L’esperienza del workshop internazionale di progettazione “Un ponte tra le culture: dalla polis alla civitas”, tenutosi a Ragusa dal 16 al 21 giugno scorsi, sbarca all’università La Sorbona di Parigi. I contenuti dell’attività e soprattutto il metodo adottati sono stati illustrati nel prestigioso ateneo francese dal presidente dell’Ordine degli architetti della provincia iblea, Giuseppe Cucuzzella, e dal presidente della Fondazione Arch, Gaetano Manganello, che hanno raccolto con entusiasmo l’invito loro rivolto dalla professoressa Patrizia Ingallina, docente a La Sorbona, che era stata una delle relatrici del workshop. La presentazione è stata inserita nel contesto delle “Journèes de prèrentrée” tenutesi il 18 e il 19 settembre scorsi, aventi per tema: “L’urbanisme: enjeux, acteurs, métiers, projets”. Sono intervenuti numerosi urbanisti che hanno esposto le loro esperienze, tra cui Amine Benaissa che ha presentato il nuovo piano regolatore di Algeri. Hanno illustrato inoltre i contenuti del workshop gli studenti del master di urbanistica, già presenti a Ragusa, Wojciech Szmal e Alice Jaboeuf. “Gli effetti benefici di questo workshop – afferma il presidente Cucuzzella – continuano a farsi sentire a distanza di mesi. Avere l’opportunità di esporre quello che abbiamo voluto fare, non dimenticando la collaborazione che il nostro Ordine ha avviato con il Comune di Ragusa e con la cattedra Dialogo tra le culture della Diocesi di Ragusa, in una Università prestigiosa come quella di Parigi, ci consente davvero di continuare a respirare quel clima di scambio internazionale che in occasione del workshop aveva rappresentato uno degli elementi caratterizzanti”. “L’occasione della presentazione del workshop a La Sorbona è servito, inoltre - afferma Il presidente della Fondazione Arch, Gaetano Manganello – a dare una continuità alle tematiche affrontate, a predisporre ulteriori iniziative che vedranno coinvolte l’ateneo parigino, nell’ambito degli atelier internazionali che sviluppa ogni anno. Ringraziamo la professoressa Ingallina per questa speciale opportunità che ci ha dato e per il supporto e la collaborazione intrapresa tra la sua cattedra e la fondazione Arch. E’ stato un modo per esportare, nel contesto di una vetrina senza dubbio internazionale e di grande respiro, quello che proponiamo in una realtà come Ragusa”. La fase finale del workshop, a giugno, fu caratterizzata dalla premiazione di tutti e cinque i progetti in lizza che, per varie motivazioni, avevano affrontato al meglio i temi proposti nel corso dei sopralluoghi effettuati nelle aree individuate del centro storico superiore di Ragusa. Dalla riqualificazione dell’asse del centro storico che, partendo dalla rotonda Maria Occhipinti, passa per via Roma sino al ponte che conduce a piazza Libertà; al recupero del giardino del Vescovado, con la creazione di un orto botanico, provvisto di erbe medicinali, aperto al pubblico per diventare un luogo di integrazione considerato che in centro storico sono presenti le rappresentanze di diverse culture. Dal teatro della Concordia, con l’ipotesi di concretizzare un luogo teatrale polivalente, flessibile e aperto che comprende l’intero isolato e i locali dell’ex tribunale; alla riqualificazione delle case di Carmine-Putie attraverso l’integrazione delle latomie esistenti nella zona sottostante con la creazione di pubblici esercizi, soprattutto ristoranti, che guardano sulla vallata Santa Domenica e che darebbero la possibilità di garantire un posizionamento ottimale delle costruzioni realizzate nella zona; e, ancora, al recupero del palazzo ex Ina di cui è stata ipotizzata la riconversione in centro culturale con due ampie sale al piano terra, con la stessa pavimentazione di piazza San Giovanni, con una biblioteca al primo piano e la creazione di un giardino d’inverno.