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Parigi: negata l'estradizione richiesta dall'Italia per i 10 ex terroristi rossi

La Chambre de l'Instruction della Corte d'Appello di Parigi ha deciso di negare l'estradizione richiesta dall'Italia per i 10 ex terroristi rossi arrestati nell'ambito dell'operazione 'Ombre rosse' nell'aprile 2021, tra cui l'ex militante di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, condannato in Italia come uno dei mandanti dell'omicidio del commissario Calabresi.

La Chambre de l'Instruction della Corte ha fatto riferimento agli articoli  8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

Sono dieci gli italiani condannati per terrorismo negli anni di piombo e rifugiatisi in Francia dagli anni Ottanta fermati nell' aprile 2021 nell'ambito dell'operazione Ombre Rosse.  Si tratta di Giorgio Pietrostefani (68 anni), non presente in aula per motivi di salute, Enzo Calvitti (67), Narciso Manenti (65), Giovanni Alimonti (66), Roberta Cappelli (66), Marina Petrella (67), Sergio Tornaghi (63), Maurizio Di Marzio (60), Raffaele Venturi (70), Luigi Bergamin (72).


Alla lettura della sentenza dentro le sale del tribunale di Parigi, un gruppo di italiani, guidato dal deputato della Lega Daniele Belotti, ha gridato: “assassini!”. Prima di entrare nell’aula del tribunale, avevano srotolato uno striscione di protesta davanti al Palazzo di Giustizia. Fanno parte del gruppo anche il sindaco di Telgate, comune in provincia di Bergamo di origine di Narciso Manenti, e il presidente e vicepresidente dell'associazione carabinieri di Bergamo intitolata a Giuseppe Gurrieri, l'appuntato ucciso nel 1979 proprio dal Manenti davanti al figlio di 11 anni.

Le reazioni

Grida di gioia, abbracci e lacrime in aula a Parigi alla lettura della sentenza che potrebbe aver messo fine alla quarantennale vicenda degli ex terroristi italiani degli anni di piombo. Dopo un anno e 3 mesi la giustizia francese ha respinto in blocco tutte le richieste per i 10 ex terroristi. "Sono contentissimo per il mio cliente - ha detto l'avvocato Jean-Louis Chalanset, che difende Enzo Calvitti - ho temuto che andasse in carcere a finire i suoi giorni". Per William Julié, l'avvocato che rappresentava l'Italia, "aspettiamo di vedere se la procura farà appello in Cassazione". Non potrà essere l'Italia ma solo la  Francia, attraverso il procuratore generale della Corte d'Appello di  Parigi, a decidere se impugnare o meno la decisione.

Fonti del Nazareno, interpellate al riguardo, esprimono "delusione" per la decisione di Parigi di negare l'estradizione richiesta dall'Italia per i 10 ex terroristi rossi. "E' una decisione grave" per le implicazioni che comporta rispetto alla sofferenza dei familiari delle vittime  e alla memoria delle vittime.

"Negare l'estradizione da parte della Francia ad un gruppo di terroristi rossi è un atto gravissimo che non ha nulla a che vedere con il garantismo e la libertà di espressione sempre difesi da Parigi. Qui si tratta di partecipazione attiva ad un progetto criminale ed eversivo". Lo scrive su Twitter Antonio Tajani, Coordinatore nazionale di Forza Italia e vicepresidente del Partito Popolare Europeo

Erano tutti presenti, a quanto si apprende, ad eccezione del settantottatenne Giorgio Pietrostefani, il più anziano dei dieci e in condizioni precarie di salute. È stato uno dei fondatori di Lotta Continua, organizzazione extraparlamentare che operava pubblicamente ma a cui sentenze passate in giudicato addebitano l'omicidio del commissario Luigi Calabresi, il 17 maggio 1972, di cui Pietrostefani è stato riconosciuto come uno dei mandanti e per questo condannato a 22 anni.

In questi mesi si sono susseguite le udienze, che in buona parte sono state rinviate per consentire l'invio dall'Italia di materiale relativo alle condanne penali. Ora che per tutti il dossier dovrebbe essere completo, la parola passa alla giustizia francese che, caso per caso, può decidere di accogliere la richiesta o respingerla. Possibile anche che per alcuni di loro venga disposto un ulteriore rinvio per consentire l'acquisizione di nuovi documenti.

I nove attesi domani in aula facevano tutti parte di formazioni armate di ispirazione comunista. Sono Enzo Calvitti, 67 anni, ex psicoterapeuta oggi in pensione ed ex Br condannato in contumacia a 18 anni di carcere per associazione a scopi terroristici e banda armata; Narciso Manenti, 64 anni, quaranta dei quali trascorsi in Francia, arredatore e gestore di una società di comunicazione, ex membro dei 'Nuclei armati per il contropotere territoriale', condannato nel 1983 all'ergastolo per l'omicidio dell'appuntato dei Carabinieri Giuseppe Gurrieri; Giovanni Alimonti, 66 anni, che faceva  parte delle Brigate rosse e fu condannato nel 1992 a 19 anni di carcere per il tentato omicidio, dieci anni prima, di un poliziotto, Nicola Simone. Roberta Cappelli, 66 anni, ex Br, condannata all'ergastolo per tre omicidi avvenuti a Roma: quello del generale dei carabinieri Enrico Galvaligi, il 31 dicembre 1980, dell'agente di polizia Michele Granato (9 settembre 1979) e del vice questore Sebastiano Vinci (19 giugno 1981); Marina Petrella, 67 anni, anche lei militava nelle Brigate Rosse e fu condannata con Cappelli per l'omicidio del generale Galvaligi e inoltre per il sequestro del giudice Giovanni D'Urso, avvenuto a Roma il 12 dicembre del 1980, per quello dell'assessore regionale della Democrazia Cristiana Ciro Cirillo, avvenuto a Torre del Greco il 27 aprile del 1981 e nel quale furono uccisi due membri della scorta, per l'attentato al vice questore Nicola Simone (insieme a Cappelli e Alimonti).

L'elenco prosegue con Sergio Tornaghi, 63 anni, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Renato Briano, direttore generale dell'azienda "Ercole Marelli"; Maurizio Di Marzio, 60 anni, storico gestore a Parigi di un noto ristorante, che dovrebbe scontare in Italia un residuo di pena a 5 anni e 9 mesi di carcere per banda armata, associazione sovversiva, sequestro di persona e rapina. Raffaele Ventura, 70 anni, militava nelle Formazioni Comuniste Combattenti, dovrebbe scontare 20 anni di carcere in Italia dopo essere stato condannato per concorso morale nell'omicidio del vicebrigadiere Antonio Custra, avvenuto il 14 maggio 1977, durante una manifestazione a Milano; Luigi Bergamin, 72 anni, ex militante dei Proletari Armati per il Comunismo, deve scontare una pena a 16 anni e 11 mesi di reclusione come ideatore dell'omicidio del maresciallo Antonio Santoro, capo degli agenti di polizia penitenziaria ucciso a Udine il 6 giugno 1978 da Cesare Battisti.

Per molto tempo la Francia ha escluso di concedere l'estradizione a chi vi si rifugiava perché accusato di atti violenti di ispirazione politica: era la “Dottrina Mitterrand", dal nome del presidente in carica dal 1981 al 1995, che sotto la presidenza di Emmanuel Macron Parigi ha deciso di abbandonare.

 

Fonte Rai e varie agenzie

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