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Silvia Romano è tornata a casa

Dobbiamo essere contenti per una nostra connazionale che rientra a casa, però adesso lo Stato italiano deve dimostrare che sarà implacabile con suoi sequestratori". Lo ha detto il leader dei Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, commentando la liberazione di Silvia Romano in collegamento con Aria Pulita su 7 Gold. "Noi - ha detto Meloni - non possiamo in alcun modo correre il rischio che si possa ritenere in giro per il mondo che rapire un italiano può essere remunerativo".

Non possiamo che essere felici che una cittadina italiana sia stata liberata dai cittadini italiani. Mi lasciano perplesse le modalità: la riflessione per la quale l'Italia paga sempre chi sequestra un italiano rischia di avere un rovescio della medaglia, cioè che gli italiani siano considerati dai terroristi islamici soggetti utili a garantire approvvigionamenti economici". Lo ha detto il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, intervenendo a Radio Capital sulla liberazione di Silvia Romano.

"Sono sicuro che i servizi segreti lavoreranno con la massima cautela, ma bisogna stare attenti, perché si rischia di avere un ritorno controproducente, invece che utile a tutelare gli italiani nel mondo", ha aggiunto.

Sulla conversione all'Islam della cooperante milanese, Fedriga ha precisato di "non entrare nel merito delle scelte personali. Penso che le scelte che ha compiuto, lei ha detto liberamente, sono sicuramente condizionate da uno stato di prigionia di 18 mesi, non stiamo parlando di una persona che ha scelto la sua strada facendo una vita normale. Bisogna avere il massimo rispetto di queste situazioni, si tratta anche di condizionamenti molto pesanti, indipendentemente, ripeto, se siano liberi o no, ma non sono in grado di dirlo e credo che nessuno sia in grado di dirlo".

Il sindaco di Ovindoli Simone Angelosante, nonché consigliere regionale della Lega in Regione Abruzzo, che conferma di aver postato su facebook il meme del Pd con il viso sorridente di Silvia Romano e il suo commento: "Avete mai sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?". "Non mi sembra di aver detto niente di negativo - prosegue il consigliere regionale leghista - ho solo riportato un dato storico e oltre tutto non ho fatto nessun nome della ragazza. Ma comunque è una idea che gira sulle radio nazionali", conclude.

Silvia Romano ora è un’islamica. Il suo percorso di conversione, come lei stessa ha raccontato, non è avvenuto sotto costrizione. A metà della sua prigionia ha chiesto un Corano e da lì avrebbe iniziato un percorso di fede che l’ha portata a credere in Allah e nel suo profeta, Maometto

A confermare l'avvenuta conversione della cooperante, che si sarebbe concretizzata durante la sua lunga prigionia in Somalia, nelle mani del gruppo fondamentalista di al Shabaab, secondo quanto riportato da Open sarebbe stata proprio lei: "Sono felicissima, grazie. Sto bene fisicamente e mentalmente. Sono stata forte. Grazie alle istituzioni. Ora voglio stare con la mia famiglia. È vero, mi sono convertita all'Islam. Ma è stata una mia libera scelta, non c'è stata nessuna costrizione da parte dei rapitori, che mi hanno trattato sempre con umanità. Non è vero, invece, che sono stata costretta a sposarmi, non ho avuto costrizioni fisiche, né violenze". Nei mesi scorsi si erano diffuse indiscrezioni, sempre smentite dai servizi segreti italiani, sul fatto che la ragazza avesse sposato uno dei suoi carcerieri, con rito islamico


E' un "jilbab" l'abito con cui Silvia Romano è scesa dall'aereo all'aeroporto militare di Ciampino dopo 18 mesi dal suo rapimento in Kenya. Una copertura tradizionale che non ha un forte connotato religioso sebbene sia comune in ambienti dell'Africa orientale dove è diffusa la fede islamica. "Quell'abito si chiama jilbab", ha notato Freddie del Curatolo, direttore di malindikenya.net, "il portale degli italiani in Kenya". "Non è un abito religioso ma chiaramente è indossato da donne islamiche", ha aggiunto. "E' un abito più da passeggio.

Lo usano molto le tribù al confine tra Kenya e Somalia come gli Orma e i Bravani", ha aggiunto il giornalista da 15 anni nel Paese africano. L'abito è verde, colore che solo in maniera controversa simboleggia l'Islam apparendo ad esempio sulle bandiere di Arabia Saudita, Algeria, Pakistan e della stessa Lega araba. Il colore del Profeta era infatti il nero, come mutuato da Daesh (l'Isis) e il verde è solo un fatto culturale che indica quello che gli arabi del deserto non avevano: la verzura (nel Corano si parla del Paradiso come, verde anzi verdissimo).

Ma secondo il quotidiano il giornale, dalle pieghe del suo racconto emerge anche un altro aspetto. Dopo la conversione, la Romano avrebbe anche cambiato nome. Non è più Silvia, adesso si chiama “Aisha”. Sarebbe questo il nome islamico che la ragazza ha scelto durante la sua prigionia e che ha rivendicato una volta tornata a casa, nel suo Paese. Ma perché ha scelto proprio il nome Aisha? Cosa significa nell’islam? Il nome è un omaggio ad Aisha bint Abi Bakr, figlia di Abu Bakr, primo califfo dell’islam. Ma Aisha è stata anche la più importante delle spose di Maometto. Secondo quanto riportato dal testo islamico, Aisha sposò Maometto per superare il lutto della amata moglie Khadija nel 619.

In arabo il nome di Aisha significa “Madre dei credenti”. E dopo la morte di Maometto, la donna divenne un punto di riferimento importante per tutto il mondo islamico. Quanto appreso da Mametto lo confidò al nipote Urwa ibn al-Zubayr. Insomma la scelta di Silvia Romano di farsi chiamare Aisha ha di certo un significato profondo che di fatto spiega anche il percorso di conversione affrontato durante la prigionia in Somalia.

Silvia Romano è stata liberata anche con il contributo dei servizi segreti turchi che sono “presenti in quell’area” ha riferito la viceministro agli Esteri Marina Sereni intervenendo a Omnibus. Gli 007 turchi sono stati determinanti “per identificare il luogo e agire al momento giusto” ha riferito Sereni.

Silvia Romano sta bene, anche la viceministro rassicura e la giovane cooperante rapita in Kenya il 20 novembre del 2018 dal villaggio di Chakama, e arrivata alle ore 14.00 a Ciampino con un volo speciale partito da Mogadiscio, dove la ragazza è stata condotta dopo la liberazione presso il compound delle forze internazionali di istanza nella capitale somala.

Da Ciampino, Silvia Romano sarebbe stata accompagnata in una caserma dei carabinieri del Ros per essere ascoltata dal pubblico ministero della procura di Roma, Sergio Colaiocco, e dagli ufficiali dell'antiterrorismo dei carabinieri che, in questi mesi, hanno indagato sul suo sequestro in Kenya, avvenuto il 20 novembre 2018, in un villaggio a 80 chilometri da Malindi. Fonti somale, contattate e citate da Adnkronos, la avrebbero confermato la conversione della volontaria, riferendo che potrebbe essere questa la ragione della "prudenza" usata dalla giovane nel rispondere alle domande degli investigatori locali al momento della liberazione, tutte circostanze da prendere con la dovuta cautela e che, infatti, dovranno trovare riscontro nell'interrogatorio della ragazza da parte proprio dei pm romani. La giovane dovrebbe fare rientro a Milano nelle prossime ore.

Silvia Romano aveva fatto sapere di stare bene e di essere stata forte durante la prigionia. 18 mesi inghiottiti nel nulla al confine tra il Kenya e la Somalia. Sparita dal povero villaggio di Chakama dove prestava servizio come volontaria, è stata a lungo ricercata nelle foreste del vicino parco nazionale di Tsavo ma senza successo.
Negli ultimi mesi era calato un certo riservato silenzio sulla vicenda, che ha portato alla sua liberazione a oltre mille chilometri dal luogo del rapimento.

Ieri il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato la liberazione di Silvia su Twitter. "Silvia Romano è stata liberata! Ringrazio le donne e gli uomini dei servizi di intelligence esterna. Silvia, ti aspettiamo in Italia!", ha scritto Conte.
 
 
 
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