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Il leader della Lega teme che Conte cerchi un'altra maggioranza

Uno dei primi a ipotizzare un ruolo attivo dei servizi segreti tedeschi (e francesi) nella vicenda Savoini è stato Giulio Sapelli. Secondo il professore ordinario di Storia economica all’Università degli Studi di Milano, dietro all’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega di Matteo Salvini c’è la “manina” di Francia e Germania. Intervistato dalla Verità, l’economista sottolinea che “se uno deve veramente condurre un’operazione illegale non va a farlo nella hall dell’hotel Metropol, dove lo vedono tutti. Peraltro è stata tirata in ballo l’Eni…”. Anche secondo Sapelli a “Savoini è stata chiaramente tesa una trappola”. Una trappola magari orchestrata da Parigi e Berlino: “Non credo sia un caso se il Russiagate è scoppiato quasi in concomitanza con il premio consegnato a Parigi alla capitana tedesca, Carola Rackete, come campionessa dei diritti umani. Quando pure la magistratura italiana pare si sia accorta che la Rackete ha solo violato la legge”.

Chi vede la “manina tedesca” in questa vicenda è soprattutto l’Huffpost: “Se dei giornalisti sapevano, a maggior ragione è probabile che anche l’intelligence straniera che opera in Russia sapesse e tenesse sotto controllo i protagonisti italiani, ben noti nelle vicende russe per posizioni e attività. E in Russia operano tutti i Servizi occidentali, ma di questi il tedesco rimane comunque quello con maggiore agibilità nella ex oltre cortina”.

Si tratta soltanto di un’ipotesi ma “si può però dire con certezza che l’operazione è il secondo atto in due mesi di una trappola ostile costruita contro i sovranisti d’Europa”. Il primo atto, naturalmente, ha colpito l’austriaco Heinz-Christian Strache, leader del Freedom Party, incastrato con un video girato nel 2017 in una villa di Ibiza, dove Strache prometteva a Aljona Makarowa, sedicente nipote di un oligarca russo vicino a Putin, licenze per gioco d’azzardo, la vendita di un vecchio hotel di lusso, contratti per costruire una nuova autostrada, arrivando a suggerire l’acquisizione del Kronen Zeitung.  

Intanto secondo il quotidiano della famiglia Berlusconi Salvini ha dichiarato alla radio anche io "Mi alzo ogni mattina per andare al Viminale per lavorare, io finché posso far le cose sto al governo, se dovessi accorgermi che sto al governo per non fare le cose...", ha aggiunto il leghista parlando a Radio anch'io. Che poi ha bollato il caso Russia come "fantasy di spionaggio" e come "una storia dell'estate".

"Ci pagano per far lavorare le persone, per sistemare strade e autostrade, Conte al Senato ha detto quello che dico io da settimane. Non ho mai preso un rublo, vado all'estero per far politica non per far accordi commerciali. Incontrare ministri è il mio lavoro, per l'interesse nazionale italiano".

E ancora: "Conte ha detto quello che già sapevo. So perfettamente perché sono andato in Russia, chi ho incontrato, che non ho mai visto né chiesto soldi. Poi sentirsi accusare in Aula di altro tradimento o di essere al servizio di Putin fa ridere. La mozione di sfiducia del Pd fa ridere. Io vado a rispondere su elementi concreti e reali. La presunta accusa parla di 3 milioni di tonnellate di gasolio che è più della quantità di quello che Eni importa in Italia. È chiaro che siamo su Scherzi a parte".

In merito alla minaccia dei No Tav di creare problemi di ordine pubblico sabato prossimo, Salvini è stato chiaro: "Speriamo non ci siano episodi di violenza, ma nel caso ci fossero verranno perseguiti come prevede la legge. Non tollereremo violenza contro le forze dell'ordine, niente resterà impunito".

Intanto sottolinea il Giornale che un passaggio chiave al quale hanno dato buca in Aula sia Matteo Salvini, sia (quasi) tutti i senatori del Movimento 5 Stelle.  

Da questo consesso ho ricevuto la fiducia, che mi ha investito nell'incarico di Presidente del Consiglio dei ministri e a questo consesso siate pur certi tornerò, ove mai dovessero maturare le condizioni per una cessazione anticipata dal mio incarico", è il passaggio più significativo secondo il giornale dell'intervento di Giuseppe Conte in Senato, in occasione dell'informativa sui presunti finanziamenti della Russia alla Lega.

Un passaggio che non è passato inosservato e che ha fatto storcere il naso a al ministro dell'Interno. Dunque, il responsabile del Viminale ha così chiosato: "O si va avanti con le idee chiare con i sì con la forza del cambiamento oppure giochetti di palazzo non ne esistono, per rispetto dell'Italia e degli italiani".  

Già, infatti, il numero uno del Carroccio ha così commentato, a caldo, il discorso del premier: "No alle maggioranze raccolte un po' qui e un po' là come i funghetti nei boschi del Trentino. Se c'è un governo, il governo è questo e va avanti. Se qualcuno pensa ai giochetti di potere e di palazzo ha sbagliato persona, ha sbagliato partito, con la Lega, e ha sbagliato Paese, l'Italia e gli italiani di oggi che ne hanno visto troppi, di giochetti di palazzo, di governi non eletti, di Monti, di Renzi. No".

 

 

 

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