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Una collezione unica, originale di vere e proprie opere d'arte provenienti dal Palazzo Marinozzi di Montecosaro (Macerata) e per la prima volta esposta a Taormina, al Palazzo del Cinema, inaugurata il 30 giugno resterà aperta sino il primo ottobre. La mostra "Disegnatori di sogni", organizzata da Taormina Arte in collaborazione con il Museo del cinema a pennello di Montecosaro e curata da Ninni Panzera e Paolo Marinozzi sta ottenendo un grande riscontro di visitatori. La mostra racconta il cinema  attraverso i bozzetti dei manifesti di oltre cento anni di storia del cinema italiano e internazionale. Dipinti rari, vere e proprie opere d’arte, realizzati dai maggiori disegnatori, tra cui: Ballester, Capitani, Martinati, Brini e De Seta ma anche dei loro eredi naturali Ciriello, Cesselon, Nano, Manno, Geleng, Avelli, Iaia, Nistri e Mos.  L'unico museo di bozzetti al mondo che si trasferisce in parte a Taormina, al Palazzo del Cinema, con le sue fantastiche immagini di manifesti di film, per accompagnare il visitatore occasionale o il turista, in un viaggio cinematografico indimenticabile. Un patrimonio di inestimabile valore culturale che raccoglie i quadri e i disegni realizzati a mano prima della stampa della locandina vera e propria in occasione dell’uscita di un film, Ben Hur, I vitelloni, La grande guerra, Colazione da Tiffany, I soliti ignoti, Sedotta e abbandonata, Poveri ma belli, C'era una volta il West, Per un pugno di dollari, La dolce vita e tanti altriSe sono in molti a conoscere il titolo, il regista, l'attore o attrice protagonista, pochi sono invece in grado di identificare gli autori della grafica pubblicitaria. A loro è dedicata questa mostra che con la loro bravura evocativa hanno contribuito a creare la grande magia del cinema.  Due sezioni special in esclusiva per la mostra a Taormina saranno dedicate alla filmografia in Sicilia con i bozzetti dei manifesti di Il Gattopardo, Il giorno della civetta, A ciascuno il suo, Il bell'Antonio, Cavalleria rusticana, ed una dedicata ai film vincitori dei Nastri d’Argento. “Un'occasione straordinaria per tutti coloro che amano l’arte o che semplicemente sono curiosi di vedere i capolavori dipinti per i film che hanno segnato in qualche modo la loro vita” ha dichiarato l’Assessore al Turismo della Regione Siciliana Anthony Barbagallo che ha sostenuto il progetto fin dall’inizio, ribadendo il valore che la mostra assume anche per il turismo culturale.

Il progetto è sostenuto dall’Assessorato Regionale Turismo, dal Ministero per la Coesione Territoriale, da Sensi contemporanei, dalla Sicilia Film Commission e dai Comuni di Taormina e Messina e la Città Metropolitana di Messina e si avvale della collaborazione del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici italiani.

Si è conclusa, dopo cinque mesi di intensa attività, la prima parte del laboratorio teatrale riservato ai detenuti di Alta Sicurezza della Casa Circondariale di Messina.

Il laboratorio al quale hanno partecipato una decina di detenuti è stato tenuto dalla Compagnia del “Piccolo Teatro Blu” degli attori Cristina Capodicasa, Gerardo Fiorenzano e Giuseppe Capodicasa, e promosso dal Centro Prima Accoglienza Savio. E’ il secondo anno che il Cepas porta il Teatro in carcere, grazie a questa Compagnia. 

Da parte degli ospiti dell’Istituto di Pena c’è stata, anche questa volta, un’adesione compatta e convinta. La recitazione è stata, per gli aspiranti attori, un momento formativo, educativo, culturale e di crescita in senso lato.

Il far parte (anche se tra le sbarre) di una mini compagnia teatrale ha significato per i partecipanti al corso impegno, disciplina, cura di se, aspetti relazionali e riscatto personale. Gli aspiranti attori hanno così provato sentimenti ed emozioni che all’interno di un carcere ognuno sente moltiplicati al cubo.

Peppe, Antonio Luciano, Vito, Teodoro e tutti gli altri hanno potuto dimenticare in quelle ore d’incontro fatte di passione, entusiasmo e coinvolgimento, i loro pur grandi problemi e hanno potuto superare, grazie alla recitazione, anche le “crisi” della loro vita di reclusi volando così con pensieri e spirito oltre le sbarre.

Parallelamente a questo laboratorio si è concluso anche un altro “Progetto sulla Genitorialità” promosso dal Centro prima accoglienza Savio. Questa iniziativa è stata seguita dalla professoressa Lalla Lombardi, vicepresidente Cepas e dalla pedagogista Rosa Maria Guarino. L’obiettivo di questo progetto sulla Genitorialità è stato quello di cercare di rinsaldare i legami familiari puntando sull’importanza della funzione paterna messa in discussione dalla “assenza” dovuto alla reclusione.

Si è lavorato per alcuni mesi attraverso gruppi di parola e autoaiuto, test psicologici, tecniche di rilassamento e respirazione per allentare le normali tensioni e giochi di ruolo (role play). 

Ogni partecipante ha potuto trovare un sostegno, un parametro di confronto e di aiuto nell’altro. Momenti, quindi, di grande condivisone che hanno generato emozioni e fatto scoprire incertezze e difficoltà nel rapporto con gli altri e soprattutto con i familiari. Tutto questo nella consapevolezza consapevolezza che un padre, per quanto possa avere sbagliato, niente e nessuno potrà sostituirlo.

Queste due iniziative, non prive di difficoltà, sono state seguite e incoraggiate dal presidente del Cepas, don Umberto Romeo e dal presidente del Tribunale di Sorveglianza, dott. Nicola Mazzamuto. Importante è stata l’attenzione del direttore dell’Istituto di pena dott. Calogero Tessitore e della dott. Antonella Machì, comandante della Polizia Penitenziaria. Ai corsisti sono stati donati un attestato di partecipazione e un libro di racconti da consegnare ai figli.

Si è svolta ieri presso il Palazzo della Cultura di Messina, l’Assemblea Regionale unitaria di Azione Nazionale e La Destra, propedeutica alla nascita del nuovo movimento della Destra italiana che si celebrerà a Roma sabato 18 e domenica 19 p.v.

L’assise regionale, importante tappa intermedia per costruire anche in Italia quel “sovranismo nazionale” che rappresenti la risposta al fallimento della tecnocrazia Europea ed alla crisi causata dalla globalizzazione, è stata presieduta da: l’On. Gianni Alemanno, fondatore di Azione Nazionale; l’On. Francesco Storace, Segretario Nazionale de La Destra; l’On. Roberto Menia, fondatore di Azione Nazionale e dai coordinatori regionali dei due movimenti Dott. Antonio Triolo (Azione Nazionale) e Dott. Silvano Arbuse (La Destra).

Ha coordinato i lavori l’Avv. Piero Adamo, Consigliere Comunale di Messina e Consigliere Nazionale ANCI.

All’incontro – raccogliendo l’invito – ha preso parte una delegazione messinese di “Fratelli d’Italia”, del movimento “Noi con Salvini” e del movimento #diventeràbellissima, nonché dirigenti politici de Azione Nazionale e La Destra provenienti da tutte le Città della Sicilia.

Presente anche una delegazione di esuli di Istria Fiume e Dalmazia che ha salutato affettuosamente la presenza in Sicilia dell’On. Roberto Menia, promotore della legge 92/04 istitutiva della Giornata del Ricordo dei Martiri delle Foibe e degli Esuli di Istria, Fiume e Dalmazia”.

Il progetto condiviso dai due movimenti è quello di creare una “casa comune” della Destra, con l’ulteriore e più importante obiettivo di contribuire alla nascita di quel polo identitario e sovranista capace di rappresentare una seria alternativa di Governo, per dare una risposta concreta ai bisogni della Nazione e al ceto medio piegato dalla crisi.

"Per la prima volta a Destra realizziamo una fusione e non una scissione – hanno dichiarato all’unisono Alemanno e Storace – Il nostro è un appello alle forze politiche sovraniste, a cominciare dalla Lega e da Fratelli d’Italia, per creare insieme un polo unitario, inclusivo e pluralista che sia alternativo alla sinistra del PD ed alla demagogia del M5S. In questo processo di unificazione i nostri due movimenti portano le istanze tipiche della Destra italiana: il Presidente della Repubblica eletto dal popolo per rappresentare il vertice della sovranità nazionale; la solidarietà sociale; l’ordine nella libertà; la giustizia e la legalità; l’umanesimo del lavoro; la difesa dei redditi popolari e del ceto medio; il riscatto del Sud come elemento indispensabile dell’unità nazionale; la difesa della famiglia e del diritto alla vita.

Oggi il polo sovranista si deve organizzare come una Federazione di sigle diverse. Domani potrà essere la base per un nuovo partito unitario.

Lo strumento da prediligere per questo processo di aggregazione e collaborazione – concludono Alemanno e Storace – è quello delle “primarie” per creare una vera partecipazione popolare ed offrire nei territori la migliore classe dirigente.

L’obiettivo è costruire un movimento radicato nel territorio, caratterizzato dalla partecipazione dal basso e dalla trasparenza organizzativa e decisionale, fondato sulla collaborazione tra le diverse generazioni e anime, senza verticismi, cerchi magici e settarismi.

In particolare, fra gli altri, si sono registrati gli interventi di: On. Livio Marrocco (già deputato regionale nella scorsa Legislatura – Trapani); Avv. Pippo Trischitta (Capogruppo Forza Italia al Comune di Messina e storico esponente della Destra messinese); Sen. Domenico Nania; Dott. Giorgio Fleres (già assessore provinciale di Messina); Dott. Daniele Travisano (giovane Consigliere di Quartiere), Dott. Alessandro Nania e Dott.ssa Melangela Scolaro (Consiglieri Comunali di Barcellona P.G.); Avv. Ciccio Rizzo (fondatore de Vento dello Stretto e candidato alle elezioni amministrative di Lipari); Avv. Aldo Ganci, Avv. Valentino Colosi, Prof. Pippo Salvo, Dott. Gigi Vasi, Dott. Filippo Villari, Prof. Diego Celi, Dott. Dino Melluso, Dott. Franco Tiano, Prof. Giacomo Dugo.

Il Congresso fondativo che si terrà a Roma il 18 e 19 p.v. è aperto ad associazioni, movimenti e liste civiche che saranno coinvolti – in un processo di totale partecipazione -negli organismi del nuovo Movimento.

Al termine dell’incontro sono stati eletti i delegati siciliani che parteciperanno al congresso di Roma.

Il nome e il simbolo del Movimento che nascerà dalla fusione di Azione Nazionale, La Destra e delle altre sigle, sarà approvato al Congresso Nazionale dopo un sondaggio via web, all’indirizzo creailtuomovimento.it, aperto a tutto il popolo della destra italiana.

L'incresciosa vicenda della chiusura della casa di riposo comunale di Taormina, “Carlo Zuccaro” ha del clamoroso e dell'incredibile; non si capisce come si possa arrivare al punto di chiuderla e mettere 28 anziani in strada. Tutto si è deciso in questi primi giorni dell'anno.

La regione Siciliana (assessorato alla famiglia) dopo un sopralluogo dell'Asp, ha disposto la cancellazione immediata dall'albo regionale dei centri autorizzati. Tuttavia le avvisaglie della chiusura c'erano già dalla fine di novembre.

La casa di riposo è del Comune di Taormina, che ha dato in gestione all'”Associazione Istituto S.Alessio”, che da tempo aveva avvisato il Comune  sull'umidità le infiltrazioni d'acqua in diversi ambienti e della mancanza di energia elettrica. Addirittura l'ente era costretto ad utilizzare il gruppo elettrogeno per 24 ore al giorno, con aggravio di spese e costante ansia per un imminente eventuale guasto dovuto ad eccessivo utilizzo e per la salute degli utenti, visto il freddo di questo periodo. Tutto questo, secondo il presidente dell'associazione,“nella totale indifferenza del Comune”.“Siamo stati lasciati da soli - afferma il presidente dell'associazione - e ci siamo dovuti occupare degli anziani sostituendoci in tante cose a quanto avrebbe dovuto fare il Comune. Abbiamo fatto il massimo per tenere aperta questa struttura e per stare vicini agli anziani. Purtroppo il sopralluogo Asp ha riscontrato le evidenti problematiche in atto, non riconducibili a nostre mancanze”.

Intanto da parte del Comune, il vice sindaco risponde di aver fatto tutto il possibile, facendo intervenire l'Ufficio Tecnico per risolvere gli inconvenienti. Ma nello stesso tempo però si rende conto della gravità, della chiusura,“Certamente c’è tanta amarezza per come sono andate le cose in questo istituto che, da parte nostra, abbiamo cercato di difendere anche quando era facile prevederne la chiusura. Abbiamo adottato tutti gli strumenti possibili a tutela dei ricoverati, cercando di tamponare le molteplici criticità. Non abbiamo mai abbandonato questa struttura. Ci sarà adesso un prevedibile rimpallo di competenze e saranno i legali a far luce sulla vicenda sulle situazioni specifiche”.

Comunque sia, la deportazione e l'esilio da Taormina dei poveri anziani è già iniziata, naturalmente con tutte le tragiche conseguenze psicologiche che ne seguiranno per l'abbandono delle abitudini e della casa.

Al di là delle colpe e delle responsabilità, la chiusura della casa di riposo non è un bel biglietto da visita per la “Perla dello Jonio”. A questo proposito Emanuele Cammaroto di TaorminaToday, scrive“Nell’anno del G7, mentre comincia il conto alla rovescia verso i cantieri, all’alba dell’evento che metterà Taormina al centro del mondo, è arrivata una notizia che macchia quella ribalta col senso della mortificazione di un’intera comunità e si porta appresso un carico di evidente amarezza collettiva”.

Tra l'altro il redattore del blog taorminese, suggerisce una soluzione per i 28 vecchietti che consiste nel chiamare le Suore Francescane e chiedere la struttura di via Bagnoli Croce/via Pirandello per mettere lì gli anziani. Questa soluzione permetterebbe di rimanere nella città e soprattutto eviterebbe agli anziani di essere trattati come “pacchi postali” da inviare in altre strutture. Secondo Cammaroto, “proprio lì, dalle Suore, una struttura di ricovero e assistenza per anziani esisteva e funzionava perfettamente sino a qualche anno fa. Le Suore avevano reso il più antico convento francescano di Taormina una vera oasi di pace per i vecchietti, e con quella iniziativa portavano avanti al meglio la loro missione di bontà, di pace e di amore, come San Francesco d’Assisi insegnò”. Personalmente ho un ricordo positivo di quel centro per anziani, gestito dalle suore, infatti, quando insegnavo alla scuola Primaria di Mazzeo (Frazione del Comune di Taormina), lo visitammo con gli alunni e fu un'esperienza estremamente positiva.

Tuttavia, la chiusura della casa di riposo taorminese, ci spinge a fare delle riflessioni più ampie sullo stato di salute della nostra società. Mi avvalgo di una raccolta di  discorsi di Papa Francesco, curati da Giuliano Vigini, “Francesco. Cari genitori, cari bambini” , pubblicato da Mondadori, (2015).

Il Papa è convinto che oggi la nostra società fondata sull'efficienza, ignori gli anziani;  già Benedetto XVI, il suo predecessore, durante una visita ad una casa per anziani, disse:“la qualità di una società, vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune” (12 novembre 2012). E' vero, l'attenzione per gli anziani fa la differenza di una civiltà. Papa Francesco si interroga, o meglio, ci interroga:“nella nostra società c'è attenzione per l'anziano?”. Forse. Pertanto, secondo il Papa:“in una civiltà in cui non c'è posto per gli anziani o sono scartati perché creano problemi, questa società porta con sé il virus della morte”.

La nostra civiltà ormai sta invecchiando e quindi sta morendo. I figli diminuiscono, i vecchi aumentano. E' una situazione che ormai caratterizza la società occidentale e questo per Papa Francesco è una grande sfida. Da tempo i demografi, gli studiosi di economia ci mettono in guardia sulla denatalità, sull'inverno demografico del nostro Paese, che sta diventando sempre più vecchio. Le conseguenze sono molto gravi. Muoiono le persone, ma possono morire anche le nazioni, le civiltà. Lo scrive bene in un interessantissimo libro uno storico francese, Michel De Jaeghere, “Gli ultimi giorni. La caduta dell'impero romano”, purtroppo non è stato ancora pubblicato in Italia. Lo storico francese sostiene che l'impero romano è crollato, si è suicidato, soprattutto perchè non faceva più figli ed era talmente invecchiato che ha dovuto subire invasioni su invasioni. Il testo forse potrebbe dare una scossa alla nostra civiltà morente, magari per non ripetere gli errori degli antichi romani.

Ritornando a papa Francesco; il Papa riscontra nel nostro mondo una diffusa cultura del profitto, che“insiste nel far apparire i vecchi come un peso, una 'zavorra'. Non solo non producono, pensa, questa cultura, ma sono un onere: insomma, qual è il risultato di pensare così? Vanno scartati”. E questo è peccato, è vile questa abitudine alla cultura dello scarto. Invece gli anziani dovrebbero rappresentare “la riserva sapienziale del nostro popolo!”. Il Papa è molto severo nei confronti di tutti quei figli che non vanno a visitare i propri genitori, che fanno passare molto tempo dall'ultima visita.“Questo si chiama peccato mortale, capito?”.

Il Papa insiste sul bagaglio di sapienza, che appartiene agli anziani.”Gli anziani sono uomini e donne, padri e madri che sono stati prima di noi sulla stessa strada, nella nostra stessa casa, nella nostra quotidiana battaglia per una vita degna[...]”Attenzione, “L'anziano non è un alieno. L'anziano siamo noi: fra poco, fra molto, inevitabilmente comunque, anche se non ci pensiamo”. Pertanto, “se noi non impariamo a trattare bene gli anziani, così tratteranno noi”.

Papa Francesco ricorda le pagine belle e commoventi del Vangelo, degli anziani Anna e Simeone, che aspettavano da lunghi anni, ogni giorno la venuta di Dio con grande fedeltà. Il peso dell'età sparì, quando riconobbero il Bambino. Il Papa invita i nonni di oggi a mettersi sulla scia di questi vecchi straordinari. Papa Francesco ci invita a guardare a Benedetto XVI, che ha scelto di passare nella preghiera e nell'ascolto di Dio l'ultimo tratto della sua vita. Infine il papa auspica “una Chiesa che sfida la cultura dello scarto con la gioia traboccante di un nuovo abbraccio tra i giovani e gli anziani!”. Papa Francesco ci ricorda: “I bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini perchè porteranno avanti la storia, gli anziani perchè trasmettono l'esperienza e la saggezza della loro vita”. E' un rapporto, un dialogo tra generazioni,“è un tesoro da conservare e alimentare!”

La Basilica Santuario S. Antonio dei Padri Rogazionisti di Messina, ha ospitato il concerto di beneficenza che ha visto protagonisti gli studenti della scuola media “Gaetano Martino” di Messina. L’evento, curato dalla Gea Universitas (Associazione di giovani universitari che si occupa di volontariato, scambi culturali e iniziative a favore dei bambini), è stato organizzato in favore della Casa famiglia “La Glicine” di CIRS Onlus di Messina. 

Dopo il saluto di Andrea Celi, Presidente dell’Associazione Gea Universitas, il concerto si è aperto con l’esibizione del Piccolo Coro G. Martino, diretto dalla Prof.ssa Maria Intelisano, che ha eseguito alcuni brani natalizi secondo un modello canoro ben strutturato che ha alternato voci soliste e doppi cori all’ensamble corale, formata dagli studenti delle classi quarte e quinte elementari e dai ragazzi della prima media dell’Istituto.

Il Piccolo Coro G. Martino, un nuovissimo progetto di continuità didattica appena avviato all’interno dell’Istituto Comprensivo di Tremestieri, ha dimostrato precisione e compattezza corale e vocale, riscontrando il favore del pubblico presente che ha applaudito entusiasta all’esibizione.

A seguire l’esibizione dei ragazzi della scuola media, affiancati dal Coro dei Docenti, con il supporto di una piccola ensemble strumentale (xilofono, campane tubolari e flautini ad uso didattico), guidati dalla Prof.ssa Rosalba Longo. Alla tastiera l’accompagnamento pianistico della Prof.ssa Grazia Maria Spuria. L’esibizione, sotto forma di racconto di Natale, ha alternato momenti di recitazione ai brani corali, riscuotendo anch’essa il favore del pubblico.

Soddisfatta la Dirigente dell’Istituto Comprensivo Tremestieri di Messina, dott.ssa Giuseppina Broccio, che al termine del concerto ha espresso grande entusiasmo per le nuove iniziative musicali intraprese all’interno dell’Istituto. Presente anche la vice preside, Prof.ssa Maria Concetta Totaro, che si è congratulata con gli studenti e con i Docenti dell’Istituto. L’evento si è concluso con il sentito ringraziamento da parte della Dott.ssa Patrizia Raciti, direttrice della casa Famiglia La Glicine di Messina, struttura verso cui sono state devolute le libere offerte raccolte durante il concerto. 

 

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