ci salverà dal nichilismo dei nostri tempi? Ne è convinto monsignor Fisichella e lo scrive nel suo “La Nuova Evangelizzazione. Una sfida per uscire dall’indifferenza, Mondadori (2011). E’ un fatto che il Cristianesimo ha fondato l’Europa, tuttavia per monsignor Fisichella, questo non significa che i cristiani devono pretenderediritti di primogenitura per le diverse conquiste compiute nel corso di questi secoli che segnano la storia del nostro Occidente. Ma subito ribadisce che il cristianesimo è utile al progresso della società, naturalmente rispettando la laicità dello Stato, di cui tutti siamo gelosi, che poi non è altro che l’applicazione evangelica del “Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”.

Dunque, la laicitànon deve escludere il cristianesimo, non si può accettare un’Europa indipendente dal cristianesimo o addirittura contro di esso. Del resto si domanda polemicamente Fisichella, senza il cristianesimo, e ormai sono diversi anni che i Paesi europei vivono come se Dio non esistesse, “La società è migliorata? I giovani hanno trovato maggiore impegno e responsabilità nella società? Il lavoro è diventato una forma di realizzazione? La famiglia si è rafforzata nell’impianto sociale? La scuola è palestra di vita? L’ammalato è una persona da rispettare e non un peso per il bilancio? La vita nel suo insieme è salvaguardata? E la sua dignità è garantita a tutti?”. Certamente no. Abbiamo bisogno di riscoprire le nostre radici, la nostra appartenenza, la nostra identità, altrimenti, “saremo destinati a veder prevalere i singoli egoismi di turno e la reazione sarà quella di rinchiudersi in nuovi confini, magari non territoriali, ma certamente frustranti e fallimentari”. Pertanto per Fisichella, “solo una forte identità condivisa potrà debellare forme di fondamentalismo e di estremismo che ripetutamente si affacciano nei nostri territori”. Una cosa è certa, “se l’Occidente si vergogna di ciò che è stato, delle radici che lo sostengono e dell’identità cristiana che ancora lo plasma, allora non avrà futuro”. Fisichella inoltre, invita, la politica a fare un salto di qualità per ritrovare un sistema valoriale, a mettere al centro dell’impegno politico e culturale, la famigliae la vita umana, se non lo si vuole fare per convinzione, lo faccia almeno per calcolo economico. Purtroppo è un invito poco ascoltato dai vari politicanti sia nazionali che europei. Del resto la china dell’invecchiamento dell’Occidente ormai è un dato inquietante, altro che allarmi per il riscaldamento globale.

Nel testo, monsignor Fisichella aggiunge un tema che potrebbe aiutarci a scoprire le nostre radici e soprattutto a valorizzarle. E’ la “via pulchritudinis”, (la via della bellezza), non dobbiamo sorprenderci se al tema della nuova evangelizzazione, la Chiesa trova posto per la riflessione sulla bellezza. E’ nella stessa missione di annunciare il Vangelo, del resto gli antichi filosofi insegnano che è degno di essere amato solo ciò che è bello. “Le nostre città -scrive Fisichella - esibiscono la ricchezza del genio architettonico che nel corso dei secoli ha realizzato opere uniche”. E’ una forte responsabilità custodire e trasmettere questo immenso patrimonio artistico e culturale alle generazioni future. Purtroppo però, nello stesso tempo, tutti vediamo come il senso della bellezza è venuto meno,”in molti casi si è voluto imporre un modello di bellezza in netta discontinuità con la tradizione”, senza la vera bellezza, il nostro mondo corre il rischio di cadere preda della disperazione.“Dove viene meno la bellezza, là viene a mancare l’amore e con esso il senso della vita e la capacità di generare”. Attenzione però per noi la bellezza non si esaurisce nella corporeità, così si scivola nell’effimero e si perde il senso della verità e della bontà. Purtroppo per monsignor Fisichella talvolta neanche la religione custodisce e ama la bellezza. Invece i credenti dovrebbero essere annunciatori della bellezza, e farne strumento del loro annuncio al mondo di oggi.

Peraltro il cristianesimo da sempre nel corso dei secoli ha sempre privilegiato “esprimere e rappresentare visivamente la verità della fede e la bontà della nostra testimonianza”. Infatti, “in qualsiasi cultura è stato annunciato il Vangelo di Gesù Cristo, là si è data voce alla bellezza per rendere evidente il messaggio delle Sacre Scritture e mostrare il riflesso del mistero celebrato nella liturgia”.

Il cristianesimo a differenza di altre religioni, ha rappresentato sempre la bellezza di Dio, poiché suo Figlio ha assunto la natura umana. “(…)l’iconoclastia non è un’opzione cristiana”, scriveva qualche anno fa, papa Ratzinger.

Per questo il cristianesimo ha sempre dialogato con l’arte, “non potrebbe permettersi di interrompere una relazione tanto feconda perché si priverebbe di una via privilegiata per presentare il contenuto fondante della fede”. Fede e arte sono due endiadi invidiabili, del resto, se si tolgono i capolavori d’arte sacra dai musei, o le opere di letteratura cristiana dalle biblioteche, avremmo un vuoto enorme. Insomma, scrive Fisichella, “le nostre cattedrali, le chiese e una gran parte della produzione artistica di quasi due millenni sono la sintesi e la testimonianza più efficaci della fecondità del rapporto tra fede e bellezza nel compito di trasmettere la parola di Dio”.

Parlando di bellezza dell’arte, un posto riservato viene assegnato alla cattedrale, essa spesso è l’espressione culminante dell’arte cristiana.“In una cattedrale niente viene dimenticato: dalle fondamenta al deambulatorio, dalla facciata all’abside, dalle vetrate alle campane…tutto viene raccolto nell’unità del progetto teologico per indicare il luogo dove la grazia si rende visibile nella vita sacramentale e la stessa grazia illumina e sostiene l’insegnamento del successore degli apostoli”. La cattedrale stessa come costruzione, “è oggetto del suo insegnamento, perché fin dalle sue pietre dichiara la funzione che è chiamata a svolgere: essa è la cattedra da dove il Pastore raccoglie il suo gregge per celebrare la santa eucarestia,(…)”.

Monsignor Fisichella è convinto che all’interno della Nuova Evangelizzazione ci dev’essere la capacità “di dare voce alle nostre opere d’arte perché sono nate con lo scopo di far conoscere la bella notizia portata da Gesù Cristo. Abbiamo tesori d’arte che costituiscono un autentico catechismo per i nostri tempi.Penso - continua Fisichella – a quanta forza evangelizzatrice si potrà permettere se riusciamo a dare una chiara spiegazione aderente alla fede delle nostre cattedrali, delle nostre chiese e santuari”.

E’ indicativo che il professore Fisichella conclude il suo testo facendo riferimento alla più grande sintesi architettonica delle Sacre Scritture, la”Sagrada Familia” di Antoni Gaudì il più grande monumento, peraltro ancora in costruzione, della fede cristiana che i credenti abbiano potuto costruire. Il grande edifico si trova a Barcellona ed è stato consacrato da Benedetto XVI, il 7 novembre 2010. Secondo Fisichella la Sagrada Familiapuò essere assunta come l’icona della nuova evangelizzazione. Ripercorrere la storia delle varie fasi della costruzione della monumentale opera sacra non è ozioso, ma utile e soprattutto edificante per tutti. “La Sagrada Familia avrebbe dovuto essere il luogo dove la preghiera diventava il primo pensiero per quanti vi entravano, e la scoperta del trascendente avrebbe dovuto accompagnare il cammino di quanti alzavano lo sguardo al suo interno”. Le straordinarie facciate, le sue torri, le guglie, tutta la chiesa, secondo l’architetto catalano doveva rappresentare un vero catechismo di pietra, dalla creazione fino al giudizio finale, in pratica, il cammino verso il compimento della vita eterna”. Non possiamo dilungarci ma sarà utile in qualche altra occasione riflettere su questa splendida opera architettonica.

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La vita e l’insegnamento del Cardinal François Xavier Nguyên Van Thuân (1928-2002), del quale il 5 luglio 2013 si è conclusa la fase diocesana del processo di beatificazione, sono stati al centro della conferenza che, il 5 novembre, si è tenuta a Roma presso il Collegio ecclesiastico internazionale “SedesSapientiae”.

I due relatori, il Dott. Omar Ebrahime, giornalista e componente della redazione dell’“Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuan”, e Giuseppe Brienza, Dottore di ricerca in “Ordine internazionale e diritti umani” nell’Università di Roma “La Sapienza”, hanno presentato agli ospiti del Collegio, seminaristi provenienti da tutti i continenti, tra cui un gruppo di connazionali del Cardinale Van Thuân, la vita e l’insegnamento del Cardinale vietnamita, illustrando anche le attività del sopra citato Osservatorio, presieduto dall’Arcivescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi.

Dopo l’introduzione del Vice-Rettore del collegio don Santiago Caucino, i due conferenzieri hanno rievocato gli episodi più salienti della straordinaria biografia del Servo di Dio, soffermandosi in particolare sulla testimonianza eroica nei tredici anni di carcere in Vietnam, sui suoi numerosi scritti incentrati soprattutto sulla virtù teologale della Speranza e, infine, sul rapporto speciale intessuto con i due Pontefici, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che hanno visto maggiormente crescere nel Cardinal Van Thuân i semi dell’autentica santità cristiana.

I due relatori hanno infine ricordato la profonda eredità lasciata alla Chiesa universale dal Cardinale, soprattutto in riferimento alla pubblicazione del Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, di cui quest’anno ricorre il decennale, ed al quale è interamente dedicatol’ultimo numero del “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa” (n. 3, del luglio/settembre 2014), edito dall’Osservatorio Van Thuân (è possibile sottoscriverne un abbonamento annuale - 4 numeri trimestrali, € 30 - scrivendo a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

Tale importante documento magisteriale, redatto sotto la sua guida e l’ispirazione del Cardinale vietnamita, spicca per una profonda teologia del laicato, che vede i cristiani impegnati nel temporale, alla stregua di soggetti attivi e protagonisti in pieno della Nuova Evangelizzazione.

Altro originale capitolo dell’opera e della testimonianza del Card. Van Thuân, riguarda quella “spiritualità politica”che, in particolare, egli aveva appreso e condivideva con la madre ElizabethNgôÐìnhThịHiệp (1903-2005) e lo zio NgôĐìnhDiệm (1901-1963), politico cattolico di grande spirito patriottico, che è stato anche presidente del Vietnam del Sud dal 1954 al 1963.

La convinzione di tutta la famiglia Van Thuânche i cristiani dovessero fare della volontà di Dio il fondamento del pensiero e dell’azione in politica, è riassunta esemplarmente nelle celebri “Beatitudini dell’uomo politico”, che il Cardinale ideò e che sono state lette al termine della conferenza.

Vice-presidente prima (1994-1998) e presidente poi (1998-2002)del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace,il Card. Van Thuân è ricordato oggi da molte e varie attività delnetwork internazionale di istituzioni e centri di studio specializzati che, coordinati dalla sezione italiana dell’Osservatorio Van Thuân,si prefiggono di divulgare nello spazio pubblico i temi più importanti del Magistero sociale della Chiesa. Di questa complessa attività di ricerca e di coordinamento è espressione soprattutto il Rapporto annuale sullo stato della Dottrina sociale della Chiesa nel mondo, giunto quest’anno alla sesta edizione, curata dal prof.Stefano Fontana, direttore dell’Osservatorio Van Thuân-Italia, che ha sede a Trieste. L’ultimo volume di questo accurato lavoro, è stato pubblicato dalle Edizioni Cantagalli nel 2013 (cfr. Quinto Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo, a cura di G. Crepaldi e S. Fontana, Siena 2013, pp. 220, € 14).

Il prossimo appuntamento pubblico per essere aggiornati sulle attività dell’Osservatorio è la trasmissione La Dottrina sociale della Chiesa, oggi, in onda ogni terzo sabato del mese su Radio Maria, aperta anche agli interventi telefonici da casa. Condotta da Giuseppe Brienza e Fabio Trevisan, sarà dedicata il prossimo sabato, 15 novembre (dalle 21 alle 22.30), al focus che, nel Sesto Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo, sarà dedicato al tema La rivoluzione della donna. La donna nella rivoluzione.

 

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Grave lutto nel mondo della Diplomazia e della Cultura per la perdita dell’Ambasciator Bruno Bottai, Presidente della Società Dante Alighieri.

Il triste annuncio è stato diramato dalla stessa Società Dante Alighieri. La camera ardente è stata allestita a Roma, presso la sua Sede storica in Palazzo Firenze (Piazza Firenze 27) oggi 4 novembre ed è visitabile dalla ore 10 alle ore 19.

La cerimonia funebre si svolgerà domani 5 novembre alle ore 10 presso la Chiesa di Santa Maria in Trastevere.

L’Ambasciatore Bruno Bottai nacque a Roma il 10 luglio 1930. Ancora giovanissimo, all’età di 24 anni, intraprese una promettente carriera diplomatica per concorso, rivestendo ben presto la carica di Vice Console a Tunisi e Secondo Segretario alla Rappresentanza Italiana (dal 1958 al 1961) presso la nascente Comunità Europea. Successivamente, continuò a seguire, in particolare, gli sviluppi europei negli anni di servizio presso la segreteria Generale del Ministero, nella funzione di Capo del servizio Coordinamento (dal 1961 al 1966) e dopo presso la Presidenza del Consiglio, in qualità di Consigliere diplomatico del Presidente (dal 1970 al 1972).

Gli anni ’70 lo hanno visto prima Capo Servizio Stampa della Farnesina (dal 1972 al 1976), poi Ambasciatore presso la Santa Sede (dal 1979 al 1981), carica rivestita una seconda volta ( dal 1994 al 1997), a conclusione di carriera. Ambasciatore di grado nel maggio 1981, ebbe successivamente gli incarichi di Direttore Generale degli Affari Politici (dal 1981 al 1985) e Ambasciatore a Londra ( dal 1985 al 1987) e Segretario Generale della Farnesina (dal 1987 al 1994).

Dall’aprile del 1995 fino alla sua morte, l’Ambasciatore ha profuso il massimo impegno per rinnovare la più antica ed illustre istituzione italiana, che opera in Italia e nel Mondo per la diffusione della nostra cultura.

La sua scomparsa è quindi una grave perdita per la nostra comunità nazionale, poiché la Società Dante Alighieri è sempre stata in prima linea nel contribuire alla diffusione di quella politica dell’italianità, così cara e fortemente sostenuta dal Ministro Tremaglia, costituendo un punto di riferimento universalmente riconosciuto da tutti gli Italiani in Patria ed all’estero.

Il Presidente Giacomo Canepa e il Segretario Generale Roberto Menia del Comitato tricolore per gli Italiani nel Mondo e tutti gli Italiani residenti all’estero esprimono le più sentite condoglianze per la scomparsa del Presidente Bottai che, con la sua professionalità e la sua grande dedizione al lavoro, ha saputo generare un forte interesse intorno alla nostra lingua, non solo da parte dei nostri giovani, ma anche degli stranieri in tante parti del Mondo.

Le sue iniziative, volte alla promozione e alla diffusione della lingua e della cultura italiana, hanno saputo rafforzare i già solidi legami tra le due Italie, da questa e dall’altra parte dell’Atlantico, entrambe fondate su radici di valori ed idealità.

Sotto la sua illuminata guida, la Società Dante Alighieri ha avviato progetti innovativi, quali la certificazione PLIDIA, l’Attestato ADA, la rete Internet e non per ultimo, il nuovo Statuto, che parifica la “Dante” alle ONLUS.

La sua visione della politica culturale dell’italiano all’estero si è concentrata nel favorire i rapporti fra la “Dante” e la Farnesina nell’ambito di un sistema integrato che, pur nelle ridotte risorse economiche, permettesse di collaborare a livello internazionale con la nostra rete diplomatica.

Meritati i successi e i ringraziamenti da parte della Presidenza della Repubblica Italiana (Medaglia d’Oro) e del Ministero dei Beni Culturali (Medaglia d’Oro) e all’estero, con il Premio Principe delle Asturie, consegnatole dall’attuale Re di Spagna Filippo VI.

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