Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Lunedì, 29 Aprile 2024

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:324 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:782 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:827 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:965 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1521 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1626 Crotone

Prosegue la formazione BL…

Feb 20, 2024 Hits:1442 Crotone

Si firmerà a Crotone il M…

Feb 14, 2024 Hits:1611 Crotone

L'Isis cerca reclutatori nei Balcani: "Devono conoscere l’italiano"

Musulmani radicalizzati che vivono nei Balcani e che abbiano "un’ottima conoscenza della lingua italiana""buone capacità informatiche". A loro il Califfato è disposto a versare uno stipendio da "circa 2mila euro al mese" per cercare e reclutare nuovi aspiranti jihadisti da inviare in Italia.

Secondo un inquietante report, riportato oggi dalla stampa, lo Stato islamico sta cercando di mettere le mani sulle comunità islamiche italiane infiltrando pericolosi jihadisti di nazionalità albanese. Due inchieste parallele, che "partono dalla rete di contatti che ha aiutato Giuliano Delnevo, il giovane italiano convertito all'islam ucciso ad Aleppo nel 2013, a raggiungere la Siria e arrivano a un imprenditore italiano sospettato di trafficare varie sostanze, fra cui un derivato del mercurio, diretto in Siria e destinato a fini bellici", mettono i Balcani e in modo particolare l'Albania al centro del jihadismo europeo. Secondo l'ultimo rapporto delle forze Kfor della Nato, il Kosovo darebbe ospitalità a un migliaio di foreign fighter arrivati dalla Grecia che, messa in ginocchio dalla una crisi economica e dall'assenza di una politica forte, non controlla più i confini.

La Danimarca come la Germania ha allertato i danesi che si trovano in Turchia ad evitare assembramenti davanti le attrazioni turistiche. Il ministero degli Esteri danese ha aggiornato il suo sito web. L'avviso di viaggio, hanno sottolineato le autorità danesi, "fino a nuovo ordine" è di evitare luoghi pubblici e quelli dove si riuniscono molte persone.

Intanto il kamikaze che ieri ha ucciso 10 turisti stranieri, tutti tedeschi, a Istanbul aveva chiesto asilo in Turchia il 5 gennaio scorso, una settimana prima dell'attacco. Lo rivelano i media locali.

L'attentatore, il 28enne Nabil Fadli, un siriano nato in Arabia Saudita, avrebbe presentato la domanda di asilo all'ufficio dell'immigrazione di Zeytinburnu, a Istanbul, in compagnia di altri 4 uomini. Nei giorni successivi Fadli, appena entrato in Turchia dalla Siria, sarebbe rimasto nell'indirizzo di residenza dichiarato di Istanbul. Le indagini sono in corso per cercare di identificare i suoi accompagnatori.

Nell'ultimo mese l'intelligence turca aveva lanciato due diversi allarmi a tutte le forze di sicurezza del Paese su possibili attacchi dell'Isis su vasta scala a turisti e stranieri. Datati 17 dicembre e 4 gennaio, allertavano sull'intenzione di diversi jihadisti entrati dalla Siria di condurre attacchi contro obiettivi turistici e contro le rappresentanze diplomatiche in Turchia dei Paesi Nato coinvolti nella guerra al Califfato.

Le autorità turche hanno arrestato un sospetto in relazione all'attacco di ieri a Istanbul. Lo ha detto in una conferenza stampa il ministro dell'Interno turco, Efkan Ala.

Sono 68 i sospetti membri dell'Isis arrestati dalla polizia turca tra ieri e oggi. Lo riporta l'agenzia statale Anadolu. Le operazioni si sono svolte in 8 province. Nove sono le persone fermate oggi, di cui 6 a Smirne e 3 cittadini russi ad Antalya. Ieri 15 siriani e un turco erano stati arrestati ad Ankara e altri 25 sospetti nelle province di Kilis e Sanliurfa, al confine con la Siria, con l'accusa di progettare attacchi sul suolo turco. Blitz anche a Mersin e Adana, nel sud, e nella provincia anatolica di Konya.

Fermati anche tre cittadini russi nella provincia meridionale di Antalya per sospetti legami con l'Isis. Secondo l'agenzia di stampa Anadolu, sarebbero accusati di aver fornito supporto logistico ai jihadisti. Non è chiaro se per gli investigatori possano anche aver avuto un ruolo nella preparazione dell'attacco di Istanbul.

 

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI