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“Una struttura preziosa per il territorio e per chi è in condizioni gravissime. Ė l’hospice ‘Casa Iride’ in via di Torrespaccata, per pazienti in stato vegetativo e minima coscienza la cui attività – premiata dal ministero della Salute - alleggerisce il peso di un ricovero ospedaliero che rischia di vedersi penalizzato sul piano assistenziale”. Lancia l’allarme Michel Emi Maritato, presidente di AssoTutela che commenta il rischio derivante dal possibile trasferimento – smentito dalla direzione generale della Asl Roma B da cui la struttura dipende ma confermato dagli operatori – di tutto lo staff professionale presso l’ospedale Pertini, afferente alla stessa azienda. “Casa Iride è una risorsa per il territorio e per quelle famiglie che hanno visto i propri congiunti, vittime di incidenti gravissimi o patologie irreversibili, entrare in stato comatoso o pre-comatoso e che, con professionisti all’uopo formati, possono riprendere a mano a mano le funzioni vitali. Purtroppo ci risulta che, causa il blocco del turn-over, la direzione aziendale intende ricorrere a cooperative esterne, riproponendo la piaga del precariato. Ci chiediamo – continua Maritato – se si sia dato corso alle gare d’appalto previste nella scorsa primavera per operatori socio sanitari e infermieri di cooperative di assistenza esterne, con un costo rispettivo annuo di 2 milioni e 800 mila euro e 4 milioni di euro, nel momento in cui dalla Regione Lazio arrivano segnali per la interrompere il blocco delle assunzioni e procedere ai concorsi per la stabilizzazione dei precari e l’assunzione di nuovi professionisti”.

“Nuovi acquisti in casa 118. L’Azienda regionale di emergenza sanitaria (Ares) si dota di 8 nuovi suv mentre a Ciampino e Fiumicino, postazioni fondamentali per i soccorsi, le automediche rimangono ancora quelle del 1998”. Lo denuncia il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, che ha monitorato la situazione dell’autoparco, precisando che la gran parte dei mezzi in dotazione è vecchia, inadeguata, senza airbag e con un sistema frenante privo di ABS. “Si pensi – continua Maritato – che per comprare i suv è stato richiesto il finanziamento regionale a copertura del 50% della spesa mentre, per sostituire numerose vetture obsolete della provincia di Roma si stenta a provvedere”. Il presidente si è poi soffermato sui pregressi dell’Ares, costituitasi da alcuni anni quale azienda autonoma distaccata dal San Camillo Forlanini da cui dipendeva, che avrebbe triplicato i costi di gestione rispetto alla passata amministrazione. “Ė del tutto ammissibile che si acquistino nuove vetture, seppur con un esborso di risorse esagerato, per migliorare i soccorsi in zone difficili. Convince di meno il fatto che tali poderosi autoveicoli vengano a sostituire i pick-up acquistati nel 2006 e mai utilizzati a tale scopo, che attualmente sono diventate vetture di servizio per i dirigenti. Non c’è male, per un’azienda che deve chiudere postazioni per mancanza di personale, causa blocco delle assunzioni. Tanto che, come i cannoni di Mussolini – ironizza il presidente - per la visita di alcuni giorni fa del sindaco Marino alla postazione di San Basilio hanno dovuto trasferire temporaneamente infermieri e barellieri da altre postazioni, dei veri figuranti”.

“Rossi fiammanti, nuovi di zecca, trasmettono un senso di sicurezza. Ma non è così. I nuovi bus dell’Atac, consegnati alla vigilia delle elezioni comunali, poi destinati dal sindaco Marino alle periferie, mostrano già le prime magagne”. Lo denuncia il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che aggiunge: “Questo pomeriggio, intorno alle 17.20, la vettura 3036 della linea ultraperiferica 070 - che collega la stazione di Eur Fermi alla Litoranea, fino a Capocotta - in via di Castel Fusano ha lasciato a terra tutti i passeggeri. Un guasto agli strumenti di bordo, ha bloccato la chiusura delle porte e il conducente si è visto costretto a mettere la vettura fuori servizio, lasciando i cittadini inferociti in una zona decentrata e priva di collegamenti. Non vorremmo che le oscure vicende legate al ‘corridoio Laurentino’ con presunte tangenti versate per la fornitura di bus vengano ad offuscare anche l’immagine delle nuove vetture da poco consegnate ai romani. Il sindaco Marino – conclude Maritato – farebbe bene a incaricare i responsabili di una società quale l’Atac, sempre più sotto tiro, a effettuare scrupolosi controlli, per la sicurezza dei cittadini e la trasparenza nelle forniture”.

“Lo avevamo denunciato da tempo: al San Camillo la situazione è insostenibile e oggi, vediamo confermato il nostro allarme grazie ai sindacati medici Anaao Assomed, Fassid SNR, FVM che, al colmo dell’esasperazione, si sono autotassati, acquistando uno spazio su un grande quotidiano per rivolgere un appello al presidente Zingaretti”. A rappresentare la situazione di crisi del grande ospedale romano è il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che prosegue: “Il presidente regionale e commissario ad acta per la sanità Nicola Zingaretti non può continuare a ignorare il grido di allarme che viene da tutte le strutture regionali. Preso com’è dalle nomine dei direttori generali e gli accordi con i sindacati amici sulle Case della Salute, non pensa sul serio a chi vive quotidianamente il disagio di non poter esercitare la propria professione per carenza di risorse e di organizzazione. Non c’è più tempo presidente – esorta Maritato - la sanità regionale sta precipitando nel baratro mentre lei va avanti a suon di annunci. Cosa vuole che interessi, a pazienti che attendono da mesi una prestazione o peggio, un intervento che magari gli salva la vita, se lei sta preparando un decreto per le Case della Salute? Cosa stiamo ancora aspettando per mettere ordine in pronto soccorso,  dove si ha la certezza di arrivare ma non quella di uscirne vivo? Per quale motivo, si è dovuti arrivare alla pubblicazione di una pagina a pagamento - come se il diritto alla salute fosse uno spot pubblicitario – quando i camici bianchi avevano da tempo denunciato lo stato di abbandono dell’ospedale? Sono interrogativi che attendono pronta risposta – conclude Maritato – se convegni, trattative e audizioni gliene lasceranno il tempo”.

“La storia si ripete. Dopo le oscure vicende del San Giovanni, con pazienti infettati per una operazione di cataratta, questa volta tocca allo Spallanzani, anzi all’équipe operatoria del San Camillo che opera da anni nell’ospedale sulla Portuense”. Lo denuncia il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, che illustra la vicenda occorsa a 11 pazienti che hanno subito il trapianto del rene, di cui 3 deceduti e si pone numerosi interrogativi. “Riteniamo che la situazione destabilizzante in cui vive la sanità regionale abbia il suo peso in tali vicende: tagli alle prestazioni, riduzioni di risorse, precariato, esternalizzazione di alcuni servizi, poca perizia delle società in outsourcing che non vengono puntualmente retribuite per i propri servizi – continua il presidente – contribuiscono sicuramente al diffondersi di pratiche non proprio ortodosse per la buona tenuta degli ambienti ospedalieri”. Maritato poi si sofferma su una vicenda che, pur non riguardando direttamente l’assistenza, pone in evidenza l’impiego delle risorse in sanità. “Vorrei sapere se risponde a verità – si chiede il presidente – che la confinante Azienda San Camillo Forlanini versa annualmente all’Irccs  Spallanzani (dipendente dal ministero della Salute)  un canone di 650 mila euro l’anno per l’affitto dei locali del centro trapianti mentre il confinante Forlanini, di proprietà regionale e parte della stessa Azienda del San Camillo, in cui il centro trapianti non ha trovato spazi, è mezzo vuoto e si sta lasciando colpevolmente morire per abbandono”.   

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