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Taormina, guai ad abbandonare gli anziani

L'incresciosa vicenda della chiusura della casa di riposo comunale di Taormina, “Carlo Zuccaro” ha del clamoroso e dell'incredibile; non si capisce come si possa arrivare al punto di chiuderla e mettere 28 anziani in strada. Tutto si è deciso in questi primi giorni dell'anno.

La regione Siciliana (assessorato alla famiglia) dopo un sopralluogo dell'Asp, ha disposto la cancellazione immediata dall'albo regionale dei centri autorizzati. Tuttavia le avvisaglie della chiusura c'erano già dalla fine di novembre.

La casa di riposo è del Comune di Taormina, che ha dato in gestione all'”Associazione Istituto S.Alessio”, che da tempo aveva avvisato il Comune  sull'umidità le infiltrazioni d'acqua in diversi ambienti e della mancanza di energia elettrica. Addirittura l'ente era costretto ad utilizzare il gruppo elettrogeno per 24 ore al giorno, con aggravio di spese e costante ansia per un imminente eventuale guasto dovuto ad eccessivo utilizzo e per la salute degli utenti, visto il freddo di questo periodo. Tutto questo, secondo il presidente dell'associazione,“nella totale indifferenza del Comune”.“Siamo stati lasciati da soli - afferma il presidente dell'associazione - e ci siamo dovuti occupare degli anziani sostituendoci in tante cose a quanto avrebbe dovuto fare il Comune. Abbiamo fatto il massimo per tenere aperta questa struttura e per stare vicini agli anziani. Purtroppo il sopralluogo Asp ha riscontrato le evidenti problematiche in atto, non riconducibili a nostre mancanze”.

Intanto da parte del Comune, il vice sindaco risponde di aver fatto tutto il possibile, facendo intervenire l'Ufficio Tecnico per risolvere gli inconvenienti. Ma nello stesso tempo però si rende conto della gravità, della chiusura,“Certamente c’è tanta amarezza per come sono andate le cose in questo istituto che, da parte nostra, abbiamo cercato di difendere anche quando era facile prevederne la chiusura. Abbiamo adottato tutti gli strumenti possibili a tutela dei ricoverati, cercando di tamponare le molteplici criticità. Non abbiamo mai abbandonato questa struttura. Ci sarà adesso un prevedibile rimpallo di competenze e saranno i legali a far luce sulla vicenda sulle situazioni specifiche”.

Comunque sia, la deportazione e l'esilio da Taormina dei poveri anziani è già iniziata, naturalmente con tutte le tragiche conseguenze psicologiche che ne seguiranno per l'abbandono delle abitudini e della casa.

Al di là delle colpe e delle responsabilità, la chiusura della casa di riposo non è un bel biglietto da visita per la “Perla dello Jonio”. A questo proposito Emanuele Cammaroto di TaorminaToday, scrive“Nell’anno del G7, mentre comincia il conto alla rovescia verso i cantieri, all’alba dell’evento che metterà Taormina al centro del mondo, è arrivata una notizia che macchia quella ribalta col senso della mortificazione di un’intera comunità e si porta appresso un carico di evidente amarezza collettiva”.

Tra l'altro il redattore del blog taorminese, suggerisce una soluzione per i 28 vecchietti che consiste nel chiamare le Suore Francescane e chiedere la struttura di via Bagnoli Croce/via Pirandello per mettere lì gli anziani. Questa soluzione permetterebbe di rimanere nella città e soprattutto eviterebbe agli anziani di essere trattati come “pacchi postali” da inviare in altre strutture. Secondo Cammaroto, “proprio lì, dalle Suore, una struttura di ricovero e assistenza per anziani esisteva e funzionava perfettamente sino a qualche anno fa. Le Suore avevano reso il più antico convento francescano di Taormina una vera oasi di pace per i vecchietti, e con quella iniziativa portavano avanti al meglio la loro missione di bontà, di pace e di amore, come San Francesco d’Assisi insegnò”. Personalmente ho un ricordo positivo di quel centro per anziani, gestito dalle suore, infatti, quando insegnavo alla scuola Primaria di Mazzeo (Frazione del Comune di Taormina), lo visitammo con gli alunni e fu un'esperienza estremamente positiva.

Tuttavia, la chiusura della casa di riposo taorminese, ci spinge a fare delle riflessioni più ampie sullo stato di salute della nostra società. Mi avvalgo di una raccolta di  discorsi di Papa Francesco, curati da Giuliano Vigini, “Francesco. Cari genitori, cari bambini” , pubblicato da Mondadori, (2015).

Il Papa è convinto che oggi la nostra società fondata sull'efficienza, ignori gli anziani;  già Benedetto XVI, il suo predecessore, durante una visita ad una casa per anziani, disse:“la qualità di una società, vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune” (12 novembre 2012). E' vero, l'attenzione per gli anziani fa la differenza di una civiltà. Papa Francesco si interroga, o meglio, ci interroga:“nella nostra società c'è attenzione per l'anziano?”. Forse. Pertanto, secondo il Papa:“in una civiltà in cui non c'è posto per gli anziani o sono scartati perché creano problemi, questa società porta con sé il virus della morte”.

La nostra civiltà ormai sta invecchiando e quindi sta morendo. I figli diminuiscono, i vecchi aumentano. E' una situazione che ormai caratterizza la società occidentale e questo per Papa Francesco è una grande sfida. Da tempo i demografi, gli studiosi di economia ci mettono in guardia sulla denatalità, sull'inverno demografico del nostro Paese, che sta diventando sempre più vecchio. Le conseguenze sono molto gravi. Muoiono le persone, ma possono morire anche le nazioni, le civiltà. Lo scrive bene in un interessantissimo libro uno storico francese, Michel De Jaeghere, “Gli ultimi giorni. La caduta dell'impero romano”, purtroppo non è stato ancora pubblicato in Italia. Lo storico francese sostiene che l'impero romano è crollato, si è suicidato, soprattutto perchè non faceva più figli ed era talmente invecchiato che ha dovuto subire invasioni su invasioni. Il testo forse potrebbe dare una scossa alla nostra civiltà morente, magari per non ripetere gli errori degli antichi romani.

Ritornando a papa Francesco; il Papa riscontra nel nostro mondo una diffusa cultura del profitto, che“insiste nel far apparire i vecchi come un peso, una 'zavorra'. Non solo non producono, pensa, questa cultura, ma sono un onere: insomma, qual è il risultato di pensare così? Vanno scartati”. E questo è peccato, è vile questa abitudine alla cultura dello scarto. Invece gli anziani dovrebbero rappresentare “la riserva sapienziale del nostro popolo!”. Il Papa è molto severo nei confronti di tutti quei figli che non vanno a visitare i propri genitori, che fanno passare molto tempo dall'ultima visita.“Questo si chiama peccato mortale, capito?”.

Il Papa insiste sul bagaglio di sapienza, che appartiene agli anziani.”Gli anziani sono uomini e donne, padri e madri che sono stati prima di noi sulla stessa strada, nella nostra stessa casa, nella nostra quotidiana battaglia per una vita degna[...]”Attenzione, “L'anziano non è un alieno. L'anziano siamo noi: fra poco, fra molto, inevitabilmente comunque, anche se non ci pensiamo”. Pertanto, “se noi non impariamo a trattare bene gli anziani, così tratteranno noi”.

Papa Francesco ricorda le pagine belle e commoventi del Vangelo, degli anziani Anna e Simeone, che aspettavano da lunghi anni, ogni giorno la venuta di Dio con grande fedeltà. Il peso dell'età sparì, quando riconobbero il Bambino. Il Papa invita i nonni di oggi a mettersi sulla scia di questi vecchi straordinari. Papa Francesco ci invita a guardare a Benedetto XVI, che ha scelto di passare nella preghiera e nell'ascolto di Dio l'ultimo tratto della sua vita. Infine il papa auspica “una Chiesa che sfida la cultura dello scarto con la gioia traboccante di un nuovo abbraccio tra i giovani e gli anziani!”. Papa Francesco ci ricorda: “I bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini perchè porteranno avanti la storia, gli anziani perchè trasmettono l'esperienza e la saggezza della loro vita”. E' un rapporto, un dialogo tra generazioni,“è un tesoro da conservare e alimentare!”

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