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Il 27 gennaio di ogni anno viene celebrato in tutto il mondo il Giorno della Memoria

Il 27 gennaio di ogni anno viene celebrato in tutto il mondo il Giorno della Memoria, per commemorare le vittime dell’Olocausto. «Una Giornata che non ci impone solamente di ricordare i milioni di morti, i lutti e le sofferenze di tante vittime innocenti, tra cui molti italiani, ma ci invita a prevenire e combattere, oggi e nel futuro, ogni germe di razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza.

Questa data è particolarmente significativa perché il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, le quali marciavano in direzione della Germania impegnate nell’offensiva Vistola-Oder, entrarono ad Auschwitz per liberarla. Varcando il famoso cancello con la scritta “Arbeit macht frei”, “il lavoro rende liberi”. Si stima che nel campo morirono da 1 a 1,5 milioni di persone, in maggioranza ebrei. I sovietici trovarono anche cumuli di vestiti, capelli pronti per essere venduti, occhiali, valigie, utensili da cucina e scarpe

Grazie alle testimonianze dei sopravvissuti, venne rivelato al mondo l’orrore del genocidio nazifascista e una delle tante “fabbriche della morte” costruite. La data è stata scelta nonostante circa sei mesi prima di Auschwitz i sovietici avessero il campo di concentramento di Majdanek. Così Primo Levi ha descritto l’arrivo dei soldati russi ne La Tregua , il séguito di Se questo è un uomo, che racconta il lungo viaggio del deportato ebreo per ritornare in Italia, nella città natale di Torino, con mesi di spostamenti nell’Europa centro-orientale. Il libro vinse il Premio Campiello nel 1963: «La prima pattuglia russa giunse in vista del campo verso mezzogiorno del 27 gennaio 1945. Fummo Charles e io i primi a scorgerla: stavamo trasportando alla fossa comune il corpo di Sòmogyi, il primo dei morti tra i nostri compagni di camera. Rovesciammo la barella sulla neve corrotta, ché la fossa era ormai piena, ed altra sepoltura non si dava: Charles si tolse il berretto, a salutare i vivi e i morti. Erano quattro giovani soldati a cavallo, che procedevano guardinghi, coi mitragliatori imbracciati, lungo la strada che limitava il campo. Quando giunsero ai reticolati, sostarono a guardare, scambiandosi parole brevi e timide, e volgendo sguardi legati da uno strano imbarazzo sui cadaveri scomposti, sulle baracche sconquassate, e su noi pochi vivi.

L’Italia, prima della risoluzione delle Nazioni Unite, aveva già istituito la Giornata della memoria delle vittime dell’Olocausto in quello stesso giorno che sarebbe — poi — stato scelto dall’Assemblea Generale Onu (con la legge del 20 luglio 2000 n. 211): «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, ‘Giorno della Memoria’, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere»

Dopo anni, ci sono molte storie che ancora non si conoscono e che stanno venendo fuori piano piano. Il tema della scelta oggi è più attuale che mai. Oggi siamo davanti a situazioni non paragonabili con la Shoah ma di nuovo, gli ebrei sono sotto attacco, sotto accusa, cresce l'antisemitismo. E allora dobbiamo fare di tutto per attualizzare il concetto di memoria e usarlo come strumento contro il pregiudizio e l'ignoranza. Memoria non è solo cerimonie ed eventi ma un impegno costante da vivere per 365 giorni,pensando agli ebrei morti e lottando per i vivi". Da Roma furono deportati 1024 ebrei. Ne tornarono 16: 15 uomini e una donna che era Settimia Spizzichino, unica sopravvissuta alla deportazione.

Intanto l'Aja non ha deciso sul cessate il fuoco a Gaza ma chiede il rilascio incondizionato degli ostaggi. Netanyahu: 'L'Aja non ci priva del diritto all'autodifesa, combattiamo per evitare una nuova Shoah'.

La massima Corte di Giustizia delle Nazioni Unite ha ordinato a Israele di prevenire "atti di genocidio", e ha chiesto di limitare morti e danni ai civili, ma non è arrivata a imporre la sospensione dell'operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza, richiesta principale del Sudafrica che ha mosso il caso contro Israele per "genocidio".

Israele deve adottare "tutte le misure in suo potere per prevenire e punire l'incitamento diretto e pubblico a commettere un genocidio", ha affermato la Corte internazionale di giustizia all'Aia, insistendo anche sul fatto che lo Stato ebraico deve consentire gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. La Corte di Giustizia dell'Aia ha ordinato a Israele di riferire sulla questione dinanzi al tribunale, entro un mese.

La Corte - le cui sentenze sono vincolanti per Israele - ha poi chiesto di adottare ulteriori misure per proteggere i palestinesi, ma non ha ordinato - come molti si aspettavano - di porre fine alle operazioni militari nella Striscia di Gaza, la richiesta chiave mossa dal Sudafrica.

"La stessa affermazione che Israele compia un genocidio del popolo palestinese è non solo menzognera ma anche oltraggiosa. La disponibilità della Corte di prenderla in esame è un marchio di vergogna che non sarà cancellato per generazioni". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu secondo cui "Israele combatte una guerra giusta contro i mostri di Hamas e la Corte ha respinto giustamente la richiesta di privarci del diritto all'autodifesa". ''Alla vigilia della Giornata internazionale della memoria dell'Olocausto mi impegno da premier di Israele: 'Mai Più'. Israele continua a difendersi contro Hamas, un'organizzazione terroristica genocida'', ha affermato Netanyahu dopo aver appreso le decisioni della Corte di giustizia dell'Aja. ''Il 7 ottobre Hamas si è macchiato delle peggiori atrocità contro il popolo ebraico dall'Olocausto e minaccia di ripetere altre atrocità una volta dopo l'altra''. ''La nostra guerra - ha ribadito, rivolto ai giudici dell'Aja - va contro i terroristi di Hamas, e non contro il popolo palestinese''.

Il ministro degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Riyad al Maliki, ha celebrato la sentenza della Corte internazionale di giustizia, che ha chiesto a Israele di adottare "le misure necessarie per evitare un genocidio" e ha ricordato che le decisioni del tribunale dell'Onu sono di "vincolanti".
"La Palestina accoglie con favore le misure provvisorie ordinate oggi dalla Corte internazionale di Giustizia contro Israele. I giudici hanno analizzato i fatti e la legge e si sono pronunciati a favore dell'umanità e del diritto internazionale", ha detto Maliki in un videomessaggio diffuso dal suo ministero.

Hamas sta operando "dall'interno e intorno agli ospedali Nasser e al-Amal a Khan Yunis" nel sud della Striscia. Lo ha denunciato l'esercito israeliano secondo cui "il sistematico uso degli ospedali da parte di Hamas è stato ripetutamente documentato". A questo proposito, il portavoce militare ha ricordato che due settimane fa "il radar dell'esercito ha identificato un lancio di razzi dall'interno del compound dell'ospedale Nasser". "I fatti sul campo - ha spiegato - smentiscono la palese disinformazione diffusa nelle ultime 72 ore secondo cui gli ospedali sono sotto assedio o attacco".

L'esercito ha aggiunto di "essere in contatto con i direttori degli ospedali e il personale medico, al telefono e sul campo, per garantire che gli ospedali possano rimanere operativi e accessibili". Il portavoce militare ha spiegato che "non vi è alcun obbligo di evacuare gli ospedali". "Al contrario è stata ribadita - ha sottolineato - l'importanza di salvaguardare e proteggere questi ospedali affinché possano continuare a fornire servizi medici alla popolazione di Gaza". I soldati - secondo la stessa fonte - sono state informati "dell'importanza di operare con cautela nell'area degli ospedali e dei rifugi designati prima della loro operazione contro Hamas in quest'area". "Gli abitanti di Gaza che desiderano spostarsi dagli ospedali Nasser e Al-Amal, come molti hanno scelto di fare, - ha fatto sapere il portavoce militare - possono passare attraverso il corridoio di via Al-Bahar, situato sul lato occidentale degli ospedali. L'esercito ha comunicato queste informazioni in arabo attraverso i canali dei media, distribuendo volantini in arabo nell'area, nonché attraverso i soldati dell'IDF di lingua araba che sono schierati sul campo a Gaza per mantenere i contatti con la popolazione locale". L'Idf - ha concluso - sta continuando "il coordinamento con i direttori degli ospedali, il personale medico e le organizzazioni internazionali. Ad oggi, le richieste degli ospedali sono state soddisfatte e non abbiamo riscontrato alcun incidente che confermi le notizie inesatte che circolano in alcune parti dei media".

"Non c'è differenza fra uomini, donne, anziani e bambini. Tutti sono obiettivi legittimi per essere colpiti o prigionieri di guerra": questa l'indicazione impartita ai miliziani di Hamas dal suo Consiglio della Shura (la guida politico-religiosa). Lo ha riferito la televisione pubblica israeliana Kan citando un documento recuperato dall'esercito in una base di Hamas a Gaza. "L'intera società sionista - si legge - è un collettivo di coloni, responsabili del furto di terre, di stragi e di profanazioni di luoghi santi islamici". Secondo l'emittente "la crudeltà di Hamas aveva un avallo religioso, era progettata fin dall'inizio".

 

Fonte agi/ansa/ corriere / e varie agenzie 

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