Per gli imprenditori piccoli e grandi, in particolare, del Mezzogiorno, c’è lo scontro con la burocrazia, spesso “cieca” e “sorda” fatta di troppi piccoli pezzi lontani tra di loro. In mezzo a tutti questi procedimenti burocratici è normale che un addetto a tali pratiche sia meno solerte di quanto non ci si aspetti, con il rischio che si blocchi la procedura della pratica, in corso di svolgimento. Pertanto, -tra burocrazia, norme interpretabili e incerte, leggi sovrapposte e duplicate,- nel pensiero dell’imprenditore nasce, spontanea, l’incertezza di aver fatto la cosa giusta. E adesso ci chiediamo: come uscire da questo pantano burocratico? E’ necessario che le amministrazioni pubbliche, esercitando i loro poteri organizzativi, puntino ad una riduzione della burocrazia, agevolando, così, le iniziative imprenditoriali del Sud. Ancora, gli imprenditori del Mezzogiorno, a nostro modesto avviso, devono puntare tutti, per diventare “ pilastri” di sviluppo, sull’alta formazione: ci sono, già, sul territorio meridionale, aziende che operano nel settore turistico e in altri settori che sono, altamente qualificate, per aver attinto dalle Università, personale qualificato. Questo, per entrare in una realtà unica che unisce le opportunità del fare azienda con il turismo, sfruttando le bellezze naturali del mare e della costa. In tal senso, ad esempio, la Puglia e il Salento hanno una storia di successo paesaggistico, scritta da tanti imprenditori lungimiranti, con un brand di qualità riconosciuto, in Italia e all’estero, favorendo la destagionalizzazione tanto desiderata. E dulcis in fundo, diciamo che bisogna valorizzare il territorio meridionale interno e, con esso, un ricco patrimonio di storia, cultura e gastronomia capace di generare un percorso autosostenibile e molto durevole, nel tempo.
