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Nasce governo M5s-Lega

Con Giuseppe Conte presidente del Consiglio e Giovanni Tria ministro dell'Economia, nasce il governo di Movimento Cinque Stelle e Lega. A quasi tre mesi dalle elezioni e a un passo dal ritorno alle urne. Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che saranno ministri e vicepremier, siglano l'accordo al termine di un lungo faccia a faccia alla Camera. A sbloccare l'impasse è soprattutto un cambio di ruolo di Paolo Savona, il professore anti-euro cui Sergio Mattarella aveva negato l'Economia: avrà la delega alle Politiche europee. "E' stato raggiunto l'accordo per un governo politico M5s-Lega", recita una nota di Di Maio e Salvini alle sette di sera. "Lavoreremo intensamente per realizzare gli obiettivi del contratto, lavoreremo con determinazione per migliorare la qualità di vita di tutti gli italiani", sono le prime parole di Conte da premier, dopo aver letto al Quirinale, tre ore più tardi, la lista dei suoi ministri. 

Savona viene spostato al dicastero senza portafoglio degli Affari europei. Per l'Economia spunta Tria, preside della facoltà di Economia di Tor Vergata, professore che ha lavorato con Renato Brunetta, è "tiepido" sull'Euro e sostiene la Flat tax anche a costo di aumentare l'Iva. Agli Esteri arriva Enzo Moavero Milanesi, una vita nelle istituzioni europee e già ministro all'Ue con Monti e Letta. Affiancherà Conte a Palazzo Chigi, con il delicato incarico di sottosegretario alla presidenza, il leghista Giancarlo Giorgetti. Salvini sarà ministro all'Interno, Di Maio prenderà il super-dicastero di Lavoro e Sviluppo Economico (dovrebbe chiamarlo "Welfare"). Alla Difesa Elisabetta Trenta, Alla Giustizia Alfonso Bonafede (M5s), Giulia Grillo (M5s) alla Sanità, Riccardo Fraccaro (M5s) ai Rapporti con il Parlamento, alle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5s), Marco Bussetti (M5s) all'Istruzione, Alberto Bonisoli (M5s) ai Beni Culturali

"Si è concluso un complesso itinerario", chiosa il capo dello Stato, che alle 16 riceverà al Colle il nuovo presidente del Consiglio e la squadra dei diciotto ministri, tra cui cinque donne, per il giuramento. Nasce un governo politico, dunque. Un governo giallo-verde. Con Di Maio e Salvini vicepremier. E due professori, Conte e Tria, a Palazzo Chigi e via XX Settembre. Nascerà ufficialmente, all'inizio della prossima settimana, con il voto di fiducia in Parlamento di M5s e Lega. Dice "No" Forza Italia, che annuncia "battaglia per i cittadini". E annunciano un'opposizione dura Partito democratico e Liberi e uguali: "Costruiremo l'alternativa - dice Maurizio Martina - al governo populista e di destra che ha un programma pericoloso, antieuropeo e iniquo". Fratelli d'Italia, che era disponibile al "Sì" alla fiducia, sceglie la linea dell'astensione. "Per patriottismo - dichiara Giorgia Meloni - diamo una mano perché l'Italia è sotto attacco e non ci possiamo permettere il voto a luglio". E' questo un passaggio chiave per la nascita del governo: M5s era infatti contrario a dare ministeri al partito di Meloni e solo lo stop di Salvini all'alleata sblocca l'intesa, nella lunga trattativa finale tra M5s e Lega.

A riaprire i giochi è stata mercoledì sera la disponibilità data da Di Maio al Quirinale a spostare Savona dall'Economia a un altro ministero. Salvini si prende una notte di riflessione. Poi interrompe la sua campagna elettorale per le comunali e nella mattina di giovedì torna a Roma. Dopo un incontro con Meloni a Montecitorio, si riunisce in conclave con Di Maio per comporre il rebus finale dei ministeri. Restano riuniti l'intero pomeriggio, a un certo punto qualcuno li fotografa su un terrazzo della Camera. 

Intanto li raggiunge Conte, che arriva in treno da Firenze dopo aver tenuto una lezione all'università. Alle 19, la fumata bianca. "Forse finalmente ci siamo dopo tanti ostacoli, attacchi, minacce e bugie", scrive Salvini su Facebook prima di partire per un comizio a Sondrio. Dopo pochi minuti Carlo Cottarelli, cui il presidente della Repubblica aveva affidato l'incarico di formare un esecutivo "neutrale" per portare al voto anticipato, sale al Quirinale a rimettere il mandato. "E' stato un grande onore servire il Paese anche se per poco. Un governo politico è di gran lunga la migliore soluzione anche per l'incertezza che deriverebbe dalle elezioni", dichiara ringraziando i suoi potenziali ministri. La sala stampa applaude. Mattarella lo ringrazia "per senso delle istituzioni". 

Il premier Giuseppe Conte è uscito dalla sua abitazione, nel centro di Roma, per andare a Montecitorio. E' salito su un taxi e ai cronisti che l'aspettavano ha detto: "Emozionato? Beh sì, un po' emozionato lo sono".

"Grande forza, grande entusiasmo e determinazione vogliamo lavorare nell'interesse del paese degli italiani cercheremo di fare il nostro massimo. Il Paese ha bisogno di fiducia, ha bisogno che si creino i presupposti per poter andare tutti fieri e orgogliosi di questo paese". Così il neo presidente del Consiglio Conte ha risposto ieri sera all' uscita da una pizzeria romana. Ai cronisti che gli hanno chiesto se il governo nasce debole Conte ha risposto: "Dimostreremo coi fatti che non lo è".

Romano, classe 1948, Tria, forte di un esordio con laurea in giurisprudenza alla Sapienza nel 1971 a cui hanno fatto seguito più di 35 anni di esperienza accademica e professionale nel mondo dell'economia, ha detto la sua su alcuni dei cavalli di battaglia della coalizione Lega-M5S. Uno di questi la Flat tax, obiettivo perseguibile a suo parere eventualmente anche passando per l'aumento dell'Iva. Proprio a proposito dell'introduzione della flat tax, Tria ricorda in un articolo su Formiche.net che la scommessa, secondo i sostenitori della riforma, è che essa porti ad effetti benefici sulla crescita e quindi generi quel gettito fiscale aggiuntivo che dovrebbe compensare almeno in parte anche il costo iniziale della riduzione delle aliquote.

Proprio a proposito dell'introduzione della flat tax, Tria ricorda in un articolo su Formiche.net che la scommessa, secondo i sostenitori della riforma, è che essa porti ad effetti benefici sulla crescita e quindi generi quel gettito fiscale aggiuntivo che dovrebbe compensare almeno in parte anche il costo iniziale della riduzione delle aliquote

"Tuttavia sarebbe preferibile - è il suo punto di vista - contare meno sulle scommesse e far partire la riforma con un livello di aliquota o di aliquote, che consenta in via transitoria di minimizzare la perdita di gettito, per poi ridurle una volta assicurati gli effetti sulla crescita. Inoltre - incalza - non si vede perche non si debba far scattare le clausole di salvaguardia di aumento dell'Iva per finanziare parte consistente dell'operazione".

Durante la sua lunga carriera accademica e professionale ha spaziato tra sviluppo, ciclo economico e crescita, investimenti pubblici e ruolo della governance. Un corposo CV che lo vede tra l'altro presidente della scuola nazionale dell' amministrazione, membro della Società economia italiana, membro dell'American Economic Association, professore di Politica Economica a Tor Vergata, delegato del governo italiano nel Board of directors dell'Ilo (International Labour Office)

"Non ha ragione chi invoca l'uscita dall'euro senza se e senza ma come panacea di tutti i mali", ma non ha ragione neppure chi sostiene che l'euro è irreversibile. Bisogna cercare soluzioni condivise e cambiare insieme perché uscire dall'euro da soli "significa pagare solo costi senza benefici". Con queste parole Giovanni Tria affidava il suo 'pensiero europeo' a un intervento scritto lo scorso anno sul Sole 24 Ore a quattro mani con Renato Brunetta. Il profilo del nuovo responsabile di Via XX Settembre, attuale preside della facoltà di Economia di Tor Vergata, si rivela dunque conciliante rispetto a uno dei nodi che maggiormente sono stati fonte di preoccupazione dell'opinione pubblica e del Capo dello Stato, ovvero il rapporto tra l'Italia e l'euro, ma decisamente più estremo quando si toccano problemi quali ad esempio quello fiscale e dell'Iva in particolare. 

Angela Merkel sarà "aperta" a collaborare con il nuovo governo italiano e aspetta, prima di commentare, che questo si costituisca. Lo ha ribadito il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, rispondendo in conferenza stampa a Berlino a una domanda sul nuovo governo.

"Il governo tedesco non dà valutazioni sugli elenchi dei ministri dei Paesi partner e non lo farà neppure nel caso del gabinetto italiano", ha detto il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert, rispondendo a chi chiedeva una reazione alla composizione del nuovo esecutivo, con Matteo Salvini e Luigi Di Maio ministri e vice premier, che hanno tuttavia rinunciato ad affidare a Savona il ministero dell'Economia.

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