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Migranti una tragedia senza fine

Nel porto di Reggio Calabria sono arrivati con la Guardia Costiera 250 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia. A bordo anche quattro cadaveri. I migranti, tra cui 7 minori e 23 donne di cui una incinta, sono di varie nazionalità. Aperto un fascicolo d'inchiesta sulla morte dei 4 migranti, tre donne ed un uomo: l'uomo è morto per annegamento poco prima che iniziassero le operazioni di soccorso nel canale di Sicilia. Le tre donne, invece, sono morte per le esalazioni di benzina. Sul corpo presentano anche gravi ustioni. La Guardia Costiera ha fatto sapere che ieri sono stati salvati 1.430 migranti. Settecento migranti sono giunti nel porto di Vibo Valentia con Medici senza Frontiere. Tra i migranti ci sono circa 30 bambini e 150 donne, molte delle quali incinte. La maggior parte dei profughi sono famiglie di origine siriana con diversi bambini; il resto provengono da Costa d'Avorio, Mali, Camerun, Nigeria, Sudan, Eritrea, Etiopia, Bangladesh e Pakistan.

Ed emergono altri particolari choc dopo lo sbarco della nave Poseidon, ieri, nel porto di Palermo, con a bordo 571 migranti e 52 cadaveri. I sopravvissuti hanno raccontato che i migranti sarebbero morti per le ferite riportate, dopo essere stati accoltellati e bastonati per impedir loro di uscire, e per le esalazioni dei gas di scarico del motore i migranti deceduti nella stiva del barcone soccorso dal pattugliatore svedese Poseidon, che ieri sera è approdato nel porto di Palermo con a bordo 571 persone e 52 cadaveri. E' quanto emerge dalle testimonianze dei sopravvissuti raccolte da Unhcr e Medici senza frontiere, che hanno fornito assistenza psicologica ai migranti.

Secondo una ricostruzione della Bbc, uno dei barconi aveva a bordo circa 50 persone mentre il secondo, che è affondato molto dopo, trasportava 400 passeggeri. Nel Canale di Sicilia l'incidente con il bilancio più pesante resta quello del 18 aprile scorso: circa 700 le vittime, la strage più grave dal dopoguerra. La Libia, con la sua crisi interna che spacca il paese vari pezzi e favorisce l'infiltrazione dell'Isis, è terra da cui salpano molti barconi allestiti dai trafficanti di esseri umani grazie proprio alla carenza di controlli provocata dall'instabile situazione. Zuwara è notoriamente un punto da cui salpano molti i barconi.

Tre persone sono state arrestate in Ungheria nell'ambito delle indagini sul Tir frigorifero abbandonato in Austria con 71 cadaveri di profughi a bordo, fra cui 8 donne e 4 bambini. I rifugiati, morti per soffocamento, erano presumibilmente siriani. Il camion era di origine slovacca con targa ungherese.

Il ministro dell'Interno dell'Austria, Johanna Mikl-Leitner, chiede all'Ue di istituire subito dei centri di accoglienza sui confini dell'Unione europea "per permettere il trasferimento in sicurezza di profughi nei 28 stati membri". "Questo è adesso il passo più importante", ha detto in una conferenza stampa

La macabra scoperta del tir proprio nel giorno del summit sull'immigrazione a Vienna. Dal vertice "è emersa finalmente una maggiore consapevolezza comune nell'Ue e la necessità che ognuno si assuma la sua responsabilità sull'immigrazione": così il ministro degli Esteri Gentiloni. "Fino a tre mesi fa l'Italia e la Grecia sembravano da sole, purtroppo la durissima realtà, come la tragedia di oggi, ha fatto sì che adesso ci sia un diverso linguaggio".

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha espresso la propria solidarietà, amicizia e vicinanza al cancelliere austriaco Werner Faymann di fronte alla notizia dei morti asfissiati nel camion. "Una morte assurda che sconvolge la coscienza di ognuno di noi e sottolinea una volta di più se ce ne fosse bisogno la centralità e l'urgenza del tema dell'immigrazione in un'Europa dove tornano ad erigersi muri", ha commentato Renzi.

"La Commissione ha presentato la sua Agenda sull'immigrazione a maggio. Alcuni ministri di Stati membri ci criticano per una nostra inattività. Ma sono critiche ingiustificate. La colpa va data agli Stati membri, non alla Commissione". Così il Presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker sull'emergenza dell'immigrazione.

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