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Venerdì, 13 Dicembre 2024

Sicurezza, ora la polizia si ribella: "Basta accoglienza indiscriminata"

Violento, abusivo, irregolare: la storia in Italia di Koulibaly fa pensare che la violenza di sabato notte era forse "preventivabile". Lo pensa anche Pietro Di Lorenzo, Segretario Generale Provinciale del SIAP, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato. "Quello che deve far riflettere, oltre alla gravità del fatto indice di una assoluta mancanza di rispetto verso la persona, - dice al Giornale.it - è lo status del cittadino straniero arrestato, irregolare e pluri pregiudicato". Una miccia esplosiva, che alla fine è deflagrata. 

Lo stesso ragionamento si può trasportare in altre latitudini italiane, con decine di casi di cronaca. "Certo - ragiona Di Lorenzo - c’è necessità di investire mezzi e risorse nell’attività di riqualificazione di zone ormai abbandonate a se stesse dopo il tramonto, ma c’è anche molto da rivedere in tema di immigrazione e certezza della pena". Perché "non è accettabile" che "si conceda accoglienza indiscriminata" e che "si continui a permettere la permanenza in Italia a chi non ha titolo". Chi è clandestino e ha precedenti penali deve essere "tenuto in galera per un po'". E adesso la polizia spera che almeno l'aggressione sessuale basti per garantirgli qualche tempo di permanenza dietro le sbarre.

Sono le 4 di notte tra sabato e domenica quando una neo-maggiorenne e un ragazzo si appartano in una delle panchine del parco del Valentino, poco distanti dalla discoteca Life. Il tempo di un bacio, forse. Lontani da occhi indiscreti ma non troppo: quella zona non è troppo sicura di notte. All'improvviso spunta un uomo corpulento, armato di un coccio di bottiglia. Li minaccia, costringe il ragazzo ad allontanarsi. Non è una rapina, le intenzioni sono rivolte alla ragazza inerme. Pochi minuti di violenza, abbastanza per lasciare la ragazza sotto choc ma non sufficienti per arrivare allo stupro. Provvidenziale l'intervento di una pattuglia della polizia già presente in zona: il ragazzo, dopo essersi allontanato, corre a chiedere aiuto alla discoteca. È un addetto alla sicurezza del Life a chiamare il 112. Sul posto gli agenti trovano la ragazza terrorizzata e con i vestiti strappati. Lui, l'aggressore, non c'è. È scappato.

Sì alla cittadinanza a Ramy perché è come se fosse mio figlio e ha dimostrato di aver capito i valori di questo paese, ma il ministro è tenuto a far rispettare le leggi. Per atti di bravura o coraggio le leggi si possono superare». Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini nella registrazione del «Maurizio Costanzo show» a proposito del ragazzino che ha dato l'allarme ai carabinieri dal bus sequestrato a San Donato Milanese

Nonostante il Viminale abbia chiesto cautela prima di concedere la cittadinanza italiana a Ramy, il 13enne che insieme ad altri compagni di classe ha telefonatao ai carabinieri contribuendo così a sventare il folle piano di Ousseynou Sy di lanciare uno scuolabus incendiato contro l'aeroporto do Linate, il Guardasigilli ha invitato Matteo Salvini a "dare subito la cittadinanza al ragazzino".

Il padre dell’adolescente scampato lo scorso mercoledì alla strage dell’autobus organizzata dall’autista del mezzo, il senegalese Ousseynou Sy. A riferire la notizia è il portale online Dagospia che ha pubblicato un video girato da Francesca Immacolata Chaouqui, conosciuta per le vicende relative a Vatileaks, nell’aeroporto di Milano. La manager, infatti, ha incontrato nello scalo il ragazzino, considerato essere uno degli eroi di San Donato Milanese, in compagnia del padre. Quest’ultimo, senza fare giri di parole, ha affermato che “io quando ho fatto tante interviste con i giornalisti e con le televisioni... loro mi hanno di chiedere la cittadinanza perché tu ne hai diritto”.

Il genitore ha, poi, voluto precisare che lui non ha chiesto niente ma che “loro hanno insistito. È colpa loro, non mia”. Inoltre, alla domanda se si è sentito strumentalizzato per motivi politici, il papà di Ramy ha risposto in modo diretto: “Sì, sì, sì… Io voglio vivere qua in Italia tranquillo”. Di certo, le parole del papà dell'adolescente sono destinate a far discutere

Si infiamma il dibattito sullo ius soli. "Ramy si fida di Di Maio. Io mi fido della legge, io devo rispettare la legge e farla rispettare". Salvini non è disposto a mollare di un millimetro. Un conto è l'euforia del momento, un altro il rispetto della legge. E il numero uno del Viminale non intende passarci oltre solo per accontentare l'opinione pubblica. Per questo chiede maggiore cautela prima di consegnare la cittadinanza italiana al ragazzino. "Sono contento che non ci siano morti e feriti grazie a lui, agli altri ragazzi e ai carabinieri", spiega nella speranza che "il ragazzino (Ramy, ndr) non venga usato come paladino della sinistra". Eppure anche all'interno del governo c'è chi vuole assecondare la richiesta del padre del giovane.

Tra questi, oltre a Di Maio, c'è appunto Bonafede. "È giusto riconoscere per meriti eccezionali la cittadinanza al giovane che ha evitato che ci potesse essere una tragedia con 51 giovani vittime", spiega il ministro della Giustizia ai microfoni di Circo Massimo. "Rispetto il ruolo e le competenze di ogni ministero, il ministro dell'Interno fa le sue valutazioni - aggiunge - ma questa spinta di emozione positiva la dobbiamo avere. Come si è compatti nel piangere e affrontare una tragedia, c'è un momento in cui si deve essere compatti nel gioire per una tragedia evitata e dare un riconoscimento a un ragazzino".

L'incontro al Viminale con Ramy ci sarà, ma a telecamere spente. "Perché - assicura Salvini - di fare Carramba che sorpresa o il Fabio Fazio di turno a suon di milioni non mi interessa". Gli uffici del ministero stanno facendo gli approfondimenti sulla famiglia del 13enne e proprio da questi potrebbero arrivare dei rallentamenti. "A stasera, purtroppo, non ci sono gli elementi per concedere la cittadinanza a Ramy. E mi piacerebbe moltissimo", ha detto ieri il leader del Carroccio. Anche se ha assicurato: "Non vedo l'ora di incontrarlo e abbracciarlo. Mi piacerebbe molto dargli la cittadinanza, ma stiamo facendo tutti approfondimenti del caso, che ovviamente non riguardano la storia di un ragazzino di 13 anni... ma se gliela concedo, devo avere la matematica certezza che la cittadinanza non vada a persone con precedenti penali. Cosa si capisce da questo?". La frase sibillina di Salvini fa capire come le verifiche siano ancora in corso.Ma questa era quello che e successo ieri oggi secondo il Corriere il Ministro ha detto si alla cittadinanza per il piccolo eroe ma il ministro è tenuto a far rispettare le leggi...  

Intanto la Capitale ha salutato con entusiasmo l'arrivo del Romano Pontefice, che ha avuto modo di constatare ancora una volta come i cittadini capitolini nutrano un affetto unico e del tutto particolare nei suoi confronti. E come in ogni occasione di questa tipologia, a fare gli onori di casa c'erano le autorità, con in testa il primo cittadino. Virginia Raggi, che si è in qualche modo adeguata alle tematiche care al Santo Padre, ha posto un accento sull'accoglienza dei migranti, sul rispetto dell'ambiente e sulla costruzione di una società multiculturale

Bergoglio, come viene riportato anche dall'Adnkronos, ha anche lanciato qualche monito: quello su rendere le norme adeguate alle esigenze di Roma; quello sulla dotazione di "congrue risorse" che consentano a Roma di poter curare e tutelare se stessa. In riferimento alle periferie, è arrivato il consueto appello sull'accoglienza dei migranti: "Oggi - ha dichiarato il vertice della Chiesa cattolica - quelle e altre periferie hanno visto l'arrivo, da tanti Paesi, di numerosi migranti fuggiti dalle guerre e dalla miseria, i quali cercano di ricostruire la loro esistenza in condizioni di sicurezza e di vita dignitosa.

Roma insomma ha abbracciato il suo vescovo. Papa Francesco ha voluto evidenziare come le grandezze del passato possano essere declinate anche sul piano dell'attualità. Serve, però, il coraggio di vincere la sfida più grande, che rimane quella dei migranti....

 

 

 

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