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Venerdì, 06 Dicembre 2024

La Supplica di Pompei: Pace sul mondo!

Questa mattina, l’Arcivescovo Emil Paul Tscherrig, Nunzio apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino, ha presieduto la Santa Messa e la recita della Supplica nella Basilica della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei. Nella sua omelia, ha chiesto ai fedeli di accogliere l’invito costante di Papa Francesco a pregare per l’amicizia e la fratellanza tra tutti i popoli e le nazioni. «Il Papa – ha detto – ci ha raccomandato di pregare per la Pace, indicando il Santo Rosario, fondamento stesso di questo Santuario, come preghiera per implorare la concordia su tutta la terra». Ha poi invitato i presenti ad imitare la Madonna e, come lei, a chiedere al Signore d’inviare lo Spirito Santo «affinché sia rinnovata la faccia della terra (…) In comunione con lo Spirito di Dio spariranno tra noi l’odio e le contese, la divisione e il disprezzo dell’altro, la diffamazione e le parole che feriscono, i sentimenti che uccidono». Pompei, nelle sue tante opere carità di ogni giorno, è esempio di premura e amore per l’altro, avamposto di un mondo nuovo, finalmente in pace.

 

A mezzogiorno di oggi è “scattata” quella che il fondatore del Santuario di Pompei, il Beato Bartolo Longo, definiva “l’Ora del mondo”. Decine di migliaia di fedeli hanno raggiunto la città mariana, occupando ogni spazio della Basilica ed “invadendo” anche il sagrato esterno, per partecipare alla celebrazione della Messa e alla recita della Supplica alla Beata Vergine del Santo Rosario, presiedute dall’Arcivescovo Emil Paul Tscherrig, Nunzio apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino. La funzione religiosa è stata concelebrata dall’Arcivescovo di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo e da Monsignor Pietro Lagnese, Vescovo di Ischia, e da Monsignor Giacomo Cirulli, Vescovo di Teano-Calvi.

Nell’omelia, il Nunzio apostolico, che rappresenta il Santo Padre in Italia, ha chiesto ai fedeli di accogliere l’invito continuo di Papa Francesco a pregare per l’amicizia e la fraternità tra i popoli e le nazioni. «Il Papa – ha detto – ci ha raccomandato di pregare per la Pace, indicando il Santo Rosario, fondamento stesso di questo Santuario, come preghiera per implorare la concordia su tutta la terra». Nella prospettiva di cambiare il mondo, i cristiani non sono soli, ma hanno dalla loro parte la forza che viene dallo Spirito Santo. «Senza di lui non possiamo fare nulla!», ha esclamato. «Maria ci invita a domandare sempre – ha poi proseguito – che il Signore ci invii il suo Spirito affinché sia rinnovata la faccia della terra. (…). In comunione con lo Spirito di Dio spariranno tra noi l’odio e le contese, la divisione e il disprezzo dell’altro, la diffamazione e le parole che feriscono, i sentimenti che uccidono». La pace si costruisce a partire dalla propria quotidianità e dalle proprie relazioni con gli altri. Ma la pace si realizza anche pensando agli altri, pregando per gli altri, agendo per gli altri. «Papa Francesco – ha affermato ancora Monsignor Tscherrig – nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, ci invita ad essere evangelizzatori con Spirito, cioè evangelizzatori che pregano e lavorano. In questo contesto il Santo Padre ricorda soprattutto la forza missionaria dell’intercessione, cioè di quella preghiera che è un atto di somma carità (…). Tuttavia per essere intercessori efficaci in favore degli altri, dobbiamo metterci all’ascolto della Parola di Dio e praticarla nella vita di ogni giorno». Ecco l’essenzialità della testimonianza di vita, dunque. L’esempio che, a Pompei, si ha come riferimento è quello del Beato Bartolo Longo, che realizza la volontà di Dio su di lui e dimostra che anche un peccatore, se convertito, «può trovare il suo posto nella costruzione del Regno di Dio». «Vi sono esempi bellissimi – ha spiegato il Nunzio – in questa città della fede e della carità concreta. Ho avuto modo di visitare ieri sera con grande soddisfazione e gioia alcune delle opere di carità che nascono all’ombra di questo Santuario e che possono vivere anche grazie alla vostra generosità. Ho visitato alcune famiglie che non si sono chiuse in un amore egoistico, ma che, aperte alla vita, hanno saputo accogliere nuovi figli, fidandosi ogni giorno della Provvidenza di Dio. Ho anche visitato il Centro educativo e ho apprezzato l’entusiasmo e l’impegno degli alunni e degli educatori che ogni giorno costruiscono prospettive di vita nuova, lì dove talvolta l’umanità con la sua debolezza lascia delle macerie. A tutti vorrei esprimere la gratitudine del Santo Padre per quanto generosamente ogni giorno e con non pochi sacrifici fanno per la realizzazione del regno di Dio». È così che si diventa «testimoni gioiosi del Vangelo della vita e della Risurrezione».

 

Nel suo saluto d’accoglienza al Nunzio apostolico, l’Arcivescovo Tommaso Caputo ha voluto ricordare l’amore di Pompei per il Santo Padre Francesco. «Accogliendo lei – si è rivolto così al celebrante – accogliamo il Papa e ci permettiamo di chiederle di riferirgli tutto il nostro amore e la nostra gratitudine. Dica a Papa Francesco che i devoti della Madonna di Pompei lo amano e pregano ogni giorno per lui, per il suo ministero e per tutta la Chiesa e, come lui stesso ha chiesto esplicitamente più volte, per la pace, soprattutto nelle nazioni più martoriate da guerre, lotte fratricide, povertà, sfruttamento». Le opere di carità sono strumenti per realizzare la pace, per costruire la fraternità. «La nuova città di Pompei, che quest’anno festeggia il 90° anniversario della fondazione, deve la sua origine alla prontezza con la quale Bartolo Longo rispose alla chiamata della Vergine che lo esortava a diffondere il Rosario. Sostenuto dal Vescovo di Nola, Monsignor Giuseppe Formisano, e grazie alla collaborazione della Contessa, sua consorte, Marianna De Fusco, egli fondò non solo questo magnifico Santuario ma anche la città che lo circonda e numerose opere di carità, nelle quali, oggi come allora, sono accolti gli ultimi e gli emarginati: ragazzi e ragazze provenienti da contesti sociali difficili, mamme e donne sottratte a situazioni di sfruttamento o violenza, figli e figlie di detenuti, anziani, poveri, ex tossicodipendenti, ragazze madri, diversamente abili, migranti».

 

La celebrazione è stata trasmessa, in diretta televisiva e in diretta streaming sul sito ufficiale, da Canale 21, la tv campana che, da oltre venticinque anni, segue le celebrazioni e gli eventi più importanti che si tengono in Santuario, e da Tv2000, l’emittente dei cattolici italiani. Anche la pagina facebook del Santuario ha trasmesso la celebrazione in streaming. Le moderne tecnologie hanno così permesso a decine di migliaia di persone di seguire la preghiera, anche se impossibilitati, per lontananza o condizioni di salute, ad essere presenti in Basilica.

 

 

Omelia dell’Arcivescovo Emil Paul Tscherrig

 

 Nunzio Apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino

 

 

 

Eccellenza,

 

caro Mons. Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato e Delegato Pontificio diquesto Santuario di Pompei,

 

stimati fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio,

 

distinte Autorità civili e militari

 

cari Diaconi, Religiosi e Religiose,

 

sorelle e fratelli in Cristo,

 

 

 

ringrazio il Signore Risorto e la Nostra Vergine Madre Maria per avermi dato l’opportunità di celebrare con Voi questa Eucaristia, nella tradizionale giornata a Lei dedicata, Festa della Supplica della B.V. del Rosario. Desidero esprimere la mia gratitudine anche a S.E. Mons. Tommaso che gentilmente mi ha invitato a presiedere questa celebrazione e a tutti voi, cari fedeli e pellegrini, che siete giunti sin qui, anche da terre lontane, per onorare la Madre di Dio, che è anche Madre della Chiesa e Madre nostra.

 

Vi saluto tutti a nome del Santo Padre Francesco, che ho il privilegio di rappresentare nella bella Italia e che ci accompagna sempre con la Sua vicinanza paterna e la Sua Apostolica Benedizione. Come sempre, Egli ci chiede di pregare per la Sua persona e la Sua missione; per questo riuniti intorno all’altare e vicini alla nostra Madre celeste raccomandiamo il Papa e tutta la Chiesa pellegrina nel tempo, in Italia e nel mondo intero, alla Sua materna intercessione e protezione.

 

In questi giorni, in particolare il Papa ci ha raccomandato di pregare per la Pace, indicando proprio il Santo Rosario, fondamento stesso di questo Santuario, come preghiera per implorare la concordia su tutta la terra. Accogliamo l’invito del Santo Padre e preghiamo ogni giorno la corona del Rosario in modo particolare per la pace.

 

Cari fratelli e sorelle, nella prima lettura, abbiamo incontrato gli Apostoli ancora pieni di stupore per ciò che hanno visto e vissuto: prima per il terrore della morte di Gesù e poi per la Sua gloriosa Risurrezione dai morti. Gesù appare ai discepoli e chiede loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di aspettare il compimento della promessa del Padre. Difatti ora dovrà realizzarsi ciò che Gesù stesso aveva annunciato quando aveva detto: Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati nello Spirito Santo (cfr. Atti 1, 5).

 

Con queste parole il Risorto ha rivelato ai discepoli che la manifestazione dello Spirito Santo è la svolta determinante nella storia della salvezza. Lo Spirito Santo inviato dal Padre e dal Figlio è la forza creatrice del nuovo Israele che è la Chiesa. Infatti, è questa stessa forza dello Spirito che ha fatto muovere gli Apostoli dal piano superiore, dove si nascondevano per timore dei Giudei, trasformandoli in messaggeri gioiosi e coraggiosi della morte e della Risurrezione di Gesù.

 

Assieme a loro si trovava anche Maria, che ha aspettato e ha implorato la venuta dello Spirito Santo. Lei, che era piena dello Spirito Santo, come canta il Magnificat, prega affinché lo stesso dono divino sia effuso sugli Apostoli. Maria come nessun altro essere umano ha vissuto e sperimentato la potenza dello Spirito Santo. Ora il tempo è compiuto e questa forza misteriosa di Dio darà vita alla Chiesa nascente e agli uomini e alle donne di tutti i tempi che, grazie alla missione evangelizzatrice della Chiesa, diventeranno nuovi discepoli di Gesù. Cristo Risorto ha affidato la Chiesa nelle mani dello Spirito Santo affinché la guidasse attraverso le vicissitudini della storia umana, secondo la volontà del Padre.

 

È proprio il dono dello Spirito divino che Maria chiede anche per ciascuno di noi, perché senza di Lui non possiamo fare nulla! Maria ci insegna anche l’importanza da riservare allo Spirito di Dio nella vita della Chiesa e in quella di ogni fedele. Lo Spirito è la vita e dà la vita, soprattutto attraverso la Parola di Dio e i sacramenti della Chiesa. Molte volte non sappiamo cosa chiedere nella nostra preghiera. Maria ci invita a domandare sempre, con insistenza e perseveranza, che il Signore ci invii il Suo Spirito affinché sia rinnovata la faccia della terra. In questo Spirito siamo stati battezzati, nel battesimo siamo diventati il Suo tempio, Egli ci ha fatti figli e figlie di Dio e ci rende capaci di entrare in comunione con la Santissima Trinità, dove ogni cosa incontra e trova la sua unità. In comunione con lo Spirito di Dio spariranno tra noi l’odio e le contese, la divisione e il disprezzo dell’altro, la diffamazione e le parole che feriscono, i sentimenti che uccidono.

 

Cari fratelli, affinché ciò avvenga, dobbiamo essere discepoli missionari. Papa Francesco, nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, ci invita a essere evangelizzatori con Spirito, cioè evangelizzatori che pregano e lavorano (EG, 262). In questo contesto il Santo Padre ricorda soprattutto la forza missionaria dell’intercessione, cioè di quella preghiera che è un atto di somma carità, nel quale noi ci presentiamo davanti a Dio per implorare, sull’esempio di Maria, una grazia per un fratello o una sorella. Tutti gli uomini e le donne sante, rammenta il Papa, sono stati grandi intercessori. Anzi, l’intercessione è come “lievitonel seno della TrinitàPossiamo dire – continua Papa Francesco – che il cuore di Dio si commuove per l’intercessione, ma in realtà Egli sempre ci anticipa quello che possiamo fare con la nostra intercessione (EG, 283).

 

Tuttavia, per essere intercessori efficaci in favore degli altri, dobbiamo metterci all’ascolto della Parola di Dio e praticarla nella vita di ogni giorno. Questo è il cammino che Gesù nel Vangelo di oggi propone alla folla che è venuta per incontrarLo (cfr. Lc 8, 19-21). Gesù indica che la condizione per diventare membri della sua famiglia è quella di fare la volontà di Dio. Perciò, la questione importante è: qual è la volontà di Dio su di me, per la mia vita? E ciò non soltanto per i giovani, ma per ogni persona di qualsiasi età. - Per rispondere abbiamo bisogna anche di chiederci: perché sono qui? Vale la pena vivere? Cioè, io devo capire quale sia la mia vocazione e missione come uomo, donna, come cristiano, oggi e in questo mondo.

 

Questi interrogativi somigliano a quelli che agitavano la mente e l’animo del Beato Bartolo Longo quando, nel 1872, venne per la prima volta qui a Pompei. Il Fondatore di questo Santuario, della Nuova Pompei e delle Opere di Carità si chiedeva quale fosse la sua strada, come fare per salvarsi. E la Madonna gli indicò il cammino: propagare il Rosario. Egli aderì alla chiamata di Dio e dedicò tutta la sua lunga esistenza a Dio e al prossimo. Ognuno di noi, anche il più peccatore dunque, può trovare il suo posto nella costruzione del Regno di Dio, nella misura in cui accoglie e mette in pratica la volontà di Dio su di lui.

 

Vi sono esempi bellissimi in questa “città della fede e della carità concreta”. Ho avuto modo di visitare ieri sera con grande soddisfazione e gioia alcune delle opere di carità che nascono all’ombra di questo Santuario e che possono vivere anche grazie alla vostra generosità. Ho visitato alcune famiglie che non si sono chiuse in un amore egoistico, ma che, aperte alla vita, hanno saputo accogliere nuovi figli, fidandosi ogni giorno della Provvidenza di Dio. Ho anche visitato il Centro Educativo e ho apprezzato l’entusiasmo e l’energia e l’impegno degli alunni e degli educatori che ogni giorno costruiscono prospettive di vita nuova, lì dove talvolta l’umanità con la sua debolezza lascia delle macerie. A tutti vorrei esprimere la gratitudine del Santo Padre per quanto generosamente ogni giorno e con non pochi sacrifici fanno per la realizzazione del regno di Dio.

 

Carissimi fratelli e carissime sorelle, oggi, riuniti in questo Santuario, chiediamo alla nostra Madre celeste che interceda per noi affinché il Signore ci conceda una nuova Pentecoste. Ci ottenga la grazia per una nuova evangelizzazione e la forza di seguire il Suo cammino di fede. Lei si è lasciata condurre dallo Spirito attraverso un itinerario di fede verso un destino di servizio e fecondità (cfr. EG, 287). Maria, allora, ci afferri la mano per condurci al Figlio, chieda per noi la forza di “prendere la decisione di lasciarci incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta” (cfr. EG, 3).

 

Chiediamo fratelli e sorelle, radunati in questo Santuario di Pompei, casa di Maria, il dono della fede per noi e per il mondo, affinché anche noi possiamo essere chiamati beati, perché, come Lei, abbiamo creduto.

 

Maria, nostra Madre, per intercessione del Beato Bartolo Longo, ci aiuti a essere discepoli missionari, testimoni gioiosi del Vangelo della vita e della Risurrezione, che in ogni circostanza della vita cercano di realizzare sempre la volontà di Dio.

 

 “Madre del Vangelo vivente,

 

sorgente di gioia per i piccoli,

 

prega per noi. Amen, Alleluia” (EG, 288).

Saluto all’Arcivescovo Emil Paul Tscherrig

 

Eccellenza Rev.ma, Mons. Emil Tscherrig, Nunzio Apostolico in Italia, benvenuto a Pompei!

         La ringrazio di cuore per aver accettato l’invito a presiedere la celebrazione della Santa Messa e la recita della Supplica, in questo giorno “solennissimo” che vede raccolti qui migliaia di pellegrini, giunti da tutta Italia e dall’estero, tra cui anche molti arrivati a piedi. Li saluto tutti e li ringrazio per la loro presenza, assieme ai confratelli Vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e alle distinte autorità civili e militari presenti.

Lei, Eccellenza, da circa cinque mesi, rappresenta il Santo Padre presso la nostra nazione italiana, dopo aver svolto il medesimo incarico in Burundi, in diverse nazioni dei Caraibi, in Corea e Mongolia, nei Paesi scandinavi e, fino poco tempo fa, in Argentina.

         Accogliendo Lei accogliamo, dunque, il Papa e ci permettiamo di chiederLe di riferirGli tutto il nostro amore e la nostra gratitudine. Dica a Papa Francesco che i devoti della Madonna di Pompei lo amano e pregano ogni giorno per lui, per il suo Ministero e per tutta la Chiesa e, come Lui stesso ha chiesto esplicitamente più volte, per la Pace, soprattutto nelle nazioni più martoriate da guerre, lotte fratricide, povertà, sfruttamento.

         Proprio alla Pace è dedicato, infatti, questo Santuario, come si legge sulla Monumentale Facciata, eretta nel 1901, con il contributo di fedeli di tutto il mondo.

La nuova città di Pompei, che quest’anno festeggia il 90° anniversario della fondazione, deve la sua origine alla prontezza con la quale Bartolo Longo rispose alla chiamata della Vergine che lo esortava a diffondere il Rosario. Sostenuto dal Vescovo di Nola, Mons. Giuseppe Formisano, e grazie alla collaborazione della Contessa, sua consorte, Marianna De Fusco, egli fondò non solo questo magnifico Santuario ma anche la città che lo circonda e numerose opere di carità, nelle quali, oggi come allora, sono accolti gli ultimi e gli emarginati: ragazzi e ragazze provenienti da contesti sociali difficili, mamme e donne sottratte a situazioni di sfruttamento o violenza, figli e figlie di detenuti, anziani, poveri, ex tossicodipendenti, ragazze madri, diversamente abili, migranti.

Coniugando, dunque, fede e carità, egli diffuse in tutto il mondo la devozione alla Vergine del Santo Rosario di Pompei, la cui icona è cara ai cristiani di ogni nazione, come Lei certamente avrà potuto constatare personalmente nei tanti Paesi dove ha prestato servizio per la Santa Sede. E penso anche al bellissimo Santuario di Buenos Aires, intitolato alla “Nuestra Señora de Pompeya”, che lì avrà sicuramente visitato. Allo stesso tempo, l’Avvocato Bartolo Longo diede una speranza ed un futuro a centinaia di migliaia di persone sole e abbandonate.

È quello che, pur tra le difficoltà che non mancano, cerchiamo di continuare a fare anche noi oggi, in un presente afflitto da problematiche, contrasti, preoccupazioni e nuove povertà.

Sacerdoti, religiose, religiosi e laici, nel proprio impegno quotidiano a favore di questi fratelli e sorelle bisognosi, sono sostenuti dalla preghiera del Santo Rosario, fondamento stesso di questo Santuario e dalla fedeltà al carisma del nostro Fondatore, il Beato Bartolo Longo, che speriamo di vedere presto Santo.

Eccellenza, ancora grazie per la sua presenza! Assicuriamo la nostra preghiera per Lei e per il suo delicato compito al servizio del Papa nella nostra cara nazione italiana.

La Vergine di Pompei la benedica e la protegga sempre!

 

+ Tommaso Caputo

Arcivescovo Prelato e Delegato Pontificio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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