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Mosca accusa Kiev: Colpiti otto serbatoi di benzina e gasolio

Colpiti otto serbatoi di benzina e gasolio, in fiamme duemila metri cubi. Evacuato tutto il personale, nessuna vittima. Secondo il governatore l'attacco è stato sferrato da due elicotteri ucraini che sono entrati in territorio russo volando a bassa quota. Si tratterebbe del primo raid ucraino sul suolo russo dall'inizio dell'invasione

La Russia ha annunciato l'apertura per oggi di un nuovo corridoio umanitario per evacuare i civili da Mariupol, purché le autorità ucraine diano conferma scritta. Lo ha riferito in conferenza stampa il capo del Centro di controllo della difesa nazionale russo, Mikhail Mizintsev.

"A seguito delle richieste personali del presidente francese e del cancelliere tedesco al presidente russo Vladimir Putin, le forze armate russe riapriranno il corridoio umanitario da Mariupol a Zaporizhzhya con una sosta a Berdiansk alle 10:00, ora di Mosca, del 1 aprile", ha detto Mizintsev, "affinché questa operazione umanitaria abbia successo, suggeriamo che sia condotta con la partecipazione diretta dei rappresentanti dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e della Croce Rossa Internazionale".

"L'Unione europea continua a chiedere che la Russia cessi questa aggressione e ritiri tutte le forze e l'equipaggiamento militare dall'intero territorio dell'Ucraina immediatamente e incondizionatamente, e rispetti pienamente l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina all'interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti. La Russia ha la piena responsabilità di questa guerra di aggressione contro l'Ucraina e sarà ritenuta responsabile dei crimini commessi nel suo corso", continua.
 
L'Unione europea "deplora" la decisione delle autorità russe di vietare a un certo numero di cittadini dell'Unione europea, compresi i funzionari dell'Unione europea e degli Stati membri, nonché i membri del Parlamento europeo e dei parlamenti degli Stati membri, di entrare nel territorio di la Federazione Russa in rappresaglia per le sanzioni dell'Ue legate all'invasione russa dell'Ucraina.

"Le sanzioni dell'Unione europea rispondono all'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina. Mirano a porre fine a quelle azioni illegali e distruttive. A differenza delle controsanzioni russe, le misure restrittive dell'Ue sono pubblicate in modo trasparente e basate su criteri chiari, comprese le modalità legali per impugnarle", afferma in una nota l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell.

Intanto ieri e stata la conferenza del Presidente Draghi alla stampa estera, e ha risposto alle tante domande dei colleghi stranieri :

Prima di cominciare, ha detto il Presidente del Consiglio, vorrei dire una parola per ricordare un grandissimo professionista, il giornalista di politica estera del Corriere della Sera Franco Venturini. È stata una persona che immagino voi tutti conosciate e di cui abbiate avuto modo di apprezzare la professionalità, la competenza e l'umanità.

E’ un piacere essere con voi della stampa estera. Ringrazio la presidente Esma Cakir e l'ex presidente Maarten van Aalderen per l'invito e poi, naturalmente, voglio ringraziare tutti voi per il lavoro che fate. In un certo senso siete gli occhi e le orecchie del resto del mondo sull'Italia, quindi, il vostro ruolo è fondamentale. Questa collaborazione che il governo italiano vuole stimolare è fondamentale per lo stesso governo oltre che, ovviamente, importante per voi. Tutto ciò, naturalmente, nel rispetto della vostra indipendenza. A questo punto sono a disposizione per le vostre domande.

Queste sono alcune risposte alle tante domande dei colleghi della stampa estera , e la prima risposta del Presidente Draghi a Esma CAKIR (presidente stampa estera): 

Non ci sentivamo col Presidente Putin da prima dell'inizio della guerra, la prima cosa che ho detto è stata: “La chiamo perché voglio parlare di pace”. Su questo punto, espresso da me, il Presidente Putin sostanzialmente ha acconsentito. “Certo” ha detto “parliamo di pace”. Allora ho chiesto quando è previsto, o se è previsto, un cessate il fuoco, perché questa era l'altra richiesta che volevo fare. La cosa più importante - ho detto - ora è dimostrare che questo desiderio di pace esiste, attuando un cessate il fuoco, anche breve, ma un cessate il fuoco. Le condizioni non sono mature, però è stato aperto poi il corridoio umanitario di Mariupol, che è la notizia che voi avete visto oggi sui giornali.

E’ seguita, da parte del Presidente Putin, una lunga descrizione della situazione geostrategica dell'Ucraina e quali potrebbero essere le condizioni di un accordo. A questo punto ho espresso la mia convinzione che, per risolvere certi nodi cruciali dell'accordo, fosse necessario un incontro con il Presidente Zelensky, col quale avevo parlato prima, che peraltro lo sta chiedendo praticamente dall'inizio della guerra. La risposta è stata che i tempi non sono ancora maturi, occorre che i negoziatori vadano avanti con le trattative.

Uno dei punti che il Presidente Putin ha trattato è che a suo avviso ci siano dei piccoli passi avanti nei negoziati e, in effetti, le posizioni delle due parti su vari argomenti dall'inizio si sono un po' avvicinate. Sono cauto su questo perché c'è, evidentemente, ancora molto, molto, molto scetticismo.

Il 29 marzo ci sono stati tre annunci. Il Ministero della Difesa russo ha annunciato una riduzione radicale dell'attività militare nelle regioni di Kiev e di Chernihiv. Quindi questo è un primo annuncio. Sempre lo stesso giorno il Ministro russo Shoigu ha affermato che le forze armate russe hanno raggiunto gli obiettivi principali della prima fase, e l'obiettivo primario rimane liberare il Donbass. Quindi: riduzione delle attività militari nella regione di Kiev, riaffermazione che l'obiettivo è il Donbass. Sempre il 29 marzo la Vice Prima Ministra Ucraina Vereščuk ha annunciato che la Russia e l’Ucraina hanno concordato l'apertura di tre corridoi umanitari per la giornata di ieri: due corridoi interessano Mariupol e il terzo invece Melitopol. Questi sono i fatti. Altri fatti sono che l'intelligence americana conferma che ci sono stati dei movimenti di truppa, che sono coerenti con questi annunci, ma conferma anche che il lancio di missili ad ovest di Kiev è continuato. Tutti desideriamo vedere uno spiraglio di luce, ma tutti dobbiamo stare coi piedi per terra. 

I fatti sono sostanzialmente oggi che le sanzioni funzionano, che alla pace si arriva se l'Ucraina si difende, altrimenti non si arriva alla pace. C'è desiderio di andare avanti presto, ma è anche presto per superare lo scetticismo. In tutto questo ho affermato, riaffermato la disponibilità dell'Italia, che è stata accolta. La telefonata è terminata con l'intenzione di tenersi in contatto.

La risposta alla domanda della collega Anna Buj (La Vanguardia) : La constatazione più importante oggi è che, a seguito di questa crisi, i Paesi del Sud, i Paesi del Mediterraneo dell'Europa stanno realizzando che possono essere un hub importantissimo di gas oggi, ma anche soprattutto di idrogeno domani. È un hub che può funzionare molto bene tra loro, è un hub che può destinare le risorse della sponda sud del Mediterraneo verso l'Europa del Nord. Quindi gli investimenti di infrastrutture che bisogna fare sono molto importanti e sono investimenti tra i Paesi del Sud e tra i Paesi del Sud e i Paesi del Nord. Nei Paesi del Sud c'è un'ipotesi, è quella del gasdotto Italia-Spagna, ne abbiamo accennato con il Primo Ministro Sanchez a Roma e anche al Consiglio Europeo. C'è un'altra ipotesi del gasdotto EastMed. Tutte queste sono però ipotesi per ora, devono essere studiate. La Commissione ha allo studio la fattibilità per il gasdotto EastMed ma, insomma, bisogna che ci sia uno studio preventivo perché sono significativi investimenti strutturali. Quindi questa è la prima cosa da fare. Ci si può contare nell'eventualità di una crisi del gas oggi? No, no perché sono investimenti che prendono anni. Grazie.

E la risposta alla domanda di Christian Mavris (Radio Televisione Pubblica Ellenica Ert): Al momento non le saprei rispondere sul coinvolgimento o meno della Turchia. Quel che è certo è che la Commissione sta continuando lo studio di fattibilità. Anche perché gli investimenti da fare sono molto significativi e bisogna valutare la sostenibilità economica. Ci sono vari elementi, ma due mi vengono in mente: la sostenibilità economica e la sostenibilità -come dire- energetica; cioè quali siano le fonti di approvvigionamento che verrebbero agganciate a questo gasdotto, quanto sono grandi. Ma certamente quel che è successo negli ultimi due mesi, cioè dopo il blocco, cambia fortemente i giudizi di fattibilità.

Intanto è morto Edy Ongaro, veneziano di 46 anni, nome di battaglia Bozambo, è stato travolto dall'esplosione di una bomba a mano in battaglia a nord di Donetsk. Era in Ucraina dal 2015. È morto per l'esplosione di una bomba a mano a nord di Donetsk.

Ongaro, prima della partenza per il Donbass, aveva avuto una vita complicata: disoccupato, ultrà del Venezia, coinvolto nel 2015 nell'aggressione di un barista, un periodo di permanenza in Spagna lungo tre anni dove, racconterà, ha "imparato molto sulla guerra civile spagnola".

Lo stesso Collettivo Stella Rossa lo definisce "un Compagno puro e coraggioso ma fragile", che "in Italia aveva commesso degli errori". Poi la scelta del Donbass, dove entra nella temuta brigata Prizrak, un battaglione di miliziani da ogni parte d'Europa che combatte contro l'esercito ucraino a favore della causa indipendentista filo-russa.

Fonti Ass.stampa Estera e Agi

 

 

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