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Dallas: uccisi 5 poliziotti alla marcia di protesta degli afroamericani

Quello di Dallas "è stato un attacco feroce e premeditato", ha detto il presidente Obama. Le uccisioni degli afroamericani da parte della polizia ''non sono una questione solo nera o ispanica, ma americana". "Tutte le persone imparziali dovrebbero essere preoccupate della frequenza con cui la polizia uccide gli afroamericani'', ha osservato. I neri uccisi dalla polizia sono il doppio dei bianchi in Usa, ha detto Obama

E’ stata un’imboscata, con procedure atte a massimizzare i danni, sfruttando il caos. Quanto avvenuto nel cuore di Dallas, sebbene alcune dinamiche siano ancora al vaglio degli inquirenti, conferma pianificazione

Appare evidente quanto la prima raffica fosse stata pianificata per essere quella più letale e per abbattere quanti più poliziotti possibile. 11 gli agenti colpiti in questa fase, 5 quelli che perderanno la vita nei minuti successivi. Secondo la ricostruzione delle agenzie stampa e stato ferito anche un civile. Lo scontro a fuoco si è svolto a pochi isolati di distanza dal Dealey Plaza, dove il presidente John F. Kennedy fu assassinato nel 1963. Esaurita la spinta iniziale, il commando inizia ad arretrare, abbandonando le iniziali posizioni di fuoco sopraelevate. Anche questa seconda fase, oltre ad una certa lucidità, palesa pianificazione.

Come scrivono le agenzie stampa i cecchini che a Dallas hanno ucciso cinque poliziotti hanno usato fucili di precisione, alcuni sparando da posizioni elevate, in quello che sembra un attacco coordinato. Lo ha dichiarato il capo della polizia locale, David Brown. "Stavano agendo assieme con fucili, triangolandosi da posizioni elevate in diversi punti del centro cittadino in cui le marce erano arrivate", ha affermato in conferenza stampa. Tra i feriti ci sono poliziotti e anche un civile, ha aggiunto. Tre sospettati sono stati fermati, mentre un quarto è morto dopo essersi asserragliato in un garage da cui ha avvertito di bombe piazzate in centro a Dallas. I cecchini appostati in posizioni elevate hanno sparato almeno 50 volte in quello che è sembrato un "attacco coordinato".

L’obiettivo era continuare ad uccidere da posizioni ottimali. Le immagini riprese da un telefonino mostrano un individuo in abbigliamento tattico, passamontagna, dal passo relativamente pesante ed armato con fucile semi-automatico. Sembrerebbe indossare anche dell’equipaggiamento balistico e che disponesse di una buona scorta di munizioni. Allontanata la minaccia, le cellule provano a dileguarsi sfruttando il caos. La polizia di Dallas riesce a fermare tre persone sospette. Due di queste sono state viste allontanarsi in fretta a bordo di una Mercedes nera era quindi previsto anche un piano di fuga e non una missione suicida. Un altro sospetto, asserragliatosi in un garage, si è suicidato. Le unità K-9 della polizia di Dallas sono al lavoro per scoprire possibili ordigini esplosivi. La polizia comunica che sono stati individuati due pacchi sospetti: gli artificieri sono al lavoro per verificare se contengano esplosivi.

Per ore c'è stato uno scontro a fuoco in un garage di Dallas tra un sospetto, asserragliato dentro l'edificio, e la polizia: l'uomo avrebbe riferito che "ci sono bombe piazzate in città". L'uomo è stato poi  "neutralizzato". I centro della città è stato poi chiuso ma finora le ricerche per possibili esplosivi hanno dato esito negativo.

"Alle 20:58 le 2:58 in Italia, ndr si è verificato l'incubo peggiore", ha detto durante una conferenza stampa il sindaco di Dallas Mike Rawlings sottolineando che un totale di 12 agenti sono stati colpiti da cecchini, 5 morti e altri 6 feriti tra questi due donne. Sono stati colpiti anche due civili. Sul posto, ha precisato, al momento della sparatoria c'erano 100 poliziotti. In un primo momento si pensava che a sparare fossero state solo due persone, ma successivamente Brow, ha affermato che i "cecchini" erano quattro. Dopo la strage sono state fermate alcune persone persone, tra cui una donna. Un sospetto che era stato fermato dopo essersi costituito, Mark Hughes, è stato poi rilasciato. Dopo l'attacco la polizia aveva diffuso una sua fotografia in cui l'uomo aveva un fucile in mano. Nessuno dei fermati sta al momento parlando con gli inquirenti.

Chi ha agito era a conoscenza del perimetro e possedeva una certa perizia nell’attuare una strategia che ricorda da vicino quelle militari. Il corteo si è mosso alle 19 (ora di Dallas) da Belo Garden. Presenti circa 800 persone e circa 100 agenti di polizia. Gli assalitori, nella prima fase, aprono il fuoco da tre diverse posizioni sopraelevate: una chiara strategia che mira a creare un predeterminato percorso di morte, inconsapevole per chi cerca riparo. Triangolando il fuoco, si raccolgono i bersagli in spazi ristretti.

Dopo le prime raffiche, avvenute alle 20,58, si scatena il caos. I manifestanti abbandonano il corso principale della manifestazione, a circa mezzo miglio dal Municipio, in cerca di una copertura. E’ proprio in quell’istante che da altre due postazioni, i criminali aprono il fuoco. In queste prime fase non è ancora chiaro che tipo di armi abbia utilizzato il commando, ma durante le riprese a terra sono visibili dei fucili semi-automatici, forse AR-15.

Non si conosce ancora, invece, l’equipaggiamento utilizzato per colpire gli agenti dai tetti. L’AR-15 ha un raggio effettivo di 500 metri, mentre la versione civile in vendita negli USA supporta esclusivamente il fuoco semi-automatico (sebbene si possa modificare). Secondo la polizia di Dallas, nella primissima fase dello scontro a fuoco sarebbero stati esplosi 60 colpi da due angolazioni. Se cosi fosse, due assalitori potrebbero aver svuotato entrambi i caricatori dei fucili semi-automatici.

La protesta di Dallas era una delle tante manifestazioni organizzate in varie città del Paese dopo la morte di due afroamericani, uccisi da poliziotti, in Louisiana e Minnesota. Diverse centinaia di persone si erano radunate per marciare verso City Hall. Non erano ancora le nove di sera. E lungo la strada che porta alla sede del Comune decine di agenti erano pronti a impedire assalti contro gli edifici istituzionali. All'improvviso gli slogan di protesta sono stati brutalmente interrotti dai colpi sordi delle armi da fuoco, fucili d'assalto che hanno preso a esplodere senza alcuna pietà. I cecchini, come ha spiegato il capo della polizia di Dallas, David Brown, sparavano contro "la polizia da posizioni elevate". Così, mentre la folla si disperdeva per cercare di non rimanere ammazzata dal fuoco dei cecchini, almeno una dozzina di agenti è rimasta a terra. Cinque di loro sono morti sul colpo, mentre altri sei sono stati portati d'urgenza in ospedale. Tra i feriti c'è pure una civile, la 37enne afroamericana Shetamia Taylor che è stata raggiunta a una gamba. La donna si è buttata a terra per far scudo col suo corpo al figlio quindicenne, mentre gli altri tre figli sono corsi via perdendosi nella folla.

Dopo la sparatoria, le forze di sicurezza hanno subito fermato tre persone. Tra queste c'è anche una donna. Un altro uomo si è nascosto in un garage e ha minacciato di uccidere altri agenti facendo detonare alcune bombe già piazzate in città. "La fine è arrivata", ha intimato. Ma, quando ha capito che non aveva più scampo, si è suicidato. Secondo il capo della polizia, che è apparso in conferenza stampa con il sindaco di Dallas, il democratico Mike Rawlings, i cecchini "volevano ferire o uccidere il maggior numero possibile di agenti". Per questo hanno preparato un'imboscata colpendo gli agenti alle spalle. "È un attacco pianificato da molto tempo, in attesa dell'occasione per compierlo - ha spiegato Steve Moore dell'Fbi - potrebbero non aver pianificato il luogo e il punto da cui condurlo, ma erano preparati ad attaccare".

 

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