Recuperare la memoria, riflettere su quanto accaduto in un passato non troppo lontano, ridare vigore a valori di civiltà e solidarietà. Questi i messaggi che sono stati lanciati oggi a Cariati in occasione della celebrazione della Festa delle Forze Armate e dell’Unità d’Italia.
La commemorazione è iniziata alle 9:30 nella chiesa di San Michele Arcangelo, dove don Angelo Pisani ha officiato la santa messa alla presenza dell’amministrazione comunale, delle forze dell’ordine, dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra e dell’Associazione nazionale carabiniere "Alfio Ragazzi". Il corteo, partito dalla chiesa, ha poi raggiunto il Monumento ai Caduti, per rendere omaggio a chi combattendo ha perso la vita.
«Non ho salutato all’inizio della messa le autorità e le istituzioni perché vorrei che chiunque qui, in chiesa, si sentisse a casa propria – ha detto don Angelo Pisani nella sua omelia – . Vorrei fortemente che tutti riflettessero, in questo particolare momento storico, sull’importanza dell’unità. In diverse parti d’Italia e del mondo c’è chi preme per la divisione, in nome di interessi di parte e non comuni. È importante, invece, recuperare lo spirito di unità. Perché per arrivare a questa unità abbiamo pagato un prezzo enorme in termini di vite umane. Non possiamo dimenticarlo. Dobbiamo aspirare tutti ad avere uno stile di vita armonico, come dice la parola divina».
E sul recupero della memoria ha insistito anche Antonio Formaro, ingegnere e insegnante, intervenuto come figlio di un reduce di guerra. «I nostri ragazzi – ha detto – non conoscono bene alcune circostanze e alcuni avvenimenti degli anni in cui l’Italia era in guerra. Io ricordo, ad esempio, che subito dopo la guerra questo giorno, del 4 novembre, non era per nulla una festa. Le donne, madri che avevano perso i loro figli, venivano sotto il Monumento ai Caduti e durante le celebrazioni, con dolore, restavano in disparte. Con il pensiero ai loro figli che non avevano avuto, troppo spesso, il tempo di affacciarsi davvero alla vita. La scuola - ha continuato - si occupa sempre meno di insegnare bene la storia o la geografia. Ma se dessimo di nuovo l’opportunità ai più giovani di emozionarsi con i racconti di quanto accadde, racconti che sono appassionanti per le loro caratteristiche di umanità, allora anche i più piccoli avrebbero maggiore consapevolezza del presente. Non dobbiamo dimenticarlo: la memoria e la cultura consegnano al mondo cittadini migliori».
E dei giovani ha parlato nel proprio discorso anche la sindaca Filomena Greco: «Le nuove generazioni non hanno conosciuto la guerra da vicino. Conservano un entusiasmo vivo e sentimenti puri. È soprattutto su di loro che bisogna agire per continuare a tenere alti i valori democratici, di unione e di pace. E noi, ‘gli adulti’, abbiamo un compito importante: dare il buon esempio. Bisognerebbe smetterla di essere incoerenti e spesso ipocriti. C’è bisogno di persone corrette, oneste, che mettano al primo posto l’unità e il bene comune. In tutto il mondo. E anche a Cariati. Nella nostra piccola comunità, che rappresenta però una parte del tutto. Essere uniti per superare le difficoltà, specialmente in un momento di crisi economica come è quello che si sta vivendo e che sta mettendo in ginocchio molti concittadini, non è facile. Ma è un dovere, a cui io non mi sottrarrò. Credo fortemente – ha concluso – nella bontà delle parole del presidente Kennedy, che in un suo celebre discorso disse: “Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te. Chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese”. Ecco, io spero che ognuno di noi inizi ad agire e pensare in questa direzione, senza ipocrisia e per il bene di tutti».
Le celebrazioni sono andate avanti con la lettura dei nomi dei caduti e dei reduci di guerra. A conclusione, è stata deposta dalla sindaca una corona di alloro, omaggio al Milite Ignoto.