Il Sacro Telo conservato a Torino ha veramente avvolto il corpo di Gesù deposto dalla croce? O si tratta di un’abile falsificazione che inganna da secoli i credenti? È il quesito al quale hanno cercato di rispondere scienziati e studiosi di varie discipline. Da diversi anni si accaniscono per svelarne il mistero. Ma la risposta, secondo la prof.ssa Emanuela Marinelli, è netta: sì, la Sindone è il lenzuolo utilizzato per avvolgere il corpo di Gesù. Le prove sono illustrate in modo semplice e chiaro all'interno del libro "La Sindone. Storia e misteri", raccolte dall'autrice in 40 anni di studio. Prove presentate dalla stessa Marinelli all'incontro svolto il 24 marzo nel suggestivo scenario del Santuario di Madonna d'Itria a Cirò Marina davanti a centinaia di fedeli e curiosi. L'evento rientra nel percorso passiologico della Giornata della Santa Spina ad Umbriatico, ed è stato organizzato dall’amministrazione comunale di Umbriatico guidata dal sindaco, Rosario Pasquale Abenante, in stretta collaborazione con i Padri Passionisti e l'ufficio comunicazione dell'Ente. La prof.ssa Marinelli, per la prima volta in Calabria, ha detto: "Il grande interesse della Sindone risiede soprattutto nel fatto che essa riporta non solo il sangue del cadavere che è stato avvolto nel lenzuolo, ma anche la sua immagine. Il fatto poi che questo lenzuolo sia attribuito alla sepoltura di Gesù rende l’argomento ancora più affascinante. Un grande dibattito è nato dopo la datazione al Carbonio-14 del 1988, che collocò l’origine della Sindone nel Medioevo”.
“Quella datazione – ha affermato la Marinelli - fu condotta su un angolo della stoffa del telo. Però nella zona circostante si è scoperto che esistevano degli inquinamenti dovuti a funghi e a batteri, i quali possono alterare la datazione anche di 1000 anni. Sono state poi fatte, presso l’Università di Padova, tre nuove datazioni con tre diversi metodi. Insomma, il risultato di queste tre nuove datazioni è che la Sindone risale invece all’epoca di Cristo. Rimane il mistero dell’immagine, perché i fisici dell’Enea di Frascati l’hanno assimilata a un effetto di luce, e un cadavere normalmente, certo non può emettere luce. Non lo sappiamo, ma la Sindone ha questo fascino: è come un negativo fotografico che ci riporta al positivo questo corpo, solennemente composto nella morte, ma con un volto che ci dà veramente una luce di speranza”. La Prof.ssa Marinelli, laureata in Scienze Naturali e Geologiche, ha tenuto conferenze in ogni regione d'Italia ed all'estero. Ha partecipato a numerosi congressi sulla Sindone ed è stata la coordinatrice del comitato organizzatore del congresso mondiale "Sindone 2000". Ha scritto diversi libri, articoli per giornali e riviste ed ha partecipato a varie trasmissioni radiofoniche e televisive. Si interessa della Sindone dal 1977, quando furono scoperti su di essa pollini di piante che non crescono in Europa, ma in Medio Oriente. “Questa scoperta dei pollini mi ha aperto uno scenario nuovo, perché se i pollini sono di piante del Medio Oriente la Sindone da lì viene. Da lì ho raccolto poi tutta una serie di elementi, di motivi sia storici sia scientifici, per ritenere che questo lenzuolo sia proprio il lenzuolo funebre di Gesù. Poi, certo, ognuno può concludere liberamente, ma è importante un’informazione storico-scientifica doverosa, perché si decida se credere o meno all’autenticità di questo lenzuolo in base a elementi concreti”.