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Martedì, 03 Dicembre 2024

Mattarella certifica lo stallo: "Ora valuterò come uscirne"

Si è concluso con le alte cariche istituzionali il secondo giro di consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la formazione del nuovo governo. Primo a salire al Quirinale il presidente emerito Giorgio Napolitano. "Come rappresentanti istituzionali siamo tutti accanto al presidente Mattarella nella ricerca di soluzioni. Il suo è un compito estremamente difficile", ha detto Napolitano al termine del colloquio. 

La situazione non si è sbloccata. Le forze politiche in campo non sono riuscite a trovare l'accordo per formare una maggioranza solida capace di sostenere il governo . Dall'andamento delle consultazioni - spiega il presidente della Repubblica - emerge con evidenza che il confronto tra i partiti per dare vita in Parlamento a una maggioranza che sostenga un governo non ha fatto progressi". Tutto rimandato, insomma, ai prossimi giorni. Nella speranza di trovare una soluzione praticabile che porti alla formazione di un esecutivo saldo.

Durante il secondo giro di consultazioni, Mattarella ha ripetutamente fatto presente alle varie forze politiche la necessità per il nostro Paese di "avere un governo nella pienezza delle sue funzioni".A complicare il quadro politico e sicuramente la crisi diplomatica in Siria che sta spingendo i Paesi dell'Unione europea a un passo da un nuovo conflitto. 

E, sebbene il premier uscente Paolo Gentiloni abbia già fatto sapere che "l'Italia non parteciperà ai bombardamenti", il dibattito divide ulteriormente il confronto. Al quadro internazionale va, poi, a sommarsi la partita economica con il Def ancora tutto da scrivere. Nonostante questi appuntamenti, la situazione non sembra ancora sbloccarsi. Tanto che questa mattina, al termine del secondo, infruttuoso, giro di consultazioni, 

Mattarella è tornato a lanciare un messaggio preciso ai contendenti, enumerando le criticità davanti al Paese: "Le attese dei nostri concittadini, i contrasti nel commercio internazionale, le scadenze importanti e imminenti nella Unione europea, l'acuirsi di tensioni internazionali in aree non lontane dall'Italia, richiedono con urgenza - ha, quindi, avvertito - che si sviluppi, e si concluda positivamente, un confronto tra i partiti per raggiungere quell'obiettivo".

L'Italia senza governo è in sintonia con la Germania. Condanna della Siria, ma no ai raid annunciati dal presidente statunitense Donald Trump. La crisi passa dall'Onu e su questo sono d'accordo tutte le forze politiche che ieri sono sfilate davanti al Presidente della Repubblica.

In questo clima il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha avuto gioco facile a prendere una posizione, nonostante il mandato limitato agli affari correnti.

Il premier si è sentito al telefono con la Cancelliera tedesca Angela Merkel. Palazzo Chigi ha fatto sapere che ha ribadito «la ferma condanna delle violazioni dei diritti umani e della inaccettabile violenza usata nei confronti delle popolazioni civili con l'uso di armi chimiche da parte del regime siriano». Poi ha sottolineato che «l'Italia non parteciperà ad azioni militari in Siria».

Fornirà supporto logistico agli alleati, come prevedono gli accordi internazionali. Ma per il governo «una soluzione stabile e duratura per la Siria potrà venire lavorando per la pace e dando spazio alle Nazioni Unite».

La posizione del centrodestra è arrivata dopo il secondo giro di consultazioni. A illustrarla è stato significativamente il leader della Lega Matteo Salvini. «Pur ribadendo gli obblighi di lealtà all'Alleanza atlantica siamo contrari ad azioni unilaterali e riteniamo che la strada maestra sia lo spirito di Pratica di mare». Il riferimento è al vertice Nato del 2002 promosso dal governo Berlusconi, snodo importante del dialogo tra i Paesi Nato e la Russia.

Sui temi internazionali, insomma, la linea del centrodestra ricalca quella di Forza Italia. Dal canto loro, gli azzurri hanno precisato con una nota che «Nessuna azione militare può essere intrapresa, neppure la concessione dell'utilizzo di basi aeree, senza una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite».

Sintonia anche con il M5s. Il leader Luigi Di Maio, al termine delle consultazioni ha ribadito l'intenzione di «restare al fianco dei nostri alleati e consigliarli in un'ottica di pace, prima di tutto». Condanna degli attacchi cimici. Anche se la fine del conflitto in Siria «non sarà determinata dalle vittorie militari ma dalla diplomazia».

Per i pentastellati la crisi impone «un'accelerazione nella formazione del Governo. Non possiamo pensare di perdere altro tempo».

Poche prese di posizione dal Pd. Il partito della sinistra ha letto le vicende siriane quasi esclusivamente in chiave nazionale. Per Andrea Romano, direttore del quotidiano renziano Democratica, «l'Italia sulla Siria rischia di prendere per la prima volta da dopoguerra una posizione isolata» perché «c'è un signore che si chiama Matteo Salvini». La posizione del centrodestra è stata invece in linea con gli orientamenti che ieri prevalevano in Europa. Sicuramente non quelli del presidente francese Macron, unico in Europa a dare da subito l'adesione ai raid.

Ma tornando alle consultazioni dopo Napolitano sono saliti sul Colle il presidente della Camera Roberto Fico e a seguire il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati.

"Dall'andamento delle consultazioni di questi giorni emerge con evidenza che il confronto tra i partiti politici per dar vita in Parlamento a una maggioranza che sostenga un governo non ha fatto progressi"ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

.Dall'andamento delle consultazioni di questi giorni emerge con evidenza che il confronto tra i partiti politici per dar vita in Parlamento a una maggioranza che sostenga un governo non ha fatto progressi". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

"Ho fatto presente alle varie forze politiche la necessità per il nostro Paese di avere un governo nella pienezza delle sue funzioni". Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine delle consultazioni.

"Attenderò alcuni giorni per decidere come procedere per uscire dallo stallo". Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine delle consultazioni parlando della necessità di dare vita a un governo..

"La Battuta di ieri di Berlusconi ? Non cambia nulla. Sono più attento alla sostanza che alla forma. Noi siamo pronti. Certo, ci sono due veti contrapposti di M5S e Forza Italia. Io chiedo a tutti di essere responsabili. Se continua così, se continuano a bisticciare, si stuferanno gli italiani, mi stuferò io e tra un mese si tornerà alle urne, quindi: o la smettono o si vota". Così Matteo Salvini, leader della Lega ai microfoni di Radio anch'io.

"Se continuasse il gioco delle tattiche politiche e dei veti mentre gli italiani soffrono vuol dire che la richiesta di cambiamento" emersa dalle elezioni del 4 marzo sarebbe "disattesa - ha detto Matteo Salvini al termine delle consultazioni al Quirinale -. Speriamo non sia così per l'Italia, per noi è il valore più grande". "Ci aspettiamo dalle altre forze politiche, a partire dal Movimento 5 Stelle altrettanta responsabilità nei confronti del paese" di quella che il centrodestra sta dimostrando. "Abbiamo fiducia nella saggezza e nell'equilibrio del presidente della Repubblica a cui abbiamo rappresentato una serie provvedimenti che gli italiani aspettano". 

Intanto riunione dei vertici di Forza Italia a Palazzo Grazioli a ora di pranzo con la capogruppo della Camera Maria Stella Gelmini che ha ribadito la linea: no a veti su Berlusconi. Dura la replica del MoVimento: 'faccia un passo di lato'.

"Parteciperemo ad un governo - ha detto la Gelmini - solo se ci sarà una dichiarazione esplicita e chiara da parte dell'M5S e che ci sia pari dignità tra tutte le componenti del centrodestra, FI e Berlusconi. Senza questa condizione la trattativa non potrà neanche iniziare". "Ribadiamo: mai un governo con Berlusconi e Fi. Forza Italia potrebbe risolvere l'impasse facendosi di lato e consentendo così un governo M5S-Lega", scrivono in una nota i capigruppo M5s Grillo e Toninelli.

La delegazione del Pd, giunta a piedi al Quirinale, ha ribadito al capo dello Stato il proprio ruolo di minoranza. Anche alla luce di quanto avviene in Siria- ha detto Maurizio Martina al termine del colloquio - "occorre che le forze che hanno prevalso la smettano col tira e molla, le tattiche, i tatticismi, i personalismi estremi e la grande incertezza che stanno generando" dicendo se sono in grado di essere "all'altezza della situazione". Lo dice Maurizio Martina, parlando per la delegazione Pd. "Il Paese ha il bisogno di scelte chiare: chi ha prevalso ha il dovere di dire cosa vuol fare senza continuare con i balletti di polemiche pubbliche che nascondono solide intese di occupazione" di incarichi. 

"I veti non ci piacciono a prescindere dalla provenienza. Non era condiviso e non lo sarà mai da parte nostra un no al dialogo con il Movimento 5 Stelle, seconda forza politica in Parlamento. Le parole finali di Berlusconi oggi al Colle non rispecchiano la posizione della Lega, né quella del centrodestra che oggi si è espresso in maniera unitaria e concordata", ha affermato il capogruppo della Lega al Senato Gianmarco Centinaio.

Com'è la coalizione presidente?  La risposta di Berlusconi che mette in difficolta di trovare un intesa con M5s : "È solidissima, è compattissima" ha risposto Silvio Berlusconi ai cronisti uscendo dal Quirinale dopo le consultazioni. "Mi raccomando fate i bravi e sappiate distinguere i veri democratici da chi non conosce l'abc della democrazia...", ha detto Berlusconi congedandosi dai giornalisti al Colle dopo la dichiarazione congiunta del centrodestra letta da Matteo Salvini al termine dei colloqui con il Capo dello Stato

"Devo dire che ho apprezzato l'apertura da parte di autorevoli esponenti del pd ma è chiaro che in questo momento il Pd è fermo su posizioni che non aiutano": così il capo politico del M5S Luigi Di Maio al termine delle consultazioni. "Con la Lega è inutile dire che c'è una sinergia istituzionale che ha permesso di rendere operativo il Parlamento immediatamente", ha detto ancora Di Maio. "La Lega deve prendersi sue responsabilità perché sta dicendo che o che vuole fare un governissimo che non ci vede assolutamente d'accordo o che vuole tornare al voto, ipotesi che scongiuriamo ma di cui non abbiamo paura e su cui non abbiamo niente da perdere". "C'è solo una soluzione per sbloccare questo stallo e investe Silvio Berlusconi: deve mettersi di lato e consentire la partenza per un governo di cambiamento. Altrimenti l'unica risposta è che non riteniamo possibile un governo del M5S con Fi", ha detto Luigi Di Maio al termine delle consultazioni al Quirinale.

 

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