La sala operatoria dell’ospedale Castiglione Prestianni di Bronte è tornata a funzionare.
Chiusa il 19 settembre scorso a causa dei crolli dell’intonaco del soffitto, ieri pomeriggio alle 17 è stata riaperta, alla presenza del sindaco di Bronte, Pino Firrarello, che proprio quel 19 settembre fu testimone di quanto pericolosa fosse la situazione, trovandosi in sala operatoria per effettuare un sopralluogo, esattamente quando si verificò il secondo crollo.
“Ho rischiato che mi arrivassero dei calcinacci addosso. – ha affermato il primo cittadino – Ma al di la di questo abbiamo temuto che le cause del crollo fossero più gravi e difficili da risolvere. Fortunatamente non è stato così, ma va comunque ringraziata l’Asp perché in poco tempo ha rimesso l’intero blocco operatorio in sicurezza, permettendo ai medici di operare ed ai bimbi di nascere nuovamente qui”.
Presenti alla riapertura il direttore sanitario dell’Asp 3 di Catania, dott. Francesco Luca, il dirigente medico presso la direzione dell’ospedale, dott. Renato Passalacqua e diversi medici. Con loro il presidente del Consiglio comunale di Bronte Salvatore Gullotta ed il vice sindaco Nunzio Saitta.
“Quando ho ricevuto la telefonata del sindaco Firrarello – ha affermato il dott. Luca – ci siamo subito mossi, ed in tempi che ritengo brevissimi abbiamo restituito all’ospedale la sua sala operatoria”.
Cosa realmente era accaduto e cosa è stato fatto lo ha spiegato il dott. Passalacqua: “C’è stata un improvviso distacco dell’intonaco che ha trascinato i pannelli sottostanti. Attraverso una somma urgenza tutto l’intonaco è stato ripristinato ed una rete di protezione è stato posta sopra le tubazioni ed i cavi elettrici. Non era possibile prevedere quanto accaduto, - ha concluso - ma adesso con soddisfazione possiamo dire che tutto è tornato alla normalità”.
Per molti la velocità con cui l’Asp ha realizzato i lavori e sinonimo della consapevolezza della necessità di garantire una risposta ospedaliera nel territorio montano dell’Etna. Non a caso il presidente Gullotta ha affermato: “L’ospedale deve rimanere perché la Sanità deve garantire quel concetto di territorialità che è stata istitutiva del servizio sanitario nazionale. L’ospedale – continua - è il punto di riferimento del territorio e soprattutto nelle aree montane (come la nostra) difficilmente raggiungibili d’inverno, deve rappresentare un avamposto per garantire i primi soccorsi a pazienti che poi, stabilizzati, possono anche essere trasferiti nei centri maggiormente specializzati”.