Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Martedì, 19 Marzo 2024

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:636 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:887 Crotone

Prosegue la formazione BL…

Feb 20, 2024 Hits:805 Crotone

Si firmerà a Crotone il M…

Feb 14, 2024 Hits:978 Crotone

Le opere del maestro Affi…

Feb 07, 2024 Hits:1037 Crotone

Il patrimonio della …

Gen 24, 2024 Hits:1396 Crotone

Book Baby Boom: inizia un…

Gen 19, 2024 Hits:1496 Crotone

Alla Frassati inaugurata …

Nov 07, 2023 Hits:2803 Crotone

La sinistra UE dà patenti di democrazia

La maggioranza dell’europarlamento, sentenzia che il governo ungherese non è democratico. Nonostante Orban sia stato eletto dal suo popolo per 4 volte, questo non basta ai “sovietici” dell’Ue, insistono l’Ungheria è un “regime ibrido di autocrazia elettorale”, e per questo non può più essere definito democratico. Ma come mai questi signori non hanno mai detto nulla sulla democrazia in Italia, dove il PD governa da 9 anni, perdendo sempre le elezioni. E poi chi scelto Monti e Draghi?

Nella relazione del 15 settembre il Parlamento europeo con 433 voti a favore e 123 contrari, tra questi Fratelli d’Italia e la Lega, ha sottolineato che il governo ungherese “sta minando i valori dell'Ue e ha chiesto risultati rapidi e sanzioni che attraverso l’Articolo 7 (qui la procedura), cioè di togliere il diritto di voto a Budapest in Consiglio europeo e attivare il regolamento sulla ‘condizionalità del bilancio’. Oltre al diritto di voto, Budapest si vedrebbe privata  dei fondi di ‘coesione europea’, ai quali la stessa Ungheria contribuisce pro quota con gli altri paesi, e si vedrebbe bloccata ogni possibilità di ricevere i fondi del Recovery europeo”. (Luca Volontè, Ungheria e Polonia, vittime del paternalismo democratico dell’Ue, 17.9.22, lanuovabq.it)

Tra le accuse che il documento Ue tratteggia c’è la solita leggenda nera che ormai accompagna l’Ungheria e le vittorie di Orban, che ha la maggioranza degli ungheresi dal 2010 ad oggi. Secondo il Parlamento europeo, influenzato dalle multinazionali filantropiche e abortiste, c’è l’allarme “per il "sistema costituzionale ed elettorale, l'indipendenza del sistema giudiziario, la corruzione e i conflitti di interesse e la libertà di espressione, compreso il pluralismo dei media. Anche la libertà accademica, la libertà di religione, la libertà di associazione, il diritto alla parità di trattamento, compresi i diritti delle persone Lgbti, i diritti delle minoranze e quelli dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati sono problematici.”. Se il governo ungherese non fa le riforme auspicate dai burocrati Ue, la Commissione europea potrebbe “raccomandare di sospendere i miliardi destinati a Budapest dal bilancio comune del blocco per il periodo 2021-27, pari a 1.100 miliardi di euro”. Inoltre ricorda Volontè, che l'Ungheria rimane anche l'unico Stato membro senza l’approvazione del Recovery Fund post COVID-19 (5,8 miliardi).

In pratica questo voto “deplora il Consiglio europeo (fatto dai 27 tra premier e presidenti) per non non aver messo al bando Budapest come traditrice dei valori europei;  invita il governo della Unione Europea ad applicare contro Budapest la regola tipica di Gengis Khan quando attraversava la steppa con la sua orda e si imbatteva in una inopinata resistenza: o ti arrendi alla nostra idea di civiltà ovviamente superiore, oppure ciao, ti mettiamo a ferro e fuoco. Il modo postmoderno di minacciare i renitenti è meno brutalmente tonitruante, ma ha la stessa potenza devastante, utile ad annientare l'oppositore. Una rivisitazione dell'antico assedio, attuato tagliando i viveri. Si permetterà l'arrivo di qualche risorsa a questo popolo strano purché accetti di assoggettarsi alle direttive mainstream maturate negli ambienti radical chic newyorchesi e nella sinistra au caviar parigina”. (Renato Farina, Viktor Orban, l'Ue stacca la spina all'Ungheria: il ricatto pseudo-democratico, 16.9.22, Libero)

Si tratta dell’ennesima pugnalata a Orban che non si piega ai diktat dell’Ue e nello stesso tempo sono convinto che sia anche un segnale per il prossimo governo italiano che uscirà dalle urne del 25 settembre. Attenzione sulle questioni etiche (vita umana, famiglia, libertà scolastiche) non comportatevi come Orban, anche a voi saranno negati i finanziamenti del Pnrr. Infatti la sinistra italiana non ha perso tempo, subito ha cominciato a insultare e aggredire il centrodestra, in particolare Meloni e Salvini che appoggiano il governo ungherese. Secondo i sinistrati PD e 5 Stelle, dire che l'Ungheria è una democrazia mina la nostra credibilità internazionale. Ora, siccome è un dato di fatto che l'Ungheria sia una democrazia, mi chiedo come si faccia a votare gente intellettualmente disonesta che non fa che raccontare bugie. Io mi vergognerei. Intanto, Forza Italia si smarca sulla questione ungherese: “la nostra Europa non è quella di Orban”, ha detto sciaguratamente il vecchio cavaliere, facendo lo stesso ragionamento di Enrico Letta.

Nel servizio di Volontè si sottolinea che oltre all’Ungheria è preso di mira il governo polacco, accusato di violare i diritti umani, che peraltro ancora non ha ricevuto un euro dal Recovery Fund. La Ue ha attivato lo stesso articolo 7, per l’Ungheria. A questo punto bisogna chiedersi:  perché tutto questo accanimento e ricatto nei confronti del premier ungherese e del suo governo? Il motivo è semplice: Viktor Orban insieme alla presidente della Repubblica Katalin Novak hanno da tempo attuato misure impressionanti a favore della famiglia, investendo milioni in aiuti diretti alle famiglie. Secondo il primo ministro ungherese, «Ogni Paese europeo ha il diritto di difendere la sua cultura cristiana, e il diritto di rigettare l’ideologia del multiculturalismo. Il nostro secondo principio è che ogni Paese ha il diritto di difendere il modello di famiglia tradizionale, ed è autorizzato ad affermare che ogni bambino ha il diritto a una madre e un padre». Ecco perché tanto odio e livore nei confronti del governo ungherese da parte dei vari gazzettieri del politicume corretto di tutta l’arcipelago sinistroide. Questo è il vero nodo della questione.  Chiunque parli del Vangelo, difenda la patria, vada contro le deviazioni ideologiche imposte dal sistema del politicamente corretto, osi contestare la fiumana ideologica democratica viene combattuto. Orban ha da poco stabilito di rendere obbligatorio l'ascolto del battito del cuore del feto prima di decidere se abortire. Significa che per compiere un'azione devi esserne responsabile. A sinistra questa cosa viene considerata violenza sulla donna, e questa goccia di verità ha fatto traboccare il vaso della menzogna della sinistra che governa l'Europa e gli USA. A costo di allungare l’articolo, voglio citare una parte dell’interessante riflessione di don Antonello Lapicca, collaboratore di Radio Maria: “Se è un grumo di cellule che tortura sarebbe un rumore anonimo e impersonale? Ma se è un figlio vivo con un cuore che batte allora si che per una madre è una tortura ucciderlo. Proprio per evitare alla madre questa tortura che si estende per tutta la vita, e per evitarla al suo figlio è doveroso ricordarle la verità. Quella che le vorrebbe occultare l'ideologia perversa che usa le sue angosce e paure, la debolezza e la solitudine. Annunciare la verità invece è sempre amore purissimo che può innescare l'amore materno, in qualunque situazione si trovi la madre [...]”

Mentre l’Europa sta letteralmente morendo dal punto di vista demografico, l'Ungheria coraggiosamente sta tentando di invertire il trend negativo delle nascite. L’Ue invece di imitare quello che stanno facendo a Budapest, con rancore e odio non fa altro che alimentare la cultura di morte con l’aborto, l’eutanasia e la liberalizzazione della droga. Questo è il vero pericolo per il mondo di oggi, questa gente lo sta conducendo alla rovina. Si tratta di un esercito di senzadio che sta imponendo una nuova religione gnostica, ovvero dalla natura "umana", ovvero dell'uomo che vuole sostituirsi a Dio. Gente disposta a uccidere se stessa pur di trascinare tutti nel burrone. Purtroppo molte istituzioni nazionali e sovranazionali sono guidate da persone così. Il sistema ha piazzato le sue pedine e chi cerca di rimuoverle viene calunniato, osteggiato, processato, imbrogliato (vedi i mega brogli elettorali negli USA), ucciso. Non è facile trovare la via d’uscita. Certamente non è quella dell’astensionismo. Intanto dobbiamo votare, negli anni ‘80, Alleanza Cattolica, aveva prodotto un manifesto: “Vota anticomunista, ma non fermarti lì”. Cioè votiamo quelle forze politiche che si oppongono alle derive dell’ideologia del Gender, votare chi ha la possibilità di opporsi alla follia in atto, quindi se non abbiamo la mente totalmente o parzialmente obnubilata siamo costretti moralmente a votare il centrodestra, a scegliere chi difende Orban, chi difende Trump, chi coraggiosamente osteggia la tirannia depravata dell'Unione Europea. Però votare non basta, senza passare per complottista o fondamentalista, questa guerra è soprannaturale, come sostiene spesso padre Livio a Radio Maria, solo la preghiera e l'affidamento a Maria ci può salvare, e lo farà, dal disastro. Consapevoli che tutto dipende dai disegni di Dio, ma nello stesso tempo, dipende anche da noi, tutti siamo chiamati a portare la nostra pietra al Cantiere, per ricostruire quella società a misura di uomo secondo i piani di Dio, come diceva il grande san Giovanni Paolo II.

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI